ARCHEOLOGIA DEL PASSATO CONTEMPORANEO.

 

 

Autore: Giorgio Turi

 

 

In un recente libro inglese, "Archeology Basic", si trova questa definizione: "Il passato consiste in un segmento (scelto arbitrariamente) di un continuum temporale, che finisce al momento presente".

Vediamo come queste scelte sono state fatte nel campo archeologico.

Un primo segmento - sollecitato dall'entusiasmo, anche un po' estetizzante, per le straordinarie scoperte fatte nel Vicino Oriente, in Egitto, Grecia, Etruria e Roma - fu quello studiato dall'Archeologia Classica.

Ma subito - legato anche alla ricerca delle origini dell'umanità - venne trovato all'indietro un altro segmento, indagato dall' Archeologia Preistorica.

Seguì poi un altro segmento, quando coi tanti resti dei "secoli bui" (per gli studiosi classici) si scoprì l' Archeologia Medievale.

E subito dopo comparve l' Archeologia Postmedievale: se ne conosceva l'inizio ma rimase, per un po' di tempo, indeterminato l'altro estremo.

Però negli anni '50 del secolo scorso - lasciando ancor più sconcertati gli studiosi classici, arroccati nelle certezze del loro "bello ed importante" - quando in Inghilterra si misero entusiasticamente a studiare le fabbriche abbandonate, le macchine arrugginite e gli archivi delle imprese, nacque l' Archeologia Industriale.

Infine questo segmento si è allungato sempre più fino a tocccare e talvolta confluire nell' Archeologia Contemporanea, sul confine col tempo presente.

Nei Paesi occidentali, col progredire delle tecnologie, la funzionalità degli oggetti e degli edifici viene giudicata non più adeguata e superata: accade allora che quelle opere vengano prima abbandonate e poi spesso distrutte e buttate nelle discariche.

Oppure, più di rado, gli oggetti, se reputati validi esteticamente ed interessanti commercialmente, passano al mercato antiquario (il così detto modernariato).

Il collezionismo rappresenta una via di salvezza senz'altro encomiabile seppure ristretta a pochi appassionati, talvolta incapaci di attente scelte ed accurata conservazione.

Quanto agli edifici, spesso vengono riutilizzati con nuove funzioni. Alle volte, tolti dal loro contesto ambientale e trasformati in parte o del tutto, diventano incomprensibili a chi non vi ha convissuto ed a chi non sa analizzarli nella loro storia.

Tante e spesso difficilmente accessibili sono le collezioni private di oggetti contemporanei.

Ma si possono visitare anche numerose raccoltte pubbliche.

Si hanno Musei relativi ad ambienti ed oggetti della vita domestica del Novecento.

Inoltre Musei dei Mestieri Abbandonati, dal Navicellaio fluviale al vetturale, al costruttore di carri, al fornaciaio e mattonaio, dal setaiolo al linaiolo, al minatore (in musei diffusi nel territorio).

Si trovano molti Musei della civiltà contadina, ricchi di tanti strumenti agricoli, ormai sconosciuti ai più.

E poi Musei delle Imprese, anche in fabbriche recuperate (musei di se stessi), con macchine e prodotti industriali dei generi più vari.

Ed anche Musei delle Comunicazioni con reperti dei tanti servizi svolti sia a piedi, che a cavallo con o senza vettura, in bicicletta o per mezzo del treno, l'autotrasporto e perfino l'aereo.

Ed ancora Musei dell'Ultima Guerra Mondiale, sia entro edifici con raccolta di armi, divise ecc, che diffusi all'aperto con percorsi in trincea, fortificazioni ecc.

Tra le ultime scoperte relative a questo conflitto bellico troviamo: Un bunker sotterraneo, di 300 metri quadrati, trovato casualmente a Berlino negli anni novanta, costruito da Hitler per l'ultima difesa della capitale, completo di letti, stovigle, servizi, munizioni ecc.

Il sommergibile italiano Scirè, affondato dagli Inglesi a Haifa nel 1942: nel 2002 alcuni sommozzatori Italiani si calano in mare per apporvi una lapide, in attesa del recupero e del restauro.

Un carro armato Sherman Duplex Drive (anfibio), uno speciale prototipo USA mai utilizzato in campagne belliche e del quale per 60 anni si era persa ogni memoria, viene nel 2002 recuperato da sommozzatori Italiani nel mare di Salerno. Restaurato, è ora nel Museo di Piana delle Orme di Latina assieme ad altre centinaia di mezzi da guerra.

Sempre nel 2002 un bunker bellico Italiano, costruito sulle alpi della Val d'Aosta, è stato di recente commissionato per lo studio di un archeologo.

L'archeologia oggi sta studiando anche altre situazioni, dovute a gravissimi eventi molto più vicini a noi:

Le tombe dei Desaparecidos argentini, causati dalla dittatura dal 1976 al 1983.

I cimiteri degli stermini di massa avvenuti in Bosnia negli anni '90.

"I tesori dei rifugiati", dalle scarpe afghane ai giocattoli angolani, ecc, vengono presentati in mostre itineranti dall'Australia all'Europa dai Medici senza Frontiere.

Lo scavo archeologico delle Fondazioni della Torri Gemelle di New York, costruite nel 1973 e distrutte l'11 settembre 2001, è tra le ultime campagne annunciate.

Dei milioni di "cadaveri elettronici" viene trattato in tre articoli de l'Internazionale del 25 ottobre 2002. Si parla di radio, televisori, telefoni cellulari ecc, invecchiati in poco tempo per la rapidissima obsolescenza di questi apparecchi.

Troviamo un quadro di situazioni ambientali e geografiche molto diverse: in Francia si nota che il riciclaggio ha costi molto superiori al semplice smaltimento rifiuti.

Invece alcune ditte in USA, Canada e Messico, svolgono un tipo speciale di recupero e riciclaggio di computer usati che poi spediscono in Ecuador.

Infine a Guiyi nella Cina meridionale le tonnellate di materiali elettronici provenienti dagli USA, Giappone, Corea del Sud e Cina stessa, vengono recuperate tramite riciclaggio da parte di centomila lavoratori. Provenienti dalle zone più povere della Cina, lavorano con minimi compensi ed in condizioni altamente nocive ed incontrollate (caldo umido vicino a 40°in mezzo a polvere di plastica frantumata, fusa e fumante, immersi fra rifiuti inquinanti, come piombo, cromo, bario e mercurio).

In Italia, invece, scopriamo che vengono prodotti, mediamente, 500 chili di rifiuti annui a testa (notizie dell'ANSA del 30/10/2002).

Dal punto di vista ambientale sappiamo che il recupero energetico è solo del 10% e soltanto il 14% viene raccolto in modo differenziato. E quindi, da una parte, se non vi sarà un mutamento deciso nell'affrontare le cose, possiamo solo sperare di non rimanere in futuro sommersi dai nostri 28 milioni di tonnellate di rifiuti annui. Invece, dal punto di vista del recupero storico (e l'archeologia si è spesso trovata in mezzo ai rifiuti, seppure mai così inquinanti), sarà interessante sapere se i posteri saranno capaci di ricostruire pezzi della nostra storia. Con lo scavo delle immense e diffuse discariche sarà molto difficile individuare perfino la provenienza degli oggetti ritrovati.

Potrà sopperire la vecchia fotografia, il filmato, il racconto scritto o verbale, la ricostruzione spesso solo a memoria, senza aver quasi mai di fronte l'oggetto materiale concreto nel suo contesto?

Si segnalano infine alcuni particolari strumenti, che proprio in questi ultimi decenni sono diventati obsoleti, non più usati, ormai superati dalle incalzanti novità tecnologiche. Ne elenchiamo alcuni:

Tavoli da disegno tecnico, assieme a righe a T, Squadre e Tecnigrafi, Penne a china professionali, (Graphos, Rapidograph ecc), Compassi di precisione a matita ed a china, Regoli calcolatori provvisti di aste fisse e scorrevoli, utili un tempo per calcoli rapidi, seppur approssimati. Macchine calcolatrici elettriche, veri mobili da studio tecnico degli anni '60. La "Divisumma Olivetti" è già accolta in prestigiosi musei come il Science Museum di Londra, fin dagli anni '80 e più di recente nel Museo della Scienza di Firenze. Macchine da scrivere a tastiera meccanica, apparecchi fotografici meccanici, macchine tipografiche a caratteri mobili.

Anche per questi ultimi strumenti il rischio è sempre quello già descritto: nella corsa frenetica all'eliminazione di tutto ciò che è diventato vecchio ed inutile (anche per mancanza di spazi di deposito), che non rimanga nel futuro nemmeno un campione tipologico concreto della vita di oggi.

E così l'archeologia contemporanea del tempo presente, col passsare rapido degli anni, potrebbe diventare la ricerca di un passato recente, che è rimasto vuoto, senza reperti e senza memoria.