Cari Amici de LoScrittoio.it, abbiamo il piacere di presentare un nuovo Amico: Gian Luca Garetti, medico appassionato del proprio lavoro ed anche attivo su vari fronti che lui stesso spiega nella tradizionale breve autopresentazione. Breve ma estremamente pregnante che da sola fa venir voglia di chiedergli  di raccontarci di più. E in effetti Gian Luca ci offre un primo spaccato dei suoi interessi professionali che vanno a incrociarsi con quelli personali. Questo contributo è dedicato alla questione "inceneritori", un argomento scottante, delicato e assai presente per la qualità della vita di molti di noi. Il presente e il futuro nostro e dei nostri figli e nipoti può dipendere da questa scelta (inceneritore si, oppure no) in maniera assai importante. Vogliamo saperne di più? Leggiamo l'articolo del Dr Gian Luca Garetti. Da parte de LoScrittoio.it ringraziamo l'Autore per aver cortesemente accettato l'invito a scrivere per la nostra Rivista. Sinceramente ne siamo orgogliosi e ci auguriamo che non rimanga isolato.



Gian Luca Garetti: Autopresentazione.


Medico di base e psicoteraputa, mi occupo della cura dell' ambiente naturale e dell' ambiente mentale. Faccio parte del Coordinamento Nazionale dei Comitati dei Medici per la Salute e per l'Ambiente e collaboro coi Comitati ambientalisti. In particolare sono un sostenitore del paradigma Rifiuti zero e ritengo gli inceneritori, o cancrovalorizzatori, del tutto inutili e dannosi.

La democrazia dal basso, è il tema distintivo del mio far politica per coltivare la città, e per questo mi sono candidato nella lista PerUnaltracittà alle elezioni comunali di Firenze, ed a quelle provinciali a Greve in Chianti. 

Ho lavorato come antipsichiatra per tanti anni, nel servizio pubblico, attualmente promuovo gruppi gratuiti di psicogiardinaggio, per l'autogestione della mente, che paragono ad un giardino abbandonato, basati sulla tecnica M.A.R.A (meditazione.autogestione.rifiuti.accoglienza), 

Lo psicogiardinaggio è una pratica niente di speciale, cioè del tutto ordinaria, per cittadini attivi e dissenzienti, per un modo di essere, solidale, con se' stessi, con gli altri, con il mondo. 

La scelta vegetariana, si inserisce in questa ricerca di unaltromondo migliore possibile, anche per gli animali




La corretta gestione dei rifiuti e gli inceneritori

 


Autore: Dr Gian Luca Garetti

Coordinamento Nazionale dei Comitati dei Medici per la Salute e per l'Ambiente (Toscana)



Riduzione dei rifiuti, raccolta differenziata porta a porta, con prima essenziale differenziazione dell'umido da compostare per ottenere humus di qualità, poi riuso, piattaforme di riciclo dei materiali differenziati, e per la frazione secca residua impianti con modalità di estrusione, c.d “Vedelago”. Questo è il paradigma Rifiuti zero, un sistema di gestione di rifiuti, alternativo ad inceneritori e discariche, praticabile da subito ed ovunque, che non è dannoso per la salute, risparmia materie prime e fonti energetiche(invece di bruciarle), crea lavoro ed occupazione, mantenendo le risorse economiche sul territorio locale, invece di regalarle alle corporazioni impiantistiche industriali e finanziarie multinazionali. Rifiuti zero è quindi anche una fondamentale risposta alla crisi economica attuale.

 

E gli inceneritori? 

 

Gli impianti di incenerimento rientrano fra le industrie insalubri di classe I in base all’articolo 216 del testo unico delle Leggi sanitarie (G.U. n. 220 del 20/09/1994) e qualunque sia la tipologia adottata (a griglia, a letto fluido, a tamburo rotante) e qualunque sia il materiale destinato alla combustione (rifiuti urbani, tossici, ospedalieri, industriali, ecc) danno origine a diverse migliaia di sostanze inquinanti, di cui solo il 10-20% è conosciuto. La legge prevede controlli solo per alcuni di essi, per poche volte all’ anno, spesso con autocertificazione della ditta; per le diossine ad es. i controlli sono previsti per 2-3 volte all’anno da un minimo di 6 ad un massimo di 8 ore.

In Italia per confondere le idee alla gente li chiamano termovalorizzatori ed usufruiscono dei CIP6, certificati verdi, una tassazione impropria che tutti noi paghiamo nella bolletta Enel, con una quota pari al 7%, perchè con un artificio si è riusciti ad equiparare la spazzatura alle energie rinnovabili!

Negli U.S.A dal 1995 non costruiscono più inceneritori, perchè non convenienti economicamente senza incentivazioni statali. Invece nel nostro paese, anche a bruciare acqua ci si guadagna, ecco spiegato perchè li vogliono costruire a tutti i costi: chi li costruisce e li gestisce avrà in tasca un sacco di soldi, secondo il postulato che le grandi opere(vedi TAV, Ponte sullo stretto ecct) servono solo a chi le fa!

 

Inceneritori ed informazione

 

Berlusconi, fingendo di inaugurare l'inceneritore di Acerra, ha detto che inquina come tre macchine, altri avevano detto come quattro motorini; il prof.U.Veronesi, dice che sono ad emissioni zero, poi però ammette che lui di inceneritori non se ne intende; sul sito istituzionale del Governo Italiano (1) si legge: “Il loro impatto ambientale[degli inceneritori] è paragonabile a quello conseguente a normali situazioni di traffico urbano”. E’ stupefacente che il traffico urbano venga, a seconda di ciò che torna più utile, ora indicato come fonte precipua dell’inquinamento ora, come in questo caso, di non particolare rilievo, al fine di sminuire l’impatto dell’inceneritore ( il “normale traffico urbano” a Firenze causa direttamente per il PM10, 347 morti anno!); altri politici fanno un discorso di questo tipo: certo aumenterà un po' l'inquinamento da diossina e nanopolveri (altamente cancerogeni e letali), ma tanto ce n'è già così tanto in giro che un pò più, un po' meno, che vuoi che sia! (per questo cd.effetto di confondimento, impiantano gli inceneritori nel posti più inquinati)

Una informazione distorta, tende a tutelare gli interessi economici, a discapito della salute dei cittadini.

 

Gli inquinanti degli inceneritori

 

Fra gli inquinanti emessi dagli inceneritori possiamo distinguere le seguenti grandi categorie: Particolato - inalabile (PM10), fine (PM2.5) ed ultrafine ( inferiore a 0.1 micron) - metalli pesanti, diossine, composti organici volatili, ossidi di azoto ed ozono. Si tratta in molti casi di sostanze estremamente tossiche, persistenti, bioaccumulabili; in particolare si riscontrano: Arsenico, Berillio, Cadmio, Cromo, Nichel, Benzene,Piombo, Diossine, Dibenzofurani, Policlorobifenili, Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA) ecc. 

Le conseguenze che ciascuno di essi, a dosi anche estremamente basse, esercita sulla salute umana sono documentate da una vastissima letteratura. Gli inquinanti emessi dagli inceneritori esplicano i loro effetti nocivi sulla salute delle popolazioni residenti in prossimità degli impianti o perché vengono inalati, o per contatto cutaneo, o perché, ricadendo, inquinano il territorio e quindi i prodotti dell’agricoltura e della zootecnia. Questo è il caso in particolare delle diossine. Si sono registrate contaminazioni in allevamenti siti in prossimità di impianti di incenerimento a Brescia, nel 2007, ove si è dovuto distruggere il latte bovino per eccessi di diossine e PCB dioxin-like, e del tutto recentemente il 9 aprile 2009 è stata presentata una interrogazione al Parlamento Europeo circa una diffusa contaminazione da diossine in alimenti in Toscana, intorno all'inceneritore di Montale (Pt).

 

Inceneritori e salute

 

La letteratura medica segnala circa un centinaio di lavori scientifici costituiti da studi epidemiologici condotti per indagare lo stato di salute delle popolazioni residenti intorno a tali impianti e/o dei lavoratori addetti. Sono segnalati numerosi effetti avversi sulla salute, sia neoplastici che non, ed una accurata revisione è quella riportata negli Annali dell’ Istituto superiore di Sanità (2). Gli effetti non neoplastici più segnalati: alterazione nel metabolismo degli estrogeni (3), incremento dei nati femmine e parti gemellari (4-5), incremento di malformazioni congenite (6-7), ipofunzione tiroidea, disturbi nella pubertà (8) ed anche diabete, patologie cerebrovascolari, ischemiche cardiache, problemi comportamentali, tosse persistente, bronchiti, allergie. Ancor più numerose e statisticamente significative sono le evidenze per quanto riguarda il cancro: segnalati aumenti di: cancro al fegato, laringe, stomaco, colon-retto, vescica, rene, mammella. Particolarmente significativa risulta l’associazione per cancro al polmone (9-10) ,linfomi non Hodgkin (11-12-13-14), neoplasie infantili (15) e soprattutto sarcomi, patologia ormai considerata “sentinella” dell’inquinamento da inceneritori (16-17-18). 

Studi condotti in Francia ed in Italia hanno evidenziato inoltre conseguenze particolarmente rilevanti nel sesso femminile. In particolare nella ricerca condotta da La Veille Sanitarie in Francia nel 2008 (19)nelle popolazioni residenti in prossimità di impianti di incenerimento, si sono avuti eccessi di sarcomi, linfomi non Hodgkin, cancro al fegato, di tutti i cancri nelle donne ed incremento del rischio di incidenza per mieloma multiplo in entrambi i sessi. Risultati altrettanto preoccupanti sono quelli che emergono dallo studio condotto nel quartiere di Coriano a Forli, nell’ ambito dello studio Enhance Health, finanziato dall’ UE (20), con eccessi, statisticamente significativi, nelle donne sia per un aumento del rischio di morte per tutte le cause, che per la mortalità da tumori (specie colonretto, mammella e stomaco).

 

I “nuovi” impianti di incenerimento

 

Non ci sono dati epidemiologici in grado di dimostrare scientificamente la millantata innocuità di questi impianti, data la loro recente introduzione. La taglia assai maggiore dei nuovi impianti rispetto ai precedenti si traduce in una maggiore massa di inquinanti immessi in atmosfera. La maggiore efficacia dei sistemi di abbattimento delle immissioni in atmosfera determina il trasferimento degli inquinanti (in particolare i più pericolosi e persistenti) dai fumi ai rifiuti prodotti dall’incenerimento e quindi una ridislocazione nel tempo e nello spazio dell’impatto sanitario e ambientale. Infatti anche gli inceneritori cosiddetti di "ultima generazione" hanno la necessità di discariche di servizio, in ragione del 20-30% della massa dei rifiuti in ingresso a cui si aggiunge un ulteriore 3-5% di rifiuti altamente pericolosi, costituito dalle ceneri volanti e dai residui degli impianti di abbattimento.

Infine una delle problematiche più importanti poste dagli impianti di nuova generazione, è proprio quella della formazione di ingenti quantità di particolato fine e soprattutto ultrafine, tanto primario quanto secondario, in proporzioni ben superiori a quelle dei precedenti inceneritori; nei confronti di questo tipo di particolato, anche le più recenti e migliori tecnologie si rivelano inefficaci, essendo in grado, nel migliore dei casi, di trattenere solo una parte della frazione fine, mentre sono del tutto impotenti nei confronti di quella ultrafine che ha effetti gravissimi sulla salute umana.

 




Bibliografia:

 

  1. 1) http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/rifiuti_piano_salute/index.html

 

  1. 2)Franchini, M., et al. - Health effects of exposure to waste incinerator emissions: a review of epidemiological studies, Ann. I.S.S.( 2004)
  2. 3)Yoshida J -Effects of dioxin on metabolism of estrogens in waste incinerator workers-
  3. Arch Environ Occup Health.( 2005 )Jul-Aug;60(4):215-22.
  4. 4)Lloyd OL et al – Twinning in human populations and in cattle exposed to air pollution from incinerator. Br J Ind Med (1998); 45:556-60
  5. 5)Williams FL et al – Low sex ratios of births in areas at risk from air pollution from incinerators, as shown by geographical analysis and 3-dimensionnal mapping - Int J Epidemiology ( 1992); 21: 311-19

 

  1. 6)Dolk H et al- risk of congenital anomalies near hazardous waste lanfill sites in Europe EUROHAZCON study Lancet (1998); 352:423-27

 

  1. 7)Tusscher GW et al – Open chemical combustions resulting in a local increased incidence of orofacial clefts. Chemosphere (2000); 40: 1263-70

 

  1. 8)Staessen JA et al -Renal function, cytogenetic measurements, and sexual development in adolescents in relation to environmental pollutants: a feasibility study of biomarkers - Lancet (2001) ; 357:1660-9

 

  1. 9)Miyake Y et al -Relation between distance of school from the nearst municipal waste incineration plant anh child health in Japan- Europ. Jour. of Epidemiology (2005) 20 : 1023-1029

 

  1. 10)Barbone F et al Comparison of epidemiological methods in a case control study of lung cancer and air pollution in Trieste Italy – Epidemiol Prev 1995; 19: 193-2005

 

  1. 11)Biggeri A et al Pollution and lung cancer in Trieste; Italy spatial analysis of risk as a function of distance from sources- Environ Health Perspect 1996; 104(7): 750-54

 

  1. 12)Floret N et al-Dioxin emissions from a solid waste incinerator and risk of non Hodgkin lymphoma- Epidemiology 2003;14( 4):392-98
  2. 13)Floret N -A municipal solid waste incinerator as the single dominant point source of PCDD/Fs in an ara of increased non –Hodgkin’s lymphoma incidence - Chemosphere (2007) Jul; 68(8): 1419-26. 

 

  1. 14)Biggeri A et al Mortalità for non Hodgkin lymphoma and soft-tissue sarcoma in the surrounding area of an urban waste incinerator. Campi Bisenzio (Tuscany, Italy) 1981-2001 Epidem Prev (2005) May-Aug;29(3-4):156-9 

 

  1. 15)Bianchi F et al Mortalità for non Hodgkin lymphoma in the period 1981-2000 in 25 Italian municipalities with urban solid waste incinerators Epidem. Prev (2006) Mar-Apr;30(2):80-1. 

 

  1. 16)Knox EG “ Childhood cancers and atmosferic carcinogens” in Jour. of Epidemiology and Community Health 2005; 59: 101-105

 

  1. 17)Viel JF et al “Soft-tissue sarcoma and Non Hodgkin’s Lymphoma clusters around a municipal solid waste incinerator with high dioxin emission levels” in Am. J Epidemiol. 2000, 152 (1):13-9P. 50) 

 

  1. 18)Comba et al “ Risk of soft tissue sarcomas and residence in the neighbourghood of an incinerator of industrial wastes” in Occup.Environ.Med 2003; 60: 680-683

 

  1. 19)Zambon, P et al. - Sarcoma risk and dioxin emissions from incinerators and industrial plants: a population based case-control study (Italy), Environmental Health( 2007) Jul 16;6:19

 

  1. 20)Etude d’incidence des cancers a proximitè des usines d’incineration d’ ordures menageres Institut de Veille Sanitaire, Sant Maurice Fabre P. (2008) (accesso 01/02/09) http://www.invs.sante.fr/publications/2008/rapport_uiom/rapport_uiom.pdf

 

  1. 21)Report finale Progetto Europeo “Enhance Health” – Interreg IIIC East Program, pdftp://www.arpa.emr.it/cms3/documenti/_cerca_doc/rifiuti/inceneritori/enh_relazione_finale. (accesso 01/02/2009)