HESSDALEN: La Ricerca in banda Radio.

 

Autore: Flavio Gori


SECONDA PARTE: 2002.

Durante la Missione 2002, il rumore in banda VLF é risultato ancora superiore rispetto all'anno precedente seppure derivato da probabili effetti "domestici" e non da trasmissioni; questo portava ad una maggiore difficoltà nelle analisi. Un'ulteriore complicazione fu indotta da alcuni forti rumori che potevano essere innescati dallo stesso ricevitore e dalla connessione fra questo ed il calcolatore portatile in uso. Fu deciso di riportare ELFO al Radio Osservatorio di Medicina per poter verificare lo stato e, eventualmente, porre i necessari rimedi, oltre ad aggiornare il software dedicato.

L'ingegner Stelio Montebugnoli, Dirigente Responsabile del Radio Osservatorio del CNR di Medicina (BO), nell'ambito della Missione Embla 2002 mise alla prova un interessante strumento: un radar operante nella gamma dei 430 MHz con una serie di tre antenne direttive Yagi. Appena in grado di funzionare correttamente (esaurite le funzioni di collaudo) il radar rilevò "spikes", "oggetti" a varie altezze, distanze, velocità e direzioni. Vale la pena sottolineare che nessuno di questi "oggetti" era otticamente rilevabile. Fra le varie ipotesi che si affacciarono, quella secondo cui potevamo essere davanti alla conferma dell'esistenza delle SCEB rilevate dal radar in gamma UHF.
Un risultato in attesa delle dovute conferme ma certo affascinante.

Nel sito del CIPH sopra riportato, potrete leggere l'eccellente articolo di Montebugnoli che spiega nel dettaglio sia lo strumento che gli "oggetti" rilevati.
Se consideriamo che una nitida interferenza è stata riportata durante una trasmissione televisiva satellitare mentre transitava un fenomeno luminoso tra l'antenna a parabola ed il satellite, possiamo dire che la banda radio, ad ampio spettro da pochi KiloHertz ai GigaHertz, sembra promettere qualche informazione importante sui fenomeni luminosi di Hessdalen.

Come accennato nella prima parte di questo articolo, la Missione 2002 è stata interessante anche per aver fatto partorire l'ipotesi della Densità Elettronica (DE) come possibile fonte d'innesco e sviluppo dei fenomeni luminosi. Inoltre la DE permetterebbe di spiegare tutta la serie di movimenti che caratterizzano le luci di Hessdalen, come se la Densità Elettronica ed i "canali" magnetici di cui si servono gli elettroni per "precipitare" fino alle basse e bassissime altezze rispetto alla superficie terrestre servissero come una sorta di combustibile: i Fenomeni di Hessdalen andrebbero alla ricerca degli elettroni per autosostenersi, alla ricerca del loro "cibo" per continuare ad esistere. Ecco perché si vedono variare velocità e direzione, dipende tutto dalla Densità Elettronica fra l'area dove si trovano in un determinato momento e quella presente in un'area adiacente. Se la differenza di densità è piccola, l'accelerazione sarà bassa. Se la differenza di densità è alta, l'accelerazione sarà maggiore. Nel caso che la differenza di Densità sia molto bassa o, addirittura, zero, la luce tenderà a fermarsi e, qualora la forza predominante dovesse essere quella gravitazionale, la luce si poserà lentamente a Terra, esaurendosi. Tutti questi accadimenti sono in effetti stati riportati dai testimoni e questa ipotesi sembra comprendere tutte le caratteristiche evidenziate dal fenomeno di Hessdalen.
Un ulteriore fenomeno naturale innescato dalla precipitazione degli elettroni è quello delle Aurore (boreale ed australe), anche in questo caso si evidenzia alle alte latitudini e sono rilevabili in VLF. Per avere un'idea schematica ma esaustiva della precipitazione elettronica, possiamo osservare una tavola prodotta presso l'Università di Stanford, California, uno dei laboratori più avanzati nello studio dei fenomeni connessi con le VLF (http://www-star.stanford.edu/~vlf/LEP/images/lep.overview.jpg) .

Un comportamento di questo genere, una sorta di ricerca del "carburante" per autosostenersi da parte di curiose fiammelle, é stato evidenziato anche in una ricerca condotta dagli sfortunati astronauti della missione Space Shuttle 107, il Columbia. Un articolo che descrive questa interessante analogia può essere letto ne LoScrittoio.it. Il lavoro é a firma di Tony Phillips di Science@NASA, la prestigiosa Rivista in rete della NASA con cui LoScrittoio.it ha il piacere di collaborare da alcuni anni.

Studiando alcuni aspetti del comportamento ionosferico ed i vari esperimenti che l'uomo conduce nella Ionosfera, è stato rilevato che alcuni di questi esperimenti hanno un effetto particolare nella Ionosfera. In certi casi si tratta di effetti non previsti: creazione di fenomeni ottici nella bassa Ionosfera. Una parte di questi esperimenti (grandi iniezioni di energia a radiofrequenza in onde corte e lunghe) hanno avuto luogo a partire dalla fine degli anni '70 e fino ai primi '90 (giusto nel periodo del maggior numero di avvistamenti) dalla città norvegese di Trømso, a circa 700 km a nord di Hessdalen. Altri in Antartide, Canada ed Alaska, non troppo distante dalla Norvegia e, soprattutto, a latitudini simili e soggette alle stesse leggi del campo magnetico.
Insomma, non si può escludere che la radio energia immessa dall'uomo in atmosfera possa aver creato (o contribuito a creare) le condizioni energetiche necessarie all'innesco del Fenomeno di Hessdalen, perfino in stagioni diverse da quelle in cui la DE viene naturalmente prodotta. Una DE indotta dalle attività di ricerca dell'uomo, seppure in maniera inaspettata.

Per avere una maggiore conoscenza di quanto prospettato, sono necessarie verifiche sul campo. A questo scopo sono talvolta necessarie strumentazioni e fondi non indifferenti. Per fortuna non sembra questo il caso in questione: verificare la DE sulla verticale della valle non è una prova impossibile da realizzare. Dovrà essere posto al lavoro un ricevitore particolare, detto Riometro, uno strumento in grado di rilevare il rumore elettromagnetico proveniente dallo spazio interplanetario: se la DE diminuisce, la sua funzione di schermatura diminuisce ed il rumore dallo spazio aumenterà di conseguenza. Inoltre seguendo l'ampiezza e (seppure si tratti di una ricerca molto complessa) la fase di segnali manmade VLF, possiamo avere risposte molto precise di quella che è la DE nella zona di nostro interesse, coniugando VLF e DE.
Ulteriori analisi compiute grazie ai lavori di altri Ricercatori hanno portato altri positivi contributi a questa ipotesi che, sia chiaro, deve ancora essere validata completamente.
Adesso abbiamo almeno un primo punto di partenza: quando la Densità Elettronica è alta, i Fenomeni di Hessdalen hanno il loro picco massimo. Quando la DE è bassa, i fenomeni di Hessdalen hanno il loro picco verso il basso.
E' opportuno sottolineare che questi picchi sono, rispettivamente, coincidenti con i solstizi d'inverno e d'estate. In questi due periodi dell'anno, oltre alla DE si hanno altre variazioni nei parametri fisici Terra/Ionosfera. Questi possono essere molto importanti per l'innesco dei Fenomeni di Hessdalen, probabilmente stabilendo un rapporto con il fenomeno Hessdalen simile, alternativo e/o congiunto a quanto sopra descritto per DE.

Un'ulteriore possibilità si è fatta strada recentemente e la riassumo in estrema sintesi: Le esperienze delle Missioni in valle hanno fatto rilevare un'alta elettrificazione della bassa e bassissima atmosfera a Hessdalen. E' dunque possibile che le SCEB possano aprirsi e rilasciare la loro energia che, a contatto con il forte campo elettrico locale, può essere in grado di innescare il fenomeno di Hessdalen. Se quest'ultima ipotesi si rivelasse giusta, le possibilità di rilevazione indiretta esposta nella prima parte di questo articolo salirebbero di conseguenza, essendo legate strettamente alla presenza di un un adeguato campo elettromagnetico locale.

Lo studio accurato di queste variazioni, nei campi specifici, sono probabilmente necessari e saranno accuratamente considerati qualora siano disponibili i fondi necessari, nonché il tempo da dedicare alla Ricerca.

Sotto questo profilo il CIPH può senza dubbio essere definito come un riferimento più unico che raro nel panorama scientifico internazionale. Si tratta di un gruppo di appassionati di scienza che aiutano in vari modi nella coordinazione dei lavori organizzativi preparatori che si svolgono qui in Italia. Inoltre ricercano sponsorizzazioni per i Ricercatori che poi andranno in valle a studiare i fenomeni, analizzeranno i dati raccolti, scriveranno i relativi articoli e parteciperanno alle serate organizzate per la divulgazione dei lavori, una volta rientrati in Italia. Dato che i soldi non sono mai quanti ce ne vorrebbero, nessun membro del CIPH è mai potuto andare in valle, anche solo per un normale controllo di come i soldi degli sponsor sono spesi e mantenere le relazioni con gli amici Norvegesi.

Pertanto, nelle varie Missioni, un Ricercatore si è dovuto assumere anche il compito di coordinare le varie attività logistiche in valle, oltre che di ricerca. Dato che il tempo trascorso in valle è, mediamente, una decina di giorni, non sempre è stato facile operare le due mansioni, ma va sottolineata l'onestà intellettuale dei membri del CIPH che hanno preferito mandare in Norvegia chi poteva aiutare la Ricerca.

Questi sono dunque gli originali contributi portati negli ultimi tre anni dalla comunità di ricerca del campo radio per il Fenomeno Hessdalen in ambito CIPH. Ci auguriamo che sia foriera di buoni contributi alla definizione scientifica dell'enigma Norvegese e che sia seguita con trasparenza e collaborazione da parte dell'intera comunità scientifica internazionale che lavora appassionatamente in valle, superando difficoltà anche logistiche non indifferenti.

 

RINGRAZIAMENTI in ordine sparso.

Renzo Cabassi col suo CIPH, Stelio Montebugnoli ed il suo gruppo del CNR di Medicina, Erling Strand, Bjorn Gitle Hauge, Peder e Sig Skogaas, Ellin e Birger Brattas, Bjarne e Hallfrid Lillevold, Ruth e Randi Moe, Jonathan Tisdall, Massimo Teodorani, Gloria Nobili, Marsha Adams, Dennis Gallagher, Luciano Cianchi, Paolo Mariotti, Luigi Ciraolo, Cesare Tagliabue, Bill Taylor, Bill Pine. Ognuno di loro ha dato un aiuto importante a me a LoScrittoio.it ed al Project Hessdalen in generale.