"Il problema principale è che siamo sottoposti
a una dittatura economica che risponde unicamente agli imperativi
legati alla redditività e che si disinteressa del fatto
che 1 miliardo e mezzo di persone nel mondo non ha accesso all'acqua
potabile, che 2 miliardi e 600.000 non beneficiano di opere di
decontaminazione delle falde acquifere e che 34.000 individui
ne muoiano ogni giorno": lo dice alla MISNA Danielle Mitterrand,
presidente della 'Fondation France Libertés', nata 20 anni
fa, che ha fatto della difesa dell'accesso all'acqua uno dei suoi
temi portanti e si appresta a lanciare una campagna si sensibilizzazione
e di appello ai donatori per "il diritto all'acqua libera,
potabile e gratuita". Mitterrand sottolinea che "nel
nostro pianeta l'acqua non manca e non mancherà mai. Ce
n'è per tutti, ma è ripartita male, troppo sfruttata
e sempre più inquinata". Nove Paesi concentrano sul
loro territorio il 60% delle riserve planetarie d'acqua dolce
(Brasile, Russia, Usa, Canada, Cina, Indonesia, India, Colombia
e Perù). Questa ripartizione, sbilanciata a livello geografico,
è rafforzata dalla disomogenea distribuzione della popolazione
su scala mondiale. Se un abitante di un Paese del Nord del mondo
consuma in media da 100 a 1.000 litri d'acqua al giorno, in molti
Stati del Sud del pianeta il quantitativo si riduce solo a pochi
litri, ad esempio 15 giornalieri per un cittadino di Haiti. Intanto
"in America Latina e in Africa le organizzazioni della società
civile hanno saputo mobilitarsi affinché i loro governi
rinuncino ai contratti con le multinazionali che pretendono di
gestire l'acqua negli interessi della popolazione. Questo è
un modo di rispondere alla Banca Mondiale, al Fondo monetario
internazionale e alle altre istituzioni internazionali che impongono,
attraverso prestiti e sovvenzioni, la privatizzazione dei servizi
idrici. Questi servizi devono invece essere garantiti e finanziati
dalla collettività, nell'interesse generale" sottolinea
Mitterrand. "L'acqua prosegue - è un elemento
costitutivo della vita. Ora, per i nostri governi, l'accesso all'acqua
rappresenta solo un bisogno che non sono necessariamente obbligati
a soddisfare, invece di un diritto da rispettare. Sviluppare l'accesso
all'acqua potabile in tutto il mondo, di conseguenza, non è
che una questione di volontà politica su scala internazionale,
perché le soluzioni esistono". La presidente della
'Fondation France Libertés'dice alla MISNA che la campagna
lanciata dalla sua organizzazione promuove l'iscrizione del diritto
all'accesso all'acqua potabile in tutte le Costituzioni e anche
in quella europea, affinché ogni essere umano possa disporre
gratuitamente di 40 litri al giorno, la quantità necessaria
per vivere. La questione della gratuità è di fatto
un tema-chiave ed è soprattutto su questo aspetto che sono
riposte in parte le soluzioni al 'dramma dell'acqua' che, secondo
esperti e attivisti, non deve più essere oggetto di 'mercificazione'.
Se alcuni progressi sono stati rilevati negli ultimi anni per
quanto riguarda l'azione di associazioni e organizzazioni non
governative e la presa di coscienza da parte dei cittadini delle
loro responsabilità su questo vitale argomento, Mitterrand
deplora al contrario che "da parte delle istituzioni internazionali
non è stato ottenuto nessun risultato concreto". Secondo
la nostra interlocutrice, la comunità internazionale conosce
già le risposte e le soluzioni da prendere, ma ogni azione
implica dei costi: "Se gli Stati possono spendere oltre 1.000
miliardi l'anno per le armi, possono almeno destinare l'1% di
questo budget per 15 anni e finanziare programmi per portare l'acqua
laddove non è ancora disponibile". Su questo fronte
la fondazione parigina che fa parte del Collettivo mondiale
dell'acqua (nato il 4 febbraio 2002 con il nome di Coalizione
mondiale contro la privatizzazione e la mercificazione dell'acqua)
agisce con i suoi soci per promuovere i progetti per la
tutela dell'ambiente e delle condizioni economiche e sociali degli
abitanti dei Paesi del Sud del mondo. Per fare qualche esempio,
dalla riabilitazione di 18 pozzi tradizionali nel nord della Nigeria,
all'accesso all'acqua e alla depurazione delle falde acquifere
dei villaggi più poveri del delta del Gange, passando per
la valorizzazione della risicoltura e delle opere di rimboschimento
nella regione senegalese del Casamance. Secondo gli esperti, se
lo scenario attuale non cambierà, nel 2025 tre miliardi
di persone non avranno disponibilità di acqua potabile.
A fronte del netto aumento del suo valore, l'acqua diventerà,
e già rappresenta in alcuni contesti, "l'oro blu"
di domani; per Mitterrand "un'arma economica, politica e
geo-strategica. Chi avrà la gestione delle risorse idriche
avrà in mano il mondo". (intervista di Véronique
Viriglio)
[CO]
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