Radio Budapest:
Ricordo di un' eccellente emittente e di un errore.

Autore: Flavio Gori

Durante il periodo della Guerra Fredda, nel nostro Paese si ascoltavano trasmissioni nella nostra lingua provenienti dalle Nazioni più diverse, sia vicine che lontane geograficamente.

Tutto questo fiorire di emissioni radiofoniche, non era dovuto solo all'interesse per il nostro idioma, quanto piuttosto ad una forma di propaganda politica proveniente dai due blocchi che all'epoca si dividevano il mondo in zone d'influenza a seguito del Trattato di Yalta: Stati Uniti e Unione Sovietica.

Una volta chiusa l'epoca della Guerra Fredda e diminuita l'importanza della visione politica del mondo a vantaggio di una visione economica facente capo ad una sola potenza mondiale, gli Stati Uniti, l'importanza di raggiungere vari Paesi nel mondo per propagandare il proprio punto di vista politico rispetto ai vari avvenimenti, o semplicemente inondare vari Paesi con le proprie teorie politiche, perse importanza e di conseguenza i finanziamenti che fino ad allora erano generosamente piovuti verso le varie Redazioni, più o meno improvvisamente vennero cancellati, rendendo impossibile la vita anche a quelle Redazioni che più si erano impegnate per produrre trasmissioni che andavano oltre la propaganda del regime del Paese che rappresentavano, cercando invece di offrire un punto di vista relativo alla vita sociale e culturale della nazione da cui si inviavano i segnali radio.

In molti casi si trattava di trasmissioni che erano durate decenni interi e spesso sempre con gli stessi giornalisti e speaker. Dato che queste persone non avevano mancato di chiedere collaborazione agli ascoltatori più fedeli, molto spesso si era raggiunta una forma di dare-avere e quindi negli spazi dedicati agli ascoltatori e grazie alle loro lettere, si potevano avere informazioni relative al nostro Paese diviso per aree. Non era raro che gli ascoltatori inviassero in Redazione ritagli di giornali locali che parlavano del Paese da cui si originava la trasmissione. Un vero scambio di informazioni che dava piacere sia a chi trasmetteva che a chi ascoltava; entrambi si sentivano parte attiva ed entrambi potevano dire di imparare qualcosa grazie alla passione per la radio.

All'inizio degli anni '90, comunque, buona parte delle stazioni in lingua Italiana erano state chiuse o versavano in condizioni poco rassicuranti e di li a poco sarebbero state costrette a interrompere la loro attività, con conseguente impoverimento di interesse per la nostra Cultura e per la nostra lingua.

Nel corso degli anni e grazie alla costanza di alcune persone, ci fu un ritorno di interesse per le trasmissioni in lingua Italiana ed in particolare ebbe nuova vita Radio Budapest, storica emittente ungherese che fin dai primi anni '50 non aveva fatto mancare la sua trasmissione in italiano ininterrottamente fino al 1991 quando fu costretta a interrompere le sue trasmissioni. A partire dal 1996 iniziò una paziente opera per cercare di far riprendere le emissioni, opera a cui hanno dato un particolare aiuto due appassionati italiani: Luigi Cobisi e Paolo Morandotti.

La loro perseveranza fece si che nel 2002 la Redazione ungherese poté riprendere le trasmissioni per l'intero arco della settimana, proponendo ogni giorno un menù diverso relativo sia a questioni inerenti la vita Ungherese che quella Italiana. La domenica pomeriggio poi grazie alla rubrica condotta da Rita Faragò, potevamo ascoltare le lettere che davvero tanti ascoltatori italiani avevano inviato nella settimana precedente e che ben testimoniavano l'attenzione che dall'Italia era riservata all' emittente magiara.

Non sono stati rari i casi di ascoltatori italiani che s'imbarcavano in lunghi viaggi in auto o in treno per poter salutare di persona il gruppo dei redattori che con tanta passione e con un garbo non comune ci raccontavano la vita Ungherese sia da un punto di vista di cronaca, che culturale ad ampio raggio. Per non parlare delle telefonate fatte alla Redazione per scambiare qualche parola con i Redattori, magari approfittando di qualche festività per farsi gli auguri.
 
Anche in questo senso abbiamo avuto una reciprocità e molte volte i Redattori della Radio Budapest sono stati nostri graditissimi ospiti in occasione di alcune manifestazioni organizzate qui in Italia e a Firenze in particolare. 
 
Se è vero che le trasmissioni magiare ci illustravano la vita politica e culturale ungherese, non dobbiamo pensare che la vita di ogni giorno della gente normalissima restasse fuori dai microfoni ungheresi. Tutt'altro! E infatti dalla cronaca alla cucina, dallo sport alla scuola, fino alle problematiche connesse con l'andamento del costo della vita in Ungheria, tutto veniva passato sulle onde radio ungheresi e grazie a questo approccio semplice ma corretto e serio, ogni ascoltatore in lingua italiana (non è detto che fosse solo in Italia)  poteva entrare in contatto con una realtà certamente poco conosciuta, diversa dalla nostra ma assai interessante.

Nonostante la non enorme lontananza in termini geografici, l'Italia e l'Ungheria si sono trovate su sponde opposte per molti decenni e questo ha contribuito ad allontanare i nostri popoli in maniera netta.

Quindi un sistema di comunicazione via radio e con cadenza giornaliera era quanto di più utile ci potesse essere per ristabilire una logica vicinanza fra i due popoli, specie adesso che entrambi facciamo parte della Comunità Europea.

Ed in effetti, seguendo questa logica, nelle ultime settimane 2006 e nelle prime del 2007, anche il sottoscritto aveva iniziato una collaborazione con Radio Budapest allo scopo di segnalare alcuni eventi dedicati all'Ungheria e gli Ungheresi che si tenevano in Italia o, più in generale, nel mondo.

Oltre a queste informazioni, ho avuto il piacere di vedere accettati e letti in trasmissione alcuni miei servizi dedicati ad alcune personalità della Cultura Ungherese che hanno lasciato un'impronta a livello mondiale, come il fotografo André Kertezs e il musicista Bela Bartok.

Naturalmente non ero l'unico collaboratore Italiano e fra gli altri non possiamo dimenticare la rubrica "L'Angolo del DX" curata da Luigi Cobisi e Paolo Morandotti che era messa in onda ogni venerdì e replicata la domenica.
Dobbiamo infatti ricordare che Radio Budapest in lingua Italiana era proposta ogni giorno della settimana in due orari: 18.30 e (in replica) 22.30 ora Italiana.
Dunque un impegno importante a cui venne tributato un chiaro successo, tanto che sotto certi aspetti, sarebbe stato da chiederci se non fosse stato il caso di aprire un'emittente Italiana in lingua Ungherese, visto le numerose affinità fra i due popoli che trasparivano nel rapporto sempre più stretto fra le persone che giornalmente si ritrovavano sulle frequenze di Radio Budapest.

Invece, improvvisamente ed in maniera assolutamente sorprendente, la Direzione di Radio Budapest all'inizio del 2007 decise di chiudere la stazione radio non rinnovando il rapporto di collaborazione ai Giornalisti e gli Speaker della Redazione Italiana.

Quando le prime voci sull'imminente chiusura della trasmissione iniziarono a serpeggiare fra gli appassionati, al di là dello stupore e incredulità non solo iniziale, la Redazione fu letteralmente invasa da messaggi di solidarietà che i Redattori puntualmente lessero in trasmissione, talvolta con la voce incrinata dall'emozione, specie negli ultimi appuntamenti.

Purtroppo nonostante la fortissima solidarietà e l'alto numero di persone che impegnarono il loro tempo per sensibilizzare anche altri appassionati qui in Italia ma anche nel mondo nei circoli di appassionati della nostra lingua (che ci sono e anche in misura crescente) che a loro volta inviarono messaggi di solidarietà ai Redattori e vibranti proteste alla Radio Ungherese, le trasmissioni chiusero definitivamente a fine febbraio 2007, quando il Direttore delle Trasmissioni nelle lingue straniere Bela Szomraky ed uno dei Redattori, Istvan Stefano Cobino, lessero i rispettivi messaggi di saluto e ringraziamento per l'empatia con cui gli ascoltatori avevano seguito le loro trasmissioni, ma anche le loro vicissitudini.
 
In realtà a tutti sembrava un paradosso: com' è possibile chiudere una emittente che lavora così bene e che mantiene un rapporto così diretto con i propri ascoltatori facendo automaticamente un ottimo servizio al proprio Paese? Un vero errore.

Da allora e per più di un mese, sulle frequenze di Radio Budapest si sono ascoltati datati brani di musica leggera Italiana. Possiamo dire che in qualche modo le frequenze fino ad allora usate per trasmettere nella nostra lingua, restarono occupate e vogliamo sperare che questo sia un segnale positivo, che possa significare che non tutto è definitivamente chiuso e sepolto.

Le decisioni di questo tipo non sono né possono essere definitive. Come si accennava all'inizio di questo articolo, già in precedenza Radio Budapest aveva chiuso le trasmissioni in Italiano per poi riaprirle e vogliamo credere che questo sia tuttora possibile, stante l'attenzione con cui veniva seguita dall'Italia e da tanti appassionati dell'Italiano in giro per il mondo.

Grazie al "miracolo" della propagazione delle onde radio, un'emissione può essere ascoltata da una persona o da un milione senza alcun problema di saturazione di banda come invece accade con Internet. Quindi una "vecchia" tecnologia come le onde radio, si dimostra chiaramente superiore ad una "nuova" ed in grado di soddisfare la propagazione dell'informazione in maniera evidentemente più accurata e generalizzata. Teniamolo presente quando diciamo (o sentiamo dire, o leggiamo) che Internet è il mezzo migliore, il più moderno per veicolare informazione. E magari non stiamo zitti, reagiamo chiarendo che non è affatto così. Le onde radio hanno ancora molto da offrire in questo campo, oltretutto rendendo possibile la ricezione con mezzi piccoli, portatili, molto semplici e di basso costo, specie se confrontati con le richieste di altri mezzi (TV terrestre, satellitare o PC con connessioni di rete Internet, ecc).

Permettetemi di ringraziare i Redattori che tanto hanno fatto, pur fra varie problematiche, per far conoscere Radio Budapest ed il loro Paese a tutti coloro che parlano la lingua Italiana. La loro professionalità, la gentilezza con cui hanno proposto le loro produzioni (mai gridate, mai urlate come troppo spesso - e banalmente - sentiamo fare qui in Italia) sono rimaste nei nostri cuori e pur essendo terminati (almeno per ora) i nostri appuntamenti giornalieri, abbiamo ancora il piacere di scambiarci di tanto in tanto i saluti grazie alla posta elettronica.
Alcuni di loro mi hanno recentemente fatto presente che non sembra all'orizzonte una riapertura di Radio Budapest nella nostra lingua. E' invece probabile la chiusura di altre emissioni in altre lingue straniere, ma questo non sarebbe che una conseguenza di quanto sta avvenendo anche in altri importanti settori della vita sociale magiara dove anche scuole e ospedali vengono chiusi e il costo della vita si alza pericolosamente per varie fasce della popolazione a reddito fisso. Siamo insomma di fronte ad un problema economico e sociale di portata rilevante e d'altra parte dobbiamo ricordare che poche settimane prima della chiusura dell'emittente in italiano, la Redazione aveva puntualmente informato di quello che sembrava essere uno scontro fra poteri dello Stato ungherese quando la Stazione Centrale della Polizia di Budapest era stata attaccata militarmente, secondo Radio Budapest, da altri apparati dello Stato ungherese. Un'informazione così puntuale poteva dar luogo a ritorsioni e, se non si tratta di coincidenze, in effetti così è accaduto.

In conclusione invio un grazie ed un grande saluto a:
Stefano Cobino, Massimo Congiu, Rita Faragó, Andrea Moravcsik, Mária Peredi, Mariarosaria Sciglitano, Tünde Wallendums e Béla Szomraky.
 
La vostra professionalità e la vostra serietà ci mancano. Vi aspettiamo!