Questo articolo è stato scritto per il Ventennale dell'Associazione Italiana Radioascolto (A.I.R.) ed è stato pubblicato sul numero di Marzo 2002 della Rivista Radiorama, organo ufficiale della suddetta Associazione.

LoScrittoio.it ringrazia gli amici dell'A.I.R. per aver amichevolmente concesso di pubblicare sulle nostre pagine questo articolo, testimonianza del nostro affetto per la radio.

 

 

Le Onde della Radio.

Autore: Flavio Gori (N.R.R.)

 

La Radio. Ricordo che iniziai ad interessarmi di quella scatola di legno fin da quando avevo più o meno 8 anni. A casa della mia nonna materna c'era una radio che mi pareva un po' strana. Piccola, di legno chiaro, con la quale si potevano ascoltare delle stazioni che parlavano da molto lontano. Penso che nessuno di noi riuscisse a capire cosa dicevano quelle strane lingue, ma dato che mio zio era stato all'estero per molti anni a causa della guerra, a lui (ma in fondo un po' a tutti) faceva piacere ascoltare voci lontane, magari udite durante i bui anni trascorsi fra la Russia, la Grecia e la Yugoslavia, nel suo peregrinare a piedi di ritorno verso casa, alla fine del conflitto mondiale. Un viaggio che durò circa due anni.

Anche una mia zia aveva una radio che ci faceva ascoltare voci lontane. Notai che, ruotando la manopola, si riuscivano ad ascoltare strani rumori, ma che non si riusciva a capire cosa fossero. Era come se la manopola, per quanto cercassi di ruotarla pianissimo, si muovesse troppo velocemente e dunque inevitabilmente si perdeva qualcosa.

A casa mia, invece, la radio era soprattutto il giornale radio. Non dimenticherò mai la sigla di RadioSera sul finire degli anni 50'(e la voce che l'annunciava) che andava in onda, precisa, alle 19.30 sul secondo canale radio. Per me era il segnale che mio padre stava per tornare a casa dal lavoro e sarei stato un po' con lui a giocare. Una grande gioia.

Poi gli anni passarono ed arrivarono le cosiddette radio "libere". Eppure non riuscivo a captarle da un apparecchio che era in casa, un po' più piccolo dell'altro, quello che mi potevo portare in giro per la casa. Capii che le trasmissioni radio non avvenivano solo nella banda dove c'era RadioSera, ovvero le onde medie o le onde corte che sentivo dai miei parenti (anche in casa mia c'era una radio simile ma si preferiva ascoltare la RAI). C'era anche la FM, la modulazione di frequenza. Per ascoltare quella si doveva accendere la radio più grande, con cui si potevano ascoltare un po' tutte le bande, dalle onde lunghe alle corte e questa FM che offriva una qualità d'ascolto assai superiore alle altre bande. Erano anni un po' ingenui e ci si estasiava al pensiero di poter trasmettere musica e notizie in maniera più libera rispetto a quanto avesse fino ad allora fatto la RAI ed a basso costo. Un po' quello che ora avviene con INTERNET. Il mondo si ripete davvero

Dunque la radio "libera" arrivò come un fulmine ed insieme ad un gruppo di amici partecipai alla conduzione di una di queste. Si chiamava RS6 (Radio Sperimentale 6) ed era a Sesto Fiorentino. Un'avventura assolutamente straordinaria che ci diede tanto, da molti punti di vista.
Poi l'avventura si interruppe. Lasciai perdere le radio libere ed anche l'ascolto della radio. Ogni tanto rientrava in testa quella vecchia scatola da cui si potevano ascoltare le voci da molto lontano. Avevo amici CB della prima ora (quelli veri), che con l'autocostruzione riuscivano a mettere su stazioni ricetrasmittenti in grado di contattare il Brasile, la Spagna, l'Olanda e così via. Ma non mi appassionavano come la radio che dicevo prima. A ripensarci ora mi pare una cosa strana, ma era così.

Ad un certo punto, e passati ancora un bel po' di anni, tornò prepotente la voglia di ascoltare la radio. Come a volte capita quando si hanno in mente certe idee, trovavo molto spesso persone con la stessa volontà di ascoltare la radio (come ora di entrare in Internet, di nuovo la storia si ripete), chi aveva già cominciato e dava consigli più o meno validi, chi diceva "dai andiamo dal tal negoziante a vedere e magari compriamo qualcosa di usato poi si vedrà"! Si cercavano riviste, libri, cataloghi e manuali sperando di capirci qualcosa. Insomma una gran voglia di fare.

E poi il giorno giusto: parto con mia moglie (ancora non sapeva cosa l'avrebbe aspettata) ed entriamo in un negozio alla ricerca di un Grundig Satellit usato, di cui mi avevano parlato un gran bene. Dopo aver angustiato il negoziante per un paio d'ore (!) esco con un Black Jaguar, piccolo scanner con cui si ascoltano gli aerei (mia passione di allora) ma non in HF, bensì in VHF. Non solo, faccio un doppio "errore" realmente drammatico per gli sviluppi futuri ed acquisto due libri: Tutte le radio del Mondo, di un certo Luigi Cobisi e Top Secret Radio, di certi Fabrizio Magrone e Manfredi Vinassa De Regny.
Non mi vergogno a dire che questi due libri mi hanno segnato la vita. Da allora, eravamo nel 1989, non ho più smesso di appassionarmi alla radio nelle sue varie sfaccettature ed anche oggi ne sono affascinato come i primi giorni, se non di più.
Ricordo con grande piacere il numero saggio di Radiorama che mi arrivò nell'estate del 1989 e che mi portai in vacanza, imparandolo a mente. Fra i vari articoli ne ricordo con particolare piacere uno di una persona con cui, in seguito, sarei entrato in rapporti che oserei definire amichevoli: Massimo Petrantoni da Caltanissetta. In quel numero spiegava con l'abituale competenza e chiarezza il funzionamento di un decoder della Wavecom, mi pare fosse il W4010.
In seguito mi sono appassionato all'ascolto di onde lunghe e lunghissime. A partire dal 1993 sono il coordinatore europeo dell'Inspire Project della NASA, dedicato alle VLF e proprio su Radiorama abbiamo iniziato a scrivere sulle VLF e Radio Natura dal 1991.
Negli anni la passione mi ha aiutato ad organizzare progetti di ascolto in VLF con amici italiani, europei, americani, sia qui in Italia che all'estero, approfittando di qualche giorno di vacanza durante i quali mi portavo dietro il piccolo ricevitore VLF e non solo.

Ricordo ancora l'emozione che provai nel febbraio 1993 quando, da un isolotto delle Maldive ascoltai un QSO fra alcuni radioamatori italiani con il mio amato Sony Pro 80 e la sua piccola antenna a stilo. Al ritorno telefonai ad uno di loro per informarlo ed avere una specie di QSL vocale. Non riusciva a crederci.

Non si contano le sessioni di ascolto coordinato a livello mondiale a cui ho partecipato e le nottate che ho trascorso sul monte Senario, nei pressi di Firenze, per cercare di registrare le deboli emissioni che la MIR faceva sopra le mie coordinate, come su quelle degli altri colleghi che avevano dato la loro disponibilità. Che tempi! Che grande passione! E tutto era ed è possibile grazie ad una piccola attrezzatura che fra ricevitore e registratore portatile sarà costata si e no 500.000 lire (non si parlava di euro , ancora). Basta ancora poco per partecipare alla ricerca scientifica. Con la radio.

Le mie massime soddisfazioni, sono iniziate nel 1999, quando la NASA ha accettato e messo in opera un mio progetto di rilevazione delle possibili emissioni che potevano rilasciare gli sciami meteorici (in particolare si parlava delle Leonidi) in VLF. Proposi di servirsi di un pallone aerostatico con a bordo un ricevitore VLF del modello Inspire, che sarebbe dovuto andare ad impattare il punto dell'atmosfera dove si calcolava sarebbe entrato il maggior numero di meteoriti. Una bella soddisfazione. Ma la NASA volle fare di più e battezzò il ricevitore col nome di mia figlia Marina. Per me, da bravo babbo italiano, fu il massimo e sarò sempre riconoscente verso il Centro di Volo Spaziale di Marshall per questa straordinaria dedica e per la correttezza dimostrata nei miei confronti.

In seguito ho proposto di usare le VLF anche in altro settore di ricerca sul campo e dal 2000 è in essere uno studio nella valle norvegese di Hessdalen, dove si rilevano inspiegate emissioni luminose in atmosfera da tempo immemorabile. Il lavoro in valle è coordinato dall'Ostfold College di Saarpsborg e dall'Ing. Erling Strand per la Norvegia e dal Comitato Italiano per il Progetto Hessdalen per l'Italia. Il responsbile scientifico per la ricerca è un astrofisico italiano, Massimo Teodorani.
Nell'estate 2001 ho partecipato in prima persona alla ricerca in valle ed i dati sono tuttora sotto analisi. I primi risultati sono in rete all'indirizzo: http://www.loscrittoio.it/Pages/FG-1201.html

La radio e le sue innumerevoli sfaccettature mi hanno portato a conoscere un alto numero di persone che, almeno per me, sono fra le conoscenze più significative della mia vita. E non solo in giro per il mondo. Le periodiche riunioni dell'AIR qui a Firenze, coordinate dall'amico Luigi Cobisi, mi hanno fatto conoscere persone davvero in gamba, coraggiose intellettualmente come in pochi altri casi ho potuto trovare e sempre pronte a dare una mano a chi ne avesse avuto bisogno.
Vorrei anche fare un nome, mi scuseranno gli altri, quello di un amico a cui devo molto e che molto di più dovrei se solo fossi in grado di apprezzare i suoi tanti e preziosi consigli tecnici. Purtroppo la mia curiosità è molto superiore alla mia capacità di operare manualmente e per questo non mi ha potuto trasferire tutta la sua grande conoscenza, spesso originale. Sto parlando di Nader Javaheri, tra i fondatori dell'Associazione Italiana di Radioascolto, che iniziò la sua storia proprio qui a Firenze nel lontano 1982 e dunque quest'anno l'A.I.R. compie venti anni. Mi pare che sia un risultato di grande prestigio e che debba necessariamente significare che il radioascolto, pur con gli inevitabili alti e bassi di qualunque umana attività, è una passione ben radicata nel cuore di tante persone, sia in Italia che all'estero e non una di quelle apparenti passioni che tanto presto fanno a salire, ma in ancora meno tempo scendono andando a rimpolpare le fila del dimenticatoio.

Alla fine di tutto, torniamo al punto di partenza: l'aspetto umano. Anche la passione per la radio e le onde elettromagnetiche ci aiutano a capire il prossimo e non solo per quanto ci dicono lontane trasmissioni radiofoniche. Personalmente non posso far altro che ringraziare RADIORAMA, l'A.I.R. e gli amici che in queste ho trovato. Lunga vita al radioascolto!