Autore: Paolo Manzelli LRE@UNIFI.IT
PREMESSA :
Le necessità del cambiamento mentale sono percepite anticipatamente
dall' arte ed in seguito dalla trasformazione dei paradigmi della
scienza. scienza. La tridimensionalità dello spazio e l'
unicità del tempo appartengono ad un modello di percezione
cartesiana del mondo nella quale si ritiene che le immagini siano
una riproduzione fedele della realtà. In vero la percezione
umana e storicizzata in quanto si modifica come conseguenza della
capacità creativa dell' uomo di costruire modelli mentali
innovativi di interpretazione della realtà, infatti dobbiamo
considerare che ciò che percepiamo è frutto di una
interattività biunivoca tra "Noumeno e Fenomeno"
come intuì Kant, riferendosi al fatto che il cervello diversamente
da un sistema fotografico elabora cognitivamente la rappresentazione
del mondo che percepiamo come proiezione significativa della realtà.
La percezione tridimensionale dello spazio è stata determinata
antropologicamente dalla necessità di sviluppare facoltà
mentali di riconoscimento della materia e del suo movimento. Tale
prospettiva percettiva diventa insufficiente quando il problema
epocale delle percezione immaginativa si focalizza sulla rappresentazione
non direttamente percettibile della energia. Allora la concettualità
del modello cartesiano entra in crisi.
Bolle di sapone su telaio Cubico : http://www.funsci.com/fun3_it/esper2/esper2.htm
Di tale problematica della necessità di un cambiamento
delle relazioni spazio-temporali , si è resa conto per
prima l'arte . Le immagini della pittura non potevano più
esercitarsi a competere con la fotografia ed il film nel riprodurre
fedelmente la realtà percepita mediante una concezione
tradizionale prospettica delle visione, ma si trovavano nelle
necessità di esprimere l'energia esprimibile da sensazioni
artistiche più profonde e dinamiche. La semantica della
espressione uni-dimensionale e lineare del tempo esprimibile in
termini "passato," "presente" e "futuro"
si associava perfettamente alla prospettiva nelle tre dimensioni
dello spazio ma tale visione era divenuta insufficiente a dare
una descrizione adeguata del divenire del tempo. Wassily Kandinsky
(1866-1944) così come Paul Klee (1879-1940) percepirono
l'esigenza di espimere l'energia emotiva superando definitivamente
la dimensione prospettica in una dimensione espressionista della
pittura. In particolare Kandinsky fu affascinato dalla relazione
tra la composizione musicale e quella artistica . Suono e tempo
venivano così a corrispondere ad onde bidimensionali nello
spazio e del tempo. Tale necessita interiore lo conduce ad esprimersi
in uno stile intuitivo di una rinnovata composizione pittorica
basata su proprietà non piu' rappresentative delle percezione
visiva di tipo prospettico.
Jean-Francois COLONNA: Virtual Space Travel Machine http://www.lactamme.polytechnique.fr/Mosaic/images/NCOR.L1.1.16.D/display.html
Pablo Picasso (1881-1973 ), nel periodo pittorico detto cubista
delle sua opera, si propose infatti di smontare il sistema percettivo
spazio temporale su cui era stata costruita la pittura accademica
sulla base della definizione delle regole della rappresentazione
prospettica. Prima di Picasso vari artisti cominciarono a svincolarsi
dalle leggi della costruzione prospettica. La pittura di Paul
Gauguin (1848- 1903) ha una risoluzione bidimensionale, che già
la rende antiprospettica, che fu il risultato di una sua sperimentazione
di come la cultura del tempo fosse diversa nelle molte culture
del mondo. Contemporaneamente Paul Cezanne (1839 - 1906) si impegnò
più consciamente a variare la prospettiva, in modo che
le parti che compongono i suoi quadri fossero percepite da angoli
di percezione diversi. L' idea di alterare l'unicità del
punto di vista, cioè il principio basilare della prospettiva,
collimò in seguito con la acquisizione della relatività
scientificamente pronunciata da Albert Einstein nel 1905 per cui
il tempo dipendendo dallo stato e dal moto dell' osservatore,
non può più essere sincronizzato da un unico punto
di vista. Picasso si spinse ancora più in là nel
modificare la logica prospettiva della percezione , ciò
in quanto non solo volle fornire una rappresentazione di una molteplicità
di punti di vista spaziali, generati come proiezioni bidimensionali
degli oggetti, ma tese a dare contemporanea evidenza alla evocazione
della forza espressiva di una realtà interiorizzata, la
quale attiva direttamente energia emotiva . In tal modo il Picasso
annullò del tutto ogni rapporto prospettico derivante da
una concezione dello spazio-tempo cartesiano, rivoluzionando in
tal modo il concetto stesso di quadro portandolo ad essere direttamente
una «realtà interiorizzata » e non piu' la
<<rappresentazione prospettica della realtà esterna
». Picasso cosciente di esprimere comunque la realtà
in una differente dimensione negò fermamente che la sua
pittura fosse astratta e perciò disse ad un intervistatore
" nothing is abstract art, it all has to come from
some where".
Il tempo e la percezione
L' immagine prospettica è limitata dal fatto che
può rappresentare solo un istante della percezione. Così
come nell' immagine fotografica il tempo viene fissato indefinitivamente;
ciò poichè è solo un peculiare momento quello
che viene ed essere fissato dall' obiettivo ovvero dalla prospettiva
di una immagine prospettica fissata sulla tela. Pertanto la prospettiva
coglie un solo punto di vista come una foto coglie solo un momento
quale immagine del fotogramma. Per dare una nuova visione non
più prospettica, l' espressionismo così come il
cubismo pittorico, propongono di esprimere artisticamente sensazioni
ed osservazioni percepite da più punti di vista. Salvador
Dalì (1904-1989) infine introduce nella rappresentazione
pittorica un nuovo elemento: la "bi-imensionalita del tempo".
Il tempo infatti assume la dimensione duale propria di una effettiva
durata, come conseguenza del fatto che per presentare la percezione
da più punti di vista l' osservazione non si può
limitare allo sguardo di un solo istante , ma il pittore si trova
ad esprimere il rapporto temporale della persistenza dell' immagine
effettivamente percepito durante la ricostruzione emotiva e razionale
della rappresentazione pittorica. Pertanto "Noumeno e Fenomeno"
si intersecano, generando, nel "GUERNICA" di Picasso,
proiezioni bidimensionali indicative di una rivelazione della
dualità della effettiva durata del tempo e dello spazio
prodotta dalla integrazione percettiva ed emotiva della espressione
pittorica della realà. La bi-dimensinalità del tempo
assume una particolare e nuova rilevanza nel surrealismo futurista
espresso da Salvador Dalì .Egli cambia radicalmente il
modo di concepire la "dimensione del tempo". Le ore
degli orologi molli sono diverse perchè il tempo si dissolve
e stemperandosi , non risponde più concettualmente ad una
successione lineare di falsi istanti, proprio in quanto tale rappresentazione
non appartiene più ad una visione univoca ed inalterabile
dello spazio tempo. Dalì eredita dal cubismo il desiderio
di percepire una dimensione quadridimensionale dello spazio tempo
per sbarazzarsi definitivamente dell' eredità della tradizione
e saltare al di là dell'ingessante finzione tridimensionale
della prospettiva rinascimentale.
Salvador Dalì - GLI OROLOGI MOLLI : la persistenza della
memoria
Il Tempo BIDIMENSIONALE
Appare singolare come, in due campi diversissimi tra loro
come l' arte e la scienza , si avverta la medesima necessità
di andare oltre la conoscenza empirica della realtà oggettiva,
per giungere a costruire nuovi modelli di descrizione e rappresentazione
di una realtà energetica , offrendo una nuova chiave di
lettura ai concetti generalmente sottesi alle teorie spazio-temporali
di descrizione degli eventi. Molto spesso infatti gli artisti
incorporano ed anticipano nella loro visualizzazione espressiva,
concetti innovativi della descrizione scientifica, che più
tardi verranno resi logicamente espliciti dalle scoperte degli
scienziati. Ciò e importante perchè viviamo sempre
più in un mondo globale di percezioni virtuali , prodotte
nei media dalla combinazione di onde di energia che tende a modificare
il senso del reale in uno spazio tempo virtuale, in cui e possibile
comunicare ed interagire senza muoversi pur attivando per via
telematica il movimento meccanico a distanza con un semplice click.
Tale "virtualizzazione delle realta' ", di fatto non
è possibile considerarla irreale, infatti genera un universo
virtuale parallelo a quello reale, considerato tale in quanto
tradizionalmente oggettivo, facente cioè' riferimento consolidato
alla materia anzichè alla energia ed alla informazione
da noi percepita ed elaborata cerebralmente. Pertanto il cambiamento
di mentalità e di conoscenze correlato alla rivoluzione
della percezione virtuale, oggigiorno non permette più
di considerare il tempo come uno scorrere unidirezionale ed irreversibile
degli eventi , datosi che l' immagine virtuale, ha il potere di
rendere reversibile il tempo delle immagini. La freccia del tempo
appartiene ormai al comportamento della materia, ma non più
a quanto si produce virtualmente come fruizione della energia.
Il modello tridimensionale dello spazio-tempo visibile nei media
di fatto e' fittizio poichè la effettiva dimensione dello
spazio in cui si osserva le immagini è bidimensionale ed
è solo il nostro cervello che ricostruisce la prospettiva
tridimensionale di fatto inesistente. L'invenzione dei media pertanto
crea immediatamente uno spazio di realtà nuovo, perché
consente nuovi tipi di azioni e nuovi tipologie di percezione.
I mass media rendono percepibile un mondo reale anche se intangibile
, che solo a volte esiste a distanza indipendentemente da noi
. In altri casi i media permettono di interagire con ambienti
totalmente virtuali (VIRTUAL REALITY) che rendono possibile percepire
gli effetti di questa azione percettiva generando sensazioni del
tutto simili a quelle del mondo oggettivo.
Il processo di cambiamento delle relazioni tra il TEMPO
E LO SPAZIO nella SCIENZA del Secolo XX
La riflessione su cambiamento delle dello spazio e del
tempo nelle scienza e ancora aperta e ben lontana da una univoca
conclusione. Infatti la scienza è un'esplorazione continua
di nuovi modi di pensare. Nel secolo scorso la scienza ha di fatto
modificato la nostra comprensione derivante dalla fisica classica
dello "spazio" e del "tempo".
Per primo Albert Einstein Einstein comprese che considerare lo
spazio come "contenitore" del mondo e il tempo come
ciò "lungo cui scorre" l'esistenza, non era più
possibile a causa della costanza della velocità della luce.
Pertanto lo spazio ed il tempo divengono entità relative
unificate in un continuo tetra-dimensionale, in base al quale
non è più possibile definire la traiettoria del
moto fornendone istante per istante la posizione e la velocità.
Interessanti furono le considerazioni sul cambiamento delle concezioni
dello spazio tempo del Prof. Giorgio Piccardi (1895-1972) Direttore
dell'Istituto di Chimica Fisica della Università di Firenze.
Piccardi ritenne che lo spazio tempo andava considerato come composto
da entità discrete a dimensione variabile. Tale idea la
sviluppò considerando i fenomeni di trasformazione chimica.
Piccardi infatti si domandava come fosse possibile spiegare la
variazione della velocita di reazione effettuata da un catalizzatore.
Il catalizzatore rimane inalterato alla fine della reazione, pertanto
la sua presenza non incide nell' aumentare la dinamica del moto
molecolare; in considerazione al fenomeno della catalisi chimica,
Piccardi concludeva che l'aumento o diminuzione della velocità
della reazione deve avere una relazione con lo scambio di energia
che modifica la durata e la dimensione dei quanti od atomi di
tempo. Infatti il catalizzatore permette di trovare una scorciatoia
della coordinata di reazione; ciò corrisponde a suddividere
la barriera di attivazione della reazione così da permettere
di effettuare un diverso percorso in cui si trovino più
basse barriere energetiche. La suddivisione della energia di attivazione
pertanto corrisponde a frantumare lo spazio-tempo di reazione
, così come si spezza un filone di pane per facilitarne
la edibilità. Tali cambiamenti della coordinata di reazione
ci dicono che le dimensioni effettive dello spazio-tempo possono
modificarsi. Per confermarlo il prof. Piccardi diceva a noi studenti:
ognuno di noi sa per esperienza, che a volte in particolari condizioni
di tensione psicologica un solo minuto non sembra passare con
la solita rapidità, allora si suol dire che il tempo non
passa mai, mentre al contrario, fuori in un momento di felicità,
si può dire che il tempo è volato via. Ciò
viene a dipendere dalla azione catalitica dei neuro-trasmettitori
nelle reazioni metaboliche che avvengono nel cervello . Pertanto
sappiamo che il tempo biologico non è mai riducibile ed
una serie di istanti equivalenti, poichè tale concezione
del tempo, come serie numerabile di istanti, è di fatto
solo una finzione accettabile nel caso che l'oggetto in moto non
si trasformi durante la traiettoria.
Per comprovare tale riflessione Piccardi mostrava a noi studenti che le cosiddette reazioni dell' Orologio (Clock Reaction) il cui andamento di trasformazione è facilmente visibile ad occhio nudo. Tali Clock Reaction sono chiamate così proprio in quanto avvengono in un tempo che rimane il medesimo, sia che il liquido di reazione venga fortemente agitato da un agitatore magnetico, sia che non si attui nessuna agitazione durante il tempo di trasformazione. Pertanto il tempo di reazione (a temperatura e pressione costanti) risulta indipendente dalla agitazione meccanica, e ciò fa riflettere sulla necessità delle scienza di capire le effettive modificazioni dello spazio-tempo che avvengono durante i processi di trasformazione. Inoltre gli studi di meccanica quantistica modificarono anch'essi le concezioni tradizionali dello spazio-tempo. Infatti il "Principio di Indeterminazione" di Werner Heisenberg (1927) afferma che non è possibile misurare contemporaneamente posizione e velocità di una particella, poichè maggiore è l'accuratezza nel determinare la posizione di un particella, minore diviene la precisione con la quale si può accertarne la velocità e viceversa. Quanto sopra introduce una nuova interpretazione quantistica della complessita della realtà, la quale associa in modo complementare i due differenti comportamenti, ondulatorio e corpuscolare.
La teorizzazione della duplice natura "ondulatoria e particellare" degli elementi fondamentali della natura, fu delineata chiaramente dal fisico teorico francese Louis De Broglie ( 1892- 1987), il quale nel 1924 propose un'ipotesi rivoluzionaria denominata "DUALISMO ONDA-CORPUSCOLO". De Broglie ammise che un fenomeno tipicamente corpuscolare, come il movimento di una particella, fosse sempre associato ad una onda di energia , la cui lunghezza dipendeva dalla massa e dalla velocità della particella. In seguito Davisson e Germer ( 1927) dimostrarono che gli elettroni manifestano proprieta' ondulatorie come se fossero guidati da una onda fantasma. Di conseguenza gli studi di meccanica quantistica rendono possibile ammettere che in una e limitata regione dello spazio-tempo, spazio e tempo possano essere letti come se di fatto potessero reciprocamente trasformare la loro natura. In seguito è stato dimostrato che anche fasci di atomi e molecole generano fenomeni di interferenza ondulatoria . Pertanto la doppia natura ondulatoria e corpuscolare della materia stabilita dall' ipotesi di De Broglie, fu confermata da tutti i successivi esperimenti di diffrazione della materia, i quali pertanto fecero superare la concezione sulla cui realtà la fisica classica non aveva mai dubitato e cioè che i fenomeni ondulatori e quelli corpuscolari fossero da considerarsi assolutamente distinti in quanto rispondenti a strutture spazio temporali non equivalenti. Ora invece, essi apparivano complementari come fossero due facce di una stessa medaglia. Pertanto la materia cominciava a perdere una parte della "corporeità tangibile" definita da tre coordinate spaziali ed una direzione temporale, che era da sempre stata attribuita alla materia , per descriverla nello spazio-tempo cartesiano.
In seguito alla interpretazione della "Meccanica Quantistica", la concezione dello spazio tempo cartesiano rimase pertanto applicabile solo ad aggregazioni macroscopiche della materia. In relazione al macro-cosmo, si puo infatti ritenere che l' impulso dell' onda associata alla singole particelle aggregate in un sistema macroscopico, non riesca ad assume un aspetto coerente di insieme tra le varie complementarietà tra onde e corpuscoli elementari. Pertanto con una simulazione virtuale, possiamo immaginare che il sistema molecolare aggregato a livello macroscopico come materia ( ad es una palla da tennis) si venga a trovare a ribalzare in una piscina dello spazio-tempo in cui le onde associate alle particelle sub atomiche o atomico-molecolari non generano l'energia necessaria per far uscire la palla da tennis dalle onde in movimento, cioè così da poter uscire dalle condizioni dello spazio tempo cartesiano definite da larghezza, lunghezza e profondità delle piscina. La palla in tal modo non riesce a superare la barriera di energia potenziale che ne impedisce la trasformazione. Pertanto solo nel caso di strutture macroscopiche della materia, si mantiene la possibilità di trattare lo spazio tempo cartesiano come fosse paragonabile ad un contenitore stabile in cui avviene il movimento di entità atomico-molecolari, di grandi dimensioni che rimangono identiche e sè stesse durante il moto. La dimensione cartesiana dello spazio tempo misurabile come larghezza (S1), lunghezza (S2) ed altezza (S3) e Tempo Lineare (T) , invece non ha più alcun valore se viene associata alla interpretazione delle dinamiche delle trasformazioni relative al mondo miscoscopico degli atomi e delle molecole.
Note le precedenti sintetiche riflessioni sulla scienza
del secolo XX , resta aperta la domanda di come sia possibile
immaginare come il tempo si trasforma in spazio e viceversa ????
Rammentiamo che il modo con cui abbiamo pensato lo spazio
riguarda la misura di distanze che permangono fisse viste in relazione
cioe' ad eventi statici. Il modo in cui abbiamo pensato il tempo
è quello di una estensione lineare della traiettoria percorribile
nello spazio, corrispondente all' intervallo in cui una sezione
del sistema considerato è in movimento ad una data velocità.
Il tempo e' quindi la misura relativa a tale intervallo. La relativita'
di Einstein (1905) ha in seguito permesso di considerare superato
definitivamente il carattere assoluto della distinzione tra spazio
e tempo che è stata propria della fisica classica. La difficoltà
concettuale che è rimasta ancora da superare è quella
relativa alla concezione di spazio-tempo, quando le distanze non
sono più statiche perchè si trasformano nel tempo.
Nel caso delle trasformazioni pertanto non è piu possibile
pensare il tempo come una freccia unidirezionale, proprio in quanto,
la concezione del tempo uni-dimensionale, determina la necessità
di concepire il futuro come una progressiva estensione lineare
del passato. Un diverso futuro prodotto da una trasformazione,
necessita invece di considerare il tempo come "bidimensionale",
in quanto la bi-dimensionalità del tempo rende possibile
ottenere una risultante temporale con una diversa orientazione
nello spazio ed una differente durata del tempo. Tale modifica
concettuale relativa alla "bi-dimensionalità del tempo",
in vero non ancora ben definita delle concezioni scientifiche
contemporanee, ma comunque la necessità di tale cambiamento
cognitivo va vista come conseguenza della esigenza contemporanea
di attuare un passaggio epocale tra la società industriale
e la futura società dell'economia della conoscenza.
A tale proposito possiamo ricordare che in tutte le epoche in cui è stato realizzato un profondo cambiamento della struttura produttiva, si è determinato anche un cambiamento delle concezioni dello spazio e del tempo. Ciò è avvenuto durante tutti i precedenti passaggi storicamente evolutisi di modifica sostanziale della struttura socio-economica, cosi come si e' avverano nelle transizioni tra la societa cacciatrice, agricola ed industriale nelle quali il tempo è stato concepito rispettivamente come alternanza, come andamento ciclico e come sviluppo lineare. Infatti ogni cambiamento storico dei sistemi di produzione corrisponde ad una modificazione delle relazioni spazio-temporali del lavoro e delle organizzazione della vita sociale. Ricordiamo inoltre come, tale esigenza di riconversione cognitiva delle relazioni tra spazio e tempo, fosse gia' compresa in modo lungimirante fin dalla mitologia dell' antica grecia. Urano, Crono, e Zeus rappresentarono nelle mitologia greca tre cicli delle conoscenze di interpretazione dello spazio tempo. CRONOS ( Saturno per i Romani) , figlio di Urano (il Cielo) e di Gea la Terra , per prendere il potere nella sua epoca dell' Oro , evirò il padre, cosi che non potesse avere altri figli ed uccise tutti i suoi figli avuti precedentemente da sua sorella Rhea, eccetto Giove (Zeus), poichè Rhea riusci a salvarlo. Zeus, rappresentò la seconda generazione del potere sul tempo e dello spazio nel cosmo e sulla terra, nella successiva età del ferro. Anche Zeus combattè il padre Cronos e lo esiliò lontano nel cielo incatenandolo in modo che non potesse più nuocere con il suo modo di gestire il mondo mediante le concezioni dominanti tra spazio e tempo che erano state proprie dell' antica età dell' oro. L' età dell'oro fu superata infatti quando PROMETEO rapì dall'officina di Vulcano una favilla di fuoco (fino ad allora riservato agli Dei) e ne fece dono agli uomini, affinché potessero giovarsene per plasmare il ferro in acciaio e vincere con le arti della fusione dei metalli, le guerre e le difficoltà di lavoro della vita agricola. La punizione di Giove fu terribile: Prometeo fu legato con catene di ferro ad una rupe del Caucaso, dove ogni giorno un'aquila scendeva su di lui a rodergli il fegato, che sempre rinasceva ad eternare la sua pena. Ciononostante la società degli uomini era divenuta produttiva ed i criteri di dominio sullo spazio ed il tempo in cielo e sulla terra erano cambiati . Zeus quindi rappresentò questo nuovo ciclo di trasformazione sociale ed economica causato dal fatto dell'aver innescato l'uso del potere del fuoco nello sviluppo della società degli uomini .
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Pertanto in ogni epoca di transizione, sia la scienza che l' arte e piu in generale la cultura, elaborano e comunicano di un cambiamento della concezione dello spazio e del tempo. Ritornando a noi che stiamo vivendo nell' epoca in cui sta avvenendo un profondo cambiamento tra la società industriale nella nuova società della economia della conoscenza, possiamo tentare di intepretare una traccia della trasformazione concettuale a riguardo del cambiamento delle precedenti concezioni sulle relazioni tra spazio e tempo. Sappiamo infatti che la materia e energia condensata nelle quale gli atomi vibrano attorno a stabili condizioni di equilibrio dinamico, visibili a livello macroscopico come strutture stazionarie. Quando l'ampiezza di vibrazione di equilibrio viene ampliata, ad esempio per un fenomeno di risonanza, allora possiamo ammettere che mentre l'oscillazione vicina all' equilibro è assimilabile ad una posizione (quasi) fissa nello spazio, viceversa la una ampiezza di vibrazione assai maggiore, la distanza può essere re-interpretata come oscillazione nel tempo.
Il dualismo onda-particella, afferma che le particelle elementari
(elettrone, protone, ecc) mostrano una duplice natura, sia corpuscolare
che ondulatoria, esattamente come i fotoni luminosi ovvero i quanti
vibrazionali (fononi). Tale dualismo anzichè essere concettualizzato
come antagonismo, può essere risolto. Tale risoluzione
è ottenibile pensando che l' aumento della ampiezza vibrazionale
possa essere descritto mediante la trasformazione di una coordinata
spaziale, del quadri-vettore relativo alla descrizione della particella
materiale (S1,S2,S3,T), in una coordinata temporale. Tale trasformazione
di una coordinata spaziale (S) in una Temporale (T), rende concepibile
capire come la particella venga trasformata in onda di energia
a cui corrisponde la seguente composizione del quadri-vettore
spazio-tempo (S1,S2,T1,T2). Cioè il quadri-vettore associato
all' onda di energia diventa così costituito da un BIT
di informazione spaziale (S1,S2 ) ed un BIT di informazione temporale
(T1,T2) . Ragionando pertanto sulla base di tale ipotesi di trasformazione
spazio-temporale , la "Bi-dimensionalita' del Tempo"
intuita in campo artistico, diviene attuabile per tramite della
precedente concezione delle trasformazioni associate alla risoluzione
del dualismo tra onda-particella. Tale intepretazione dei possibili
cambiamenti delle relazioni spazio tempo conduce a considerare
la energia vibrazionale, come fosse strutturata in forma di membrane
(Branes) "bidimensionali nello spazio e nel tempo".
Tali membrane quando collidono con la materia assumono una dimensione
spazio-temporale cartesiana , generando fotoni, o fononi od altre
particelle di energia le quali pertanto assumono una struttura
spazio-temporale equivalente a quella delle particelle materiali,
cosi da poter ottimizzare le loro condizioni di interazione tra
energia e materia. Da questo modo di ragionare basato sulla possibilità
di trasformazione della concezione dello spazio in tempo e viceversa,
l'energia associata all' onda incidente (Brane) va ad assumere
nella interazione con la materia, la stessa forma spazio-temporale
di una particella materiale, la quale possiede un'unica direzione
temporale e tre coordinate spaziali.
A partire da tali semplici considerazioni si può ritenere
ad esempio che sia possibile effettuare il "tele- trasporto"
di una onda associata ad una particella, proprio in quanto si
puo trasformare un fotone nella sua componente associata come
onda . Quest' ultima essendo definita da due bits spazio-temporali,
che ne costituiscono la informazione, può divenire trasferibile
sia nella direzione del passato che del futuro in quanto il "Brane"
è un sistema chiuso percorribile nelle due direzioni. Differentemente
il tele-trasporto delle particelle materiali, diviene praticamente
impossibile in quanto la trasformazione di una componente dello
spazio in una dimensione temporale della onda associata alla particella
risulta essere inconvertibile, proprio in quanto tale trasformazione
destabilizzerebbe in modo irreversibile la energia del sistema
condensato come materia.
In conclusione bisogna ammettere che le vecchie concezioni dello
spazio e del tempo, hanno ormai perso ogni significato tradizionalmente
acquisito, ed oggi si comincia a percepire la necessità
di un cambiamento nel quale il senso del reale va costantemente
posto in relazione a ciò che è virtuale.
La realtà pertanto diviene eterogenea cosi come come di fatto è molteplice la relazione tra onde di energia e le particelle che costituiscono la base fondamentale delle interazioni tra materia ed energia. Infine queste brevi riflessioni sulle capacita dell' arte e della scienza di collimare come espressioni complementari di un cambiamento storico delle concezioni che rendono significativa la percezione umana dello spazio e del tempo, le riteniamo importanti ed aperte ad una fertile discussione tra artisti e scienziati , proprio al fine di sviluppare una più cosciente interazione tra arte, scienza e creatività, cosi da realizzare una accelerazione catalitica del cambiamento cognitivo, ancora oggi non definitivamente concluso, ma che comunque si fonda su una riflessione basata su una profonda modifica della interpretazione delle relazioni spazio temporali nella evoluzione della intelligenza umana, quale fenomeno determinante della transizione tra la vecchia ed obsoleta società industriale e la nuova società della conoscenza.
Resonator : http://www.ericjhellergallery.com/index.pl?page=image;iid=34