Per una diversa prospettiva.



Autore: Flavio Gori


Finito, obsoleto. secondo qualcuno è indicibile la stessa parola. Secondo altri è ormai ridicolo. 


Può uno strumento di analisi che è nato e si è evoluto per studiare la forma di potere economico e politico capitalista e che ha dimostrato di saper offrire ed evidenziare spunti discriminanti e capace di proporre alternative di visione globale rispetto al potere capitalistico, diventare obsoleto, ridicolo e finito se quello stesso potere è tuttora in sella con caratteristiche di base immutate? E può essere definito inutile uno dei pochi strumenti che ha dato buoni risultati nei confronti dello strapotere economico? Sorge il dubbio che chi così lo definisce potrebbe avere interesse a far si che in questo modo venga percepito, al solo scopo di salvarsi dal vuoto che contraddistingue l’ideologia del capitale.


Il marxismo è una teoria, uno strumento di analisi e proposizione alternativa rispetto al capitalismo, con una visione assai diversa fin dalla radice ultima. Come tale non può (e non è nato per) restare immobile. Deve essere in grado di evolversi sulla base dell'ambito circostante ma ciò non implica affatto che debba negare o tradire le proprie fondamenta teoriche, anche quando la comparazione avviene con un soggetto che di sè stesso propone solo variazioni superficiali, di facciata, adeguamenti ai tempi (che esso stesso suggerisce).


Siamo d'accordo che il marxismo sarà adeguato ai tempi solo se i suoi interpreti umani ne sono capaci, o si pensa che sia un problema intrinseco di questa teoria? 

Parliamone.

Tenendo fede alla sua genesi, il comunismo si confronta con il capitalismo e, dall’evaporazione dell’USSR, con una sua versione dissennata: il liberismo; molti anche a sinistra hanno dato credito al suo fondamento più tipico: il mercato regola tutto. Anche il sociale. Questo fondamento ha effettivamente mostrato di essere così inadeguato da rendere ridicolo anche chi lo professava in quanto legge economica. Che tipo di analisi avevano compiuto questi esperti prima di esprimersi?

 

Se il capitalismo si evolve e continua a vivere e a prosperare restando legato ai suoi fondamenti iniziali (in qualche caso adeguati ai tempi), perché lo stesso diritto non viene riconosciuto al marxismo? 


Uno potrebbe pensare: perché lo si vuole liquidare al più presto dato che l'attuale situazione socio-economica degli anni 2001-2009 si adatta magnificamente all'analisi marxiana ed alcune previsioni di Carlo Marx lo testimoniano scientificamente. Credo che nessuno voglia nascondere questa realtà. Neanche nella sponda politica di destra, per quanto a mia conoscenza. Specie in quella meno superficiale e populista.


E a sinistra?  

Siamo d'accordo che una teoria politico/filosofica ha necessariamente bisogno di persone che la mettano in pratica. Ma scambiare questi con la teoria stessa (specie se non se ne rispettano almeno le basi), mi sembra fuorviante e superficiale. 


Dobbiamo riflettere sul fatto che un'errata  applicazione (se davvero così la vogliamo definire, a me sembra sia stata tutt'altra cosa) avvenuta nel corso del '900, non può divenire un esempio assoluto e di conseguenza diventare la scusa per una continua distruzione  a 360°, sia da parte della destra che di buona parte della sinistra (anche quella in precedenza autodefinatasi comunista), di una teoria di scienza della politica che ha dato notevoli esempi di adeguatezza.

 

Come se parte della sinistra avesse introiettato concetti disgreganti elaborati dai teorici del capitalismo, se non del populismo, e in questi ultimi mesi si sia decisa a metterli in pratica con costanza certosina. Una rivoluzione al contrario se non un cavallo di troia.


Le parole contano e pesano. I fatti ancora di più. Lo stato attuale della vita sociale, economica e politica nel mondo risulta essere ben trattabile dalla teoria marxista. L'interesse per l'opera dello studioso tedesco sta aumentando in ogni parte del mondo, nonostante tutto e molti. La destra stessa sta cercando di capirne di più forse allo scopo di parare eventuali bordate da sinistra (qualora arrivassero). Ma notiamo un certo interesse anche verso Antonio Gramsci e Don Lorenzo Milani, come se la destra più attenta avesse deciso di meglio conoscere gli intellettuali illuminati di altre parti politiche, presumibilmente per verificare l’inglobabilità di certe loro idee nelle proposte nell’area di riferimento della destra politica.



Un Nuovo Ciclo alle porte.

Eppure questo risveglio d'interesse per Marx e i suoi concetti, anche in certa sinistra, mi fa ipotizzare di essere all'alba di un nuovo ciclo abitato da persone pensanti nonostante gli omogeneizzati televisivi copiosamente dispensati, seppure ad alto costo (scaricato sui prodotti delle varie pubblicità). Come fosse in atto un rigurgito contro l'eccesso della propaganda. Un eccesso che finisce con lo stimolare interesse verso colui che è fatto oggetto di tanta negatività.


In Italia abbiamo avuto recentemente alcuni esempi provenienti dalla volontà della gente che non si è curata di quello che i politici dicevano. Val di Susa, le lotte contro i termovalorizzatori (come li chiamiamo qui in italia) o inceneritori (come li chiamano nel resto del mondo) e contro le insicure (ma foriere di lauti guadagni) centrali nucleari, l'onda studentesca (e dei genitori e degli insegnanti), la drammatica vicenda Englaro, le manifestazioni popolari nelle piazze italiane sono qui a dimostrare che le ragnatele mentali si stanno spezzando. E’ in vista una rinascita culturale, sociale e politica che non necessita di primedonne per crescere. Anzi, da queste si vuole distaccare in maniera netta e trasversale. Le ideologie da troppo tempo fini a sè stesse paiono sempre più messe in discussione dal proprio interno.


Con questo non intendo dire che tutte queste persone abbiano idee comuniste. Significa che ognuna di queste persone pensa con la propria testa e parla con chi gli sta accanto, che sia vicino o che sia lontano geograficamente. La diffusione del pensiero è quanto di più importante ci possa essere per non restare imprigionati nelle polveri del pensiero unico, del pensiero indotto o degli schematismi che ci bloccano e ci dividono anche per l'uso di alcune parole. Perfino quando i concetti sono simili le parole hanno spesso avuto un ruolo fondamentale per dividere le persone, al punto che in molti casi uno dei regali più dirompenti per far crescere la consapevolezza fra le persone, potrebbe essere un dizionario della lingua italiana. Conoscendo meglio il significato vero di tante parole, molte delle diatribe che hanno insanguinato il mondo non avrebbero più ragione di essere. Incredibile ma possibile.

 

Spegniamo le tv e torniamo nelle strade, nelle piazze e nei circoli per conoscerci, dialogare, scambiarci pareri costruttivamente. Spieghiamoci, mettiamo in dubbio questo tipo di società fin nelle radici, fino a negare il denaro in quanto metro di giudizio, standard di valori.

 

Il denaro non è tutto questo. I valori sono altri, si dice che lo sappiamo ma adesso dobbiamo prenderne reale coscienza, esserne convinti e orgogliosi di esserlo perché siamo tanti a pensarla così e siamo nel giusto.

 

Dobbiamo dirlo forte ed agire per cambiare, lo possiamo fare perché i numeri sono dalla nostra parte e possiamo cambiare la convenzione, l'accordo che qualcuno ha preso anche per noi che lo subiamo per cui il denaro comanda ed è ormai diventato un dio.

 

No, non è vero. Il denaro è semplice pezzo di carta o di metallo, siamo noi che abbiamo accettato di dargli tutta questa importanza. La crisi finanziaria che stiamo vivendo ha dimostrato la relatività della sua importanza, la sua assoluta volatilità. Il prezzo di un qualcosa (titolo mobile o immobile) non certifica niente, è anch'esso una semplice convenzione creata per far guadagnare qualcuno finché la maggior parte di noi ci crede. 

Come abbiamo visto nella crisi attuale, se smettiamo di crederci tutto crolla e chi ha più denaro, più crolla. Noi cosa ci rimettiamo?

Le nostre catene, certo, ma anche le ragnatele della mente che ci impediscono di vedere e di capire quello che abbiamo sotto il naso abbacinati da marketing aziendali senza scrupoli. Semplice pubblicità che ci condiziona, se preferite. Un esempio: il software libero e gratuito sviluppato e messo a disposizione di tutti in rete. E’ di qualità ottima, migliore di quasi tutto il software a pagamento (spesso di costo molto alto), permette connessioni facili e veloci. 


Se si possono fare simili prodotti in maniera gratuita, perché non proviamo a fare tutto gratis? A quel punto ci renderemo conto che il denaro serve a nulla e tutte le attività di questo mondo possono essere svolte senza l’ausilio del denaro. Pensiamoci, non è così strano! Basta crederci. E’ possibile ed è facile.

Strana è la nostra chiusura mentale, indotta da secoli di sottocultura questa si ormai morta, obsoleta e retrograda che ci chiude le menti e non ci fa guardare oltre la siepe. Tutto è facilmente realizzabile senza denaro e questo porterebbe come primo corollario a una drastica diminuzione della delinquenza legata al possesso di beni. Senza considerare l’abbattimento delle patologie di vario genere legate alla mancanza del denaro con le conseguenze più o meno negative per la vita di ognuno di noi.

 

Lavoriamo tutti insieme per una convenzione che abbia alla sua base altri valori, ripeto: i capitalisti sono un numero esiguo in confronto a tutti gli altri e allora perché diamo loro credito? Sono loro che devono adeguarsi a noi perché numeri sono dalla nostra parte.


Parliamoci per fare, per capire qual è il mondo che vogliamo. Mettiamo a confronto idee, ipotesi, politiche e valori. Senza remore storiche o psicologiche. Senza censure, senza autocensure. Avremmo sempre voluto un mondo diverso e per questo abbiamo cullato i nostri ideali: è il momento di esternarli senza timori. Saranno utili per il mondo nuovo a misura di persone che andremo a essere.

 

Questo è straordinariamente possibile, utile per il pianeta, per noi e per i nostri figli. E anche straordinariamente bello e gratificante per chi partecipa. Non vogliamo più vivere per contrastare ed avere la meglio sulla Natura, né contro gli animali. Vogliamo vivere in sintonia con tutti gli abitanti di questa navicella chiamata Terra, senza prevaricare alcuno. Nè essere prevaricati da qualcuno. Senza inutili e ridicoli sprechi di risorse che potranno mancare ai nostri figli e nipoti a causa dei nostri sciocchi sperperi senza senso.

 

La maggioranza delle persone nel mondo sta subendo da secoli scelte di una ridicola e prepotente minoranza. Cambiamo registro, ribaltiamo la gerarchia per poi abolirla.

Diamo voce e importanza alla maggioranza (siamo noi). Diamoci credito. Diamoci fiducia. Chi altri ce la può dare se non noi stessi che siamo la netta (netta) maggioranza?


Per una forma di libertà e presa di coscienza e reazione propositiva delle classi finora non considerate primarie e troppo spesso vessate e pressate verso il basso della scala sociale, economica e psicologica da chi ci ha imposto altre convenzioni (quelle con cui ci poteva controllare).