Comitato Italiano Progetto Hessdalen:
Una collaborazione congiunta pubblica e privata che funziona
Autore: Renzo Cabassi
Forse saranno i fantomatici "UFO", forse saranno
qualcosa d'altro, di nuovo oppure di antico. Da vent'anni, però,
sono ospiti nei territori della ricerca scientifica: gli unici
che hanno titolo ad una parola anche solo parzialmente definitiva
sulla loro esistenza e natura.
Parlo delle "sfere di luce" di Hessdalen.
A vederle così non hanno nulla di diverso da ciò
che nella stragrande maggioranza dei casi la gente riporta quando
asserisce di aver visto un "Oggetto Volante non Identificato".
Ciò che cambia, invece è quanto l'immaginario collettivo
ha costruito attorno agli uni (UFO, uguale astronave extraterrestre)
e gli altri (Fenomeni di Hessdalen, uguale "FLA", Fenomeni
Luminosi in Atmosfera). L'unica cosa che si può concedere
a quest'ultimi è quello di poterli definirli 'anomali',
senza nulla togliere ad un corretto approccio scientifico, metodologico.
Simile 'dignità' l'avrebbero potuta trattenere anche
i cugini scellerati dei fenomeni di Hessdalen, gli UFO. Ma gente
priva di scrupoli, oppure semplicemente ignorante ha fatto di
tutto per farli divenire addirittura un po' meno di un mito. E
nemmeno un 'bel' mito! Ormai ogni relazione con i fenomeni UFO
è quella standard a cui ci ha forzatamente abituato la
serie cine-televisiva "X File": rapimenti, impianti
alieni nel corpo dei testimoni, abusi di ogni genere nei disgraziati
contattati da alieni-alienati: la fantascientifica metemarfosi
di concetti tristemente reali della storia dell'uomo, come il
nazismo... ad esempio.
Ma nonostante i fenomeni UFO possano ancora vantare un residuo
5% di eventi inspiegabili, a loro è preclusa l'ospitalità
nell'universo galileiano del metodo scientifico. Il che' si può
capire ma non si dovrebbe accettare, da un punto di vista meramente
epistemologico. Ma questa è la realtà dei fatti.
Ma andiamo sotto al Circolo Polare Artico, in quella vallata
piccola e non densissimamente popolata. Lì, da oltre vent'anni,
appaiono periodicamente, ma secondo uno schema random sia temporalmente
che spazialmente, fenomeni luminosi. Lì, fortunatamente,
un 'ufologo' illuminato ha dismesso immediatamente gli abiti dell'ufologo
alla 'X File' e ha rivestito quelli del tecnico in grado di ragionare
in modo scientificamente valido. Erling Strand il suo nome e lavora
al dipartimento di Informatica e Automazione all'Øsfold
University College. La sua stazione automatica, piazzata nella
valle di Hessdalen, da molti anni registra eventi nel campo delle
radiofrequenze che alcune volte hanno avuto una controparte ottica,
mostrandoci eventi percettibili visivamente registrati da apparecchiature
televisive. Poi l'incontro di Erling Strand, al quale si è
unito Bjørn Gitle Hauge, con ricercatori italiani: Massimo
Teodorani, Flavio Gori, Stelio Montebugnoli, Jader Monari... scienziati
e tecnici del CNR e collaboratori esterni dell'Ente. L'anno scorso,
2000, una prima campagna di raccolta dati (di cui potete leggere
a http://www.itacomm.net/PH),
e quest'anno si replica. In questo 2001 però si aumenta
la 'posta in gioco'. La missione è particolarmente impegnata
ed attrezzata per tentare una registrazione ottica dei fenomeni.
Massimo Teodorani, astronomo e astrofisico, e Simona Righini,
laureanda... (ma forse quando sarà operativa, sù
in Norvegia, neolaureata...) in astronomia punteranno ogni energia
e risorsa umana nel tentativo di registrare dati spettrografici
dei fenomeni luminosi.
Una scommessa, indubbiamente, ma alcuni mesi di training sono
serviti a mettere a punto metodiche che permetteranno di agire
almeno su quegli eventi non rapidissimi e sufficientemente luminosi
che rappresentano una buona fetta statistica delle segnalazioni
di "Luci di Hessdalen".
Contemporaneamente Flavio Gori e Andrea Cremonini continueranno
a seguire l'aspetto radio delle fenomenologie in azione nella
vallata, per mettere ordine alla raccolta dati in automatico,
alla "Blue Box": la stazione automatica del Project
Hessdalen.
Più avanti, verso metà agosto (l'inizio della missione
è il 24 luglio), Montebugnoli e Monari si uniranno al gruppo.
E così, avanti fino a fine mese.
Un partner discreto dell'intera missione, come, almeno in parte,
in quella dell'anno scorso, il Comitato Italiano per il Progetto
Hessdalen, con i suoi 9 promotori di aerea emiliano-romagnola.
Compito del Comitato la raccolta di fondi per il viaggio e per
parte della strumentazione. Raccolta anche di disponibilità
di sponsor che hanno coperto alcune necessità strumentali
di oneroso acquisto.
Un esempio quindi di buona collaborazione tra scienziati, ricercatori
e appassionati e tra pubblico e privato.
In fondo, un risultato decisivo sta già in quanto fatto
fin'ora.