Col paracadute su Titano.

 

Autore: Tony Phillips - science@nasa

 

Prepariamoci per due delle ore più interessanti nella storia dell'esplorazione spaziale.

 

Due ore. E' questo il tempo che impiegherà la sonda Huygens dell'Agenzia Spaziale Europea per lasciare l'orbita intorno al satellite di Saturno e toccare la superficie di Titano il 14 gennaio prossimo.

Scenderà attraverso le nuvole compatte e arancioni, saggiando l'atmosfera, misurando venti e pioggia, ascolterà gli eventuali suoni alieni e cercherà di fotografare l'ambiente non appena le nuvole si diraderanno.

Nessuno sa cosa ci riveleranno queste foto. Forse montagne ghiacciate o mari di metano liquido o caldi bagliori.

"E' la domanda di ognuno di noi" ci dice Jonathan Lunine, professore di Scienza dei Pianeti all'Università dell'Arizona e membro del gruppo scientifico di Huygens. "Potremmo anche non capire quello che vediamo, almeno non immediatamente".

Questo è Titano, il più grande mistero nel Sistema Solare.

Gli astronomi hanno osservato Titano per secoli. Visto dalla Terra appare come un puntino di luce che orbita intorno al pianeta con gli anelli, Saturno. Niente di particolare.

Ma quando la navicella Voyager della NASA volò per la prima volta intorno a Titano nel 1980, gli scienziati si accorsero che era qualcosa di speciale.

Titano è enorme: più grande di pianeti come Mercurio e Plutone. Ha una vasta atmosfera, tre volte più spessa di quella della nostra Terra ed una volta e mezzo più densa. L'aria su Titano è mista a composti organici che la rendono simile allo smog. Alcune di queste molecole sono o sembrano mattoni primordiali, tali da poter costruire la vita. Ma può evolversi la vita in un mondo dove la temperatura della superfice è a 290° F (143°) sotto lo zero? Probabilmente no, dice Lunine, ma nessuno può dirlo con certezza.

Le nuvole di Titano nascondono la sua superficie e, forse, alcune cose bizzarre. Nell'atmosfera di Titano c'è il metano e qui sulla Terra il metano viene anche dalle mucche e dalle paludi.

Ma su Titano nessuno sa dire da dove proviene. Dato che il satellite di Saturno è così freddo come si accennava prima, il metano può liquefarsi e piovere giù verso la superficie creando laghi e mari. Apparentemente i laghi ed i mari di metano non sono molto diversi da quelli formati dall'acqua, ma sono circa 300° F (circa 150°) più freddi di quelli formati da acqua. I laghi di Titano, se davvero esistono, possono assomigliare a quelli della Terra ma certo non sono la stessa cosa.

La sonda Huygens ha le dimensioni di una vettura utilitaria e la forma di un disco volante. Dovrebbe riuscire a penetrare fra le nuvole e compiere investigazioni di prima mano. "Siamo tutti speranzosi che Huygens avrà successo nella sua missione", dice Alfred Mc Ewen, un collega di Lunine, membro della squadra di Cassini, la sonda-madre a cui Huygens è rimasta attaccata per sette anni durante il lungo viaggio di avvicinamento a Saturno.

Huygens entrerà nell'atmosfera di Titano alle 10.33 GMT del 14 Gennaio 2005. Nel suo viaggio prenderà campioni dell'aria per analizzarli direttamente grazie ai cromatografi e gli spettrometri di massa che sono a bordo. Questi diranno con esattezza ai ricercatori di cosa è composta l'atmosfera di Titano. I sensori esterni della navicella misureranno temperatura, pressione, venti e campi elettromagnetici che potrebbero essere originati da fulmini sul tipo di quelli di cui abbiamo esperienza sul nostro pianeta. I fulmini sono un importante evento. Essi possono fondere semplici molecole organiche, in qualcosa di più complesso ed interessante. Secondo alcuni ricercatori possiamo trovarci di fronte a come era la Terra miliardi di anni fa.

Un microfono a bordo di Huygens ascolterà gli eventuali tuoni relativi ai fulmini ed altri eventuali fenomeni nel campo audio. Per la prima volta potremo ascoltare suoni da un altro mondo.

Huygens discenderà durante le ore illuminate dal Sole. La luce del Sole filtrando attraverso le nuvole produrrà probabilmente un alone arancio sul paesaggio. "Come mille lune piene" dice McEwen, abbastanza brillante da permettere di leggere un giornale, ma sempre mille volte meno potente di un giorno assolato qui sulla Terra.

Poco prima che Huygens raggiunga la superficie, emetterà una luce brillante per far si che la zona venga illuminata e permettere così di avere foto con maggiore dettaglio della zona di atterraggio e far si che gli strumenti a bordo possano meglio rilevare quanto troveranno in quella lontana superficie.

 

"Non sappiamo ancora dove la navicella andrà ad atterrare", dice Lunine. Potrebbe trattarsi di una scogliera, o di un lago (Huygens è progettata per galleggiare) o potrebbe ritrovarsi su una superfice ghiacciata. Tutto è possibile".

Nel caso che la sonda sopravviva all'impatto, il pacchetto di studio della superficie posto sul fondo della navicella, potrà iniziare a misurare le proprietà fisiche della zona d'atterraggio: conduttività elettrica, temperatura, indice di rifrazione, densità del terreno, e molte altre cose. I responsabili della Missione sperano che Huygens sopravviva sul terreno per almeno 30 minuti, prima che il freddissimo clima di Titano e gli imprevisti che potrebbero capitare, la possano bloccare. Perfino pochi minuti di dati sarebbero un grande successo.

Mentre tutto questo accadrà, la navetta madre Cassini continuerà ad orbitare sopra Huygens, registrando le sue trasmissioni. In seguito Cassini si girerà verso la Terra, rilanciando immagini, suoni e dati verso la Terra. Misurazioni di valore straordinario. I segnali radio inviati da Saturno impiegano un'ora e otto minuti per raggiungere il nostro pianeta. "Non sarà facile attendere tutto questo tempo per ricevere i dati", dice McEwen.

 

Cosa ci diranno? Nessuno lo sa, ma è probabile che siano strani racconti.