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Da MISNA MONDO   27/11/2005   11.50

CONTRATTO MONDIALE SULL'ACQUA: SIA UN DIRITTO E NON UNA MERCE

Economia e Politica, Standard

"L'acqua non può più essere considerata un bene economico che si compra o si vende, ma un diritto, che per ora è senza tutele legali né garanzie": lo ha detto alla MISNA Emilio Molinari, Presidente del Comitato italiano per il Contratto Mondiale sull'acqua', al suo rientro dal 'Forum Sociale Panamazzonico', che si è svolto a Manaus, in Amazzonia. "Discutere in quel luogo della questione delle risorse idriche ci ha posto subito di fronte a un paradosso: ogni giorno nel Rio delle Amazzoni a Manaus scorre una quantità d'acqua in grado di servire la popolazione di New York per dieci anni, ma nella periferia di questa città del Brasile non c'è accesso a quella potabile" aggiunge. "In America Latina la sensibilità al problema delle distribuzione dell'acqua è comunque molto maturata e si è consolidata". L'esempio più clamoroso è quello dell'Uruguay: in occasione delle presidenziali del novembre 2004 ­ vinte per la prima volta dalla sinistra con Tabaré Vazquez - gli elettori hanno bocciato a stragrande maggioranza la proposta governativa di privatizzare le risorse idriche". Non solo, ma si è compiuto un significativo passo avanti: "Si è affermato un concetto nuovo: l'acqua è un diritto umano, perciò non si vende né si compra" spiega Molinari alla MISNA. "La gente l'ha capito anche grazie a una campagna di sensibilizzazione ben organizzata sui muri della capitale Montevideo, dove abbiamo visto i manifesti di movimenti e associazioni che chiedevano ai cittadini di impedire la privatizzazione dell'acqua". Anche a Buenos Aires ­ dove pure in molti quartieri di periferia manca quella potabile ­ si sta rafforzando una rete delle società civile per chiedere che venga garantito l'accesso alle risorse idriche. "Nel Forum Panamazzonico ­ prosegue il Presidente italiano del 'Contratto mondiale per l'acqua' ­ si è discusso molto dell'Area di libero commercio (Alca) che gli Stati Uniti vorrebbero imporre in America Latina e nei Caraibi. È emerso in modo evidente che l'obiettivo è quello di appropriarsi delle immense ricchezze idriche del bacino del continente, in particolare di quelle brasiliane". Al termine del Forum è stato approvato un documento in cui si chiede che il diritto all'acqua venga inserito nella nuova Costituzione europea ­ ratificata lo scorso 29 ottobre e in attesa di entrare in vigore forse già dal 2007 ­ e che l''oro blu' venga più considerato "merce" da tutti i Paesi, in particolare quelli dell'America Latina. Ma l'acqua è davvero il 'nuovo petrolio', come sostiene qualcuno? "Credo di sì. Basti pensare che sei miliardi di persone nel mondo sono ogni giorno consumatori obbligati", argomenta Molinari. Che segnala una preoccupante tendenza: "È in atto il tentativo di non offrire più tra i servizi idrici l'accesso all'acqua potabile, per scoraggiare l'uso dell'acqua domestica e favorire l'acquisto di confezioni. In altre parole, si tende cioè a 'declassificare' l'acqua potabile per abituare e favorire l'acquisto in bottiglia". Dopo che per tutto il secolo scorso la distribuzione dell'acqua potabile è stato l'obiettivo di molti governi di destra e di sinistra come segno di civiltà e sviluppo ­ insiste Molinari ­ "alle soglie del terzo millennio si vuole negare questo diritto da parte". Chi ci guadagna? Il controllo globale dell'acqua in bottiglia, per ora, se lo disputano quattro grandi multinazionali, due statunitensi e altrettante europee. "Dall'India all'Amazzonia, dal Tigri all'Eufrate in Medio Oriente - dice ancora alla MISNA il numero due del 'Contratto per l'Acqua' in Italia - "ovunque c'è il tentativo di mettere le mani sulle fonti di acqua. Gli interessi si alzano continuamente e c'è il rischio che a livello locale tutto ciò ingeneri conflitti". La campagna a favore dell'acqua ha una meta: le Nazioni Unite. "Entro il 2007 ­ conclude Molinari ­ dovremmo avere un incontro con il segretario generale dell'Onu Kofi Annan. Gli chiederemo di rivedere la Dichiarazione universale del Diritti dell'uomo del 1948, chiedendo di inserire i diritti all'acqua e all'alimentazione come fondamentali". (EB)
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