Una piacevole sorpresa a due passi dal voto

 

Autore: Stefano Ceccatelli

Vorrei raccontare su questa rivista un fatto piacevole e sorprendente di cui sono stato testimone giovedì 10 aprile insieme ai molti altri cittadini che, come me, erano convenuti alle ore 18 alla libreria Rinascita di Sesto Fiorentino.
Era in programma un incontro-dibattito con una candidata alla Camera per le imminenti elezioni politiche.


Siccome l'argomento in discussione era la scuola, mi interessava, da insegnante, sentire le proposte di chi, in caso di elezione, andrà a rappresentarci in Parlamento.
In una sala gremita la signora Rosa De Pasquale è stata presentata dai due politici locali (Damiano Sforzi e l'assessore Sonia Farese, bravi perché non si sono lasciati prendere la mano e, dopo una breve esposizione dei principali problemi legati al mondo della scuola, hanno lasciato spazio all'ospite intervenuto e alle domande dei cittadini).
Prima ancora che la candidata parlasse sono fioccate moltissime domande della gente, a riprova di quanto i temi legati alla scuola (dalla didattica al ruolo dei docenti, dalla centralità dei nostri alunni al costo dei libri, dall'inserimento degli stranieri al riordino dei cicli e via discorrendo) sono sentiti dalla gente, che li vorrebbe risolvere.

Finalmente ha preso la parola Rosa De Pasquale che, lo dico francamente, pensando di interpretare il sentimento di gran parte dei convenuti, ha parlato con entusiasmo e semplicità, presentandosi per quello che è, una cittadina come tanti che mai fino a ora aveva pensato minimamente all'impegno politico.
Più ancora dei suoi trascorsi nel mondo del volontariato e del suo impegno in movimenti a sostegno della famiglia, mi ha colpito la premessa da cui è partita.
In pratica ha proposto a noi cittadini, in caso di elezione, un patto eletto-elettore.
In questo articolo parlerò di questo patto, riservando ad un prossimo articolo la trattazione delle tematiche scolastiche che sono emerse in questo incontro.

Il patto eletto-elettore è un tema che mi sta molto a cuore ed infatti ne ho già accennato nell'ultimo articolo che ho scritto su questa rivista, intitolato "L'albero della fraternità".
Esso è, a mio avviso, centrale se vogliamo assistere a una ripresa di interesse per la partecipazione politica in Italia.
E proprio "partecipazione" è stata una parola-chiave nell'appassionato discorso di Rosa De Pasquale.

Traspariva, dalle sue parole, il desiderio di coinvolgere i cittadini, di volerli ascoltare in incontri di questo tipo anche dopo l'eventuale elezione; di avviare un dialogo insomma, a livello locale, affinchè gli elettori tornino periodicamente a incontrarsi con il loro rappresentante in Parlamento per tentare di trovare insieme le soluzioni ai problemi locali.
In pratica ci ha dato un nuovo appuntamento qui, "in loco", a elezione avvenuta, per studiare insieme il da farsi in relazione ai numerosi problemi di cui il nostro territorio è portatore.
E' proprio questo che intendevo quando, nel mio ultimo articolo, parlavo della necessità di recuperare una partecipazione civica.
Scrivevo infatti:" Nessuna democrazia può reggersi senza una cittadinanza attiva che la sostiene.
E' inutile continuare a credere che esercitare la nostra sovranità popolare, termine che suona ormai un eufemismo, significhi solo partecipare all'appuntamento elettorale al momento del voto".
E aggiungevo: "serve un maggior controllo dei politici da parte nostra, a cominciare da quelli locali, in un'ottica di sussidiarietà. () Serve in definitiva un nuovo umanesimo civile".

Ecco la piacevole sorpresa di cui parlavo nel titolo: gli auspici che formulavo nel precedente articolo cominciano a trovare rispondenza in qualche candidato che, animato da un sincero spirito di servizio, decide di dedicarsi alla politica nell'ottica del bene comune.
Credo che le persone come Rosa De Pasquale, al di là delle scelte partitiche (per me è secondario il fatto che lei abbia deciso di candidarsi per il PD) debbano essere sostenute dalla noi cittadini e per far ciò è necessario che anche noi riscopriamo il nostro essere cittadini.
Molto opportunamente Rosa De Pasquale, rifacendosi a Don Milani e all'esperienza della Scuola di Barbiana, riproponeva il forte invito che Don Milani era solito rivolgere ai suoi allievi, spronandoli non a studiare per diventare notai, ingegneri, banchieri o altro ancora, ma a studiare per diventare autentici cittadini, Cittadini con la C maiuscola, che è la prima e più autentica vocazione di ogni essere umano.

Persone come la De Pasquale, a mio avviso, corrono un duplice rischio qualora risultassero elette: il primo è a loro ben noto; sanno benissimo infatti che in caso di elezione troveranno a Roma ogni sorta di ostacoli (potentati economici, intrighi di palazzo, egoismi personali) alle loro proposte. Ma direi che è proprio per abbattere tali muri di gomma che accettano la sfida della candidatura.
Il secondo rischio che loro corrono chiama in causa noi: non vorrei infatti che la candidata una volta eletta, tornasse come promesso a quel nuovo appuntamento con noi cittadini ed avesse l'amara sorpresa di non trovare nessuno.
Abbiamo la responsabilità, come cittadini attivi e partecipi, di non lasciare sole queste persone, anche se la nostra partecipazione attiva talvolta può avere un costo, specialmente in termini di tempo.
Tuttavia io credo che in realtà questa sia solo un'ipotesi astratta, perché la gente ha davvero voglia di cambiare pagina, di ricominciare, di trovare stili di vita nuovi e più sobri, di sostenere chi si impegna al nostro posto per cambiare il sistema perverso che da decenni "a comun danno impera".
E quindi in bocca al lupo, Rosa, lo diciamo a te e a tutti quelli come te che, in altri partiti, desiderano combattere delle buone battaglie per costruire una politica più mite.
State tranquilli che non vi lasceremo soli.