AURORA AUSTRALIS

 

Autore: Tony Phillips for Science@NASA e LoScrittoio.it

 

 

Il 2 di giugno 2003 la Terra è stata interessata da una corrente di Vento Solare caratterizzata da un’ alta velocità, proveniente dalla corona del Sole. Il Vento Solare influenza il campo magnetico terrestre originando (dopo alcune evenienze diverse) il fenomeno delle Aurore.

Il 3 giugno, mentre la Stazione Orbitante Internazionale (ISS) si trovava sopra l’Oceano Indiano a sud Ovest delle coste australiane, l’astronauta e ricercatore Ed Lu guardando fuori dai finestrini vide una di queste Aurore. Nel caso specifico, viste le latitudini, si trattava di Southern Lights (luci del sud) o Aurora Australis. Rammentiamo che le Aurora che avvengono alle alte latitudini Nord vengono chiamate Aurora Boreale o Northern Lights (luci del nord).

Ed Lu prese la sua macchina fotografica digitale scattando una serie di rapide sequenze, che furono in seguite unite a formare una specie di filmato della durata di circa 3’ e 17". Questo filmato rivela interessanti attività connesse con il fenomeno: ci sono archi di luce multipli, punti luminosi che diventano più grandi si dividono e svaniscono Durante la spedizione 6 della ISS, l’astronauta Don Pettitparagonava le Aurore ad un qualcosa di vivente.

Il filmato di Ed Lu mostra inoltre il perché è necessario avere uno strumento che permette di seguire le evoluzioni del fenomeno mantenendo pose con lunghe esposizioni per foto della Terra e non per le Astrofotografie. La ISS ruota ntorno alla Terra viaggiando a circa 27.000 km/h, in queste condizioni i pianeti vicini passano dai finestrini della navetta con velocità assai più rapida rispetto a quelli più lontani, come se orbitassero a velocità nettamente superiore. Questo fenomeno è ancora più importante se dobbiamo fotografare la Terra, assai più vicino alla ISS di qualunque altro oggetto spaziale.

L’attività solare è stata molto alta in queste ultime settimane ed ha permesso l’osservazione di un alto numero di Aurore ed altrettante foto spettacolari. All’indirizzo http://science.nasa.gov/ppod (cliccare su Archivio) è visibile un’immagine particolarmente affascinante da cui potrete vedere anche il video. Queste immagini sono state ottenute con una fotocamera digitale ed un semplice obiettivo da 50mm.