L'articolo che segue è stato pubblicato sul mensile RADIORAMA edito dall'Associazione Italiana di Radioascolto (A.I.R.) che gentilmente ci hanno chiesto un pezzo sulla nostra esperienza nella valle norvegese di Hessdalen. Dopo due articoli pubblicati su LoScrittoio.it in lingua inglese, ci è parso giusto far comparire un lavoro nella nostra lingua. Ringraziamo gli amici di RADIORAMA per aver cortesemente concesso di pubblicare l'articolo anche sulla nostra testata.

 

 

HESSDALEN 2001 RACCONTO DI UNA RADIOMISSIONE SUL CAMPO

 

Autore: Flavio Gori (N.R.R.)

 

Non so quanti di voi avranno sentito parlare della Valle di Hessdalen. Negli ultimi mesi, qui in Italia, ne hanno parlato diverse testate: quotidiani, periodici e TV. Si tratta di una remota area nella parte centro meridionale della Norvegia a circa 63° Lat Nord e 11° Long Est. Gli abitanti sono circa 150, case sparse, come si diceva una volta dalle mie parti. La temperatura è freddina anche d'estate e l'altezza sul livello del mare è da 750 a 1200 m.
Non mi risulta vi siano trasmettitori, stazioni di produzione BC né radioamatori. E allora che c'entra con la radio?
Bisogna risalire al 1994 quando ascoltai per puro caso una conferenza, qui a Firenze, tenuta da un giovane astrofisico, Massimo Teodorani, appena rientrato dalla valle norvegese. Insomma, si tratta di fenomeni luminosi in bassa atmosfera che si presentano in maniera dell tutto casuale, come se qualcuno accendesse un interruttore. Colori vari, traiettorie varie, apparentemente casuali. Si fermano, poi ripartono. Pulsano. Durante la prima missione scientifica organizzata dall'ing. Erling Strand nel 1984 furono puntati dei fasci laser contro queste luci: la frequenza di pulsazione raddoppiava. La loro velocità può variare da lentissima a circa 30.000 km/h.
Da allora ipotesi molte, certezze nessuna. Eppure di ricercatori ne sono andati davvero molti e di un po' tutte le nazionalità, compresi David Fryberger dell'Università di Stanford (USA) e Boris Smirnov (per quattro volte fra i papabili al Nobel per la fisica) dell'Accademia delle Scienze di Russia e prima dell'USSR.
Teodorani, negli anni, si è guadagnato un'ottima fama internazionale nello studio del fenomeno ed io, che da quel lontano giorno del 1994 non l'ho più perso di vista, ho continuato a prospettargli l'uso delle VLF per cercare di avere qualche dato usabile, oltre a quelli di carattere ottico. I più fedeli lettori di RADIORAMA, forse ricorderanno che fu proprio questa Rivista (ed il sottoscritto) ad iniziare a parlare di VLF a livello amatoriale verso la fine del 1991 in relazione ad un Progetto della NASA dedicato a queste onde: il Progetto Inspire che continua a ben operare a livello mondiale.
Dunque la mia perseveranza fu alfine premiata e, nel maggio 1999, fui invitato al Radio Osservatorio di Medicina (nei pressi di Bologna) a tenere un intervento per spiegare ai ricercatori interessati alla ricerca in valle, perché ritenevo le VLF utili per il lavoro a Hessdalen. In effetti negli ultimi anni, Teodorani aveva riunito intorno a se, anche altri ricercatori italiani, alcuni dei quali fanno capo al Radio Osservatorio del CNR.
Al termine del mio intervento i pareri erano concordi nell'accettare la mia proposta e da li nacque l'avventura VLF in Norvegia. I ricercatori di Medicina iniziarono la progettazione di un ricevitore, antenne e software dedicati e nell'estate 2000 apparecchiature e ricercatori partirono per la valle in questione. Il sottoscritto non potè essere parte di quella missione, ma nell'estate 2001 ero presente e, insieme all'ing. Andrea Cremonini abbiamo registrato circa 810 mb di VLF, prima di lasciare il posto a Stelio Montebugnoli, Jader Monari e Marco Poloni, tutti ingegneri di Medicina che hanno registrato la situazione in VLF per altre 2 settimane.
La parte ottica è stata appannaggio di Massimo Teodorani e Simona Righini, oltre che di Erling Strand e Bjorn Gitle Hauge, per la parte norvegese.

Nonostante quanto si poteva supporre, quella lontana valle non è risultata affatto libera da rumori manmade. Giorno e notte risulta carica di fortissime emissioni nel range 3-9 kHz. Si tratta probabilmente di segnali di carattere militare da parte NATO e russa. Non escludo che, in alcuni casi, siamo in presenza di puro jamming. Quindi le nostre analisi hanno per forza di cose dovuto concentrarsi sulle parti libere, per lo più al di sotto dei 3 kHz. Siamo andati lassù con in mente il progetto originario, ovvero cercare di rilevare il rumore elettromagnetico da considerare come standard, in modo da rilevare se, in coincidenza dell'apparizione delle luci, si poteva rilevare qualche emissione ad esse ragionevolmente legata, sia sotto forma di segnale che di aumento del rumore.
Buona parte delle analisi sono ormai state portate a termine, ma ancora molto rimane da fare. Purtroppo siamo in presenza di un lavoro oscuro, paziente, che richiede molto tempo per cercare di capire quanto più possibile dagli spettrogrammi scaturiti dalle registrazioni. Bisogna capire quella che può essere la giusta finestra temporale che deve assumere lo spettrogramma in modo tale da non comprimere troppo le registrazioni, né allargarle troppo: in entrambi i casi le informazioni che cerchiamo potrebbero andare perse. E non è davvero facile, credetemi, arrivare alla giusta misura. Dunque da queste brevi note potrete capire che il lavoro svolto in valle, non è che una piccola parte della missione. Il resto deve essere fatto qui in Italia in fase di analisi.

Vorrei a questo punto ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile queste Missioni e, magari, invitare gli amici dell' A.I.R. a collaborare per la realizzazione della Missione nell'estate prossima. Anche un modesto contributo può risultare molto importante per il viaggio ed il soggiorno (escluso il pernottamento che avviene presso i locali di una scuola che il Governo norvegese ci mette a disposizione) di un ricercatore in valle. Lo scorso anno il tutto è stato possibile grazie al generoso contributo dato dal C.I.P.H. (Comitato Italiano per il Progetto Hessdalen) che ha riunito varie donazioni e sponsorizzazioni da parte di aziende italiane, appassionati organizzati in gruppi o semplici cittadini. In particolare ricordo l'aiuto fornito dal Gruppo Astrofili di Imola. Sarebbe bello che la prossima Missione potesse ricevere un importante aiuto anche da parte dei radioamatori e radioascoltatori, visto che la parte radio avrà un ulteriore spazio nel gruppo di ricerca. Chiunque volesse contribuire può farlo contattando il C.I.P.H., via posta elettronica: info@itacomm.net, al loro sito Internet: http://www.itacomm.net , o via posta normale: Via de' Chiari 5/a - 40124 Bologna, con telefono/fax 051 222808 oppure cellulare 3484015147.

Che dire di più?
Un grande ringraziamento anticipato a tutti coloro che vorranno contribuire a rendere possibile una seria ricerca sul campo, con condizioni ambientali non facilissime e che, come sopra accennato, necessita di molte ore di lavoro anche al ritorno in Italia.

Un ulteriore grazie a RADIORAMA per avermi dato l'opportunità di pubblicare questo articolo, ricordandosi di un vecchio amico.

Ricordo a tutti che aggiornamenti in tempo quasi reale sull'andamento della ricerca a Hessdalen e le relative analisi, si possono trovare sul sito Internet http://www.loscrittoio.it e http://www.itacomm.net in lingua italiana ed inglese, mentre solo in inglese (e norvegese) al sito ufficiale: http://www.hessdalen.org

 

 

 

 

 

 

 

 

 

RINGRAZIAMENTI.

Le Missioni EMBLA 2000 e 2001, sono state realizzate grazie all'aiuto economico fornito da:
C.I.P.H. (Comitato Italiano Progetto Hessdalen) centro privato di ricerca con sede a Bologna;


OSTFOLD College Università di Sarpsborg, Norvegia ,Progetto Hessdalen (http://www.hessdalen.org );

Per la Missione 2000 ha collaborato:
C.N.R. Radio Osservatorio di Medicina EMBLA2000 http://digilander.iol.it/jjbracco/ e
http://www-radiotelescopio.bo.cnr.it/frame.htm

Per la Missione 2001 hanno collaborato:
LoScrittoio.it ­ Edizioni in Rete
Inspire Project