ELETTRIFICAZIONE DELLA BASSA ATMOSFERA NELLA VALLE NORVEGESE DI HESSDALEN

Autore: Flavio Gori

 

Lo spunto base per la riflessione che segue, è scaturito da una serie di testimonianze che si sono avute in relazione a quella che sembra essere un'alta elettrificazione nell'atmosfera della valle norvegese di Hessdalen, anche a livello molto basso. Oltre al Fenomeno di Hessdalen propriamente detto, ovvero quelle luci nell'atmosfera di cui ci siamo già occupati anche su LoScrittoio.it in particolare a partire dal 2001, vogliamo stavolta occuparci anche di un diverso tipo di luce, quella che appare spesso anche ad altezze molto basse. Ad altezza d'uomo. Molti dei Ricercatori che hanno operato in Valle durante le numerose Missioni organizzate dal Comitato Italiano per il Progetto Hessdalen hanno riportato simili esperienze che si esplicano in una serie di flash ultra rapidi (meno di un secondo), di colore molto chiaro che si sono chiaramente evidenziati nel corso delle varie Missioni. Inoltre simili avvistamenti sono stati riportati anche da un gruppo di appassionati e Ricercatori che si sono trovati in valle nel settembre 2003.

Alla luce di quanto sopra abbiamo pensato a catalogare alcuni dati registrati dalla costellazione dei satelliti GOES della NOAA/SEC. I link per visionare tali spettri sono riportati al termine del presente articolo.

 

Sono ormai trascorsi 20 anni dalle prime ricerche scientifiche nella remota valle di Hessdalen, senza che una risposta univoca sia apparsa. Nonostante l'impegno di molti ricercatori Norvegesi e internazionali, ed in particolare Italiani, a circa metà dell'anno 2006 non siamo in grado di dare alcuna certezza sulle cause d'innesco. Numerose sono le ipotesi proposte che vanno dal campo fisico del plasma al campo elettrico dei fulmini globulari, fino a interessare aspetti collegati con il campo radio elettromagnetico della bassissima banda radio, alle onde cortissime, per finire alle connessioni rilevate su alcuni aspetti della densità elettronica nella Ionosfera, i cui picchi quantitativi verso l'alto ed in basso sono uno dei rarissimi fenomeni in accordo con le apparizioni del Fenomeno Hessdalen.
Nel corso delle missioni estive 2001-2002, furono rilevate interessanti connessioni fra quanto registrato in VLF ed in UHF e queste speriamo che saranno oggetto di un'approfondita verifica non appena sarà possibile costituire una successiva missione radio.


Nel frattempo sono state messe alla prova altre possibilità, scandagliando aspetti teorici e mettendoli a confronto con accadimenti nella valle, anche se non propriamente definibili come il Fenomeno di Hessdalen. E' il caso di una serie di rapidissimi brillamenti, flash di luce bianca o chiarissima, che si sono più volte evidenziati nel corso delle serate e delle nottate trascorse sotto le stelle norvegesi, alla caccia dei Fenomeni luminosi. Tali brevissimi flash sono stati riportati da tutti i Ricercatori impegnati in valle ed anche da un gruppo di astrofili che hanno soggiornato in valle durante il settembre 2003. Allo scopo di meglio chiarire la presenza di questi brillamenti, tutti ad altezza ben al di sotto dei 100 metri dal terreno, viene proposta un'ipotesi che privilegia alcune caratteristiche legate alle precipitazioni elettroniche che vengono "acchiappate" dalle linee elettriche dell'alta tensione e poi da queste "propagate" lungo il loro normale dispiegarsi. Questo fenomeno "propagativo" è stato oggetto di studio anche da parte di ricercatori finlandesi (Some Aspects of ELF-VLF Emissions in Gephysical Research, Manninen 2005) e pur non rappresentando una novità assoluta, potrebbe tuttavia fornire un aiuto importante per capire come simili piogge elettroniche possano svilupparsi fino a produrre brillamenti distanti diversi chilometri dal punto originario di caduta che, di regola, dovrebbe essere una centrale elettrica, come tale in grado di raccogliere, di attirare la maggior parte del contenuto di una pioggia elettronica. Vedremo che nei pressi della piccola e remota Valle di Hessdalen sono presenti ben 2 importanti centrali elettriche, poste in posizione Nord/Est e Sud/Ovest rispetto alla Valle. Centrali che sviluppano altrettanti reti di linee elettriche in grado di coprire a cerchio la valle di nostro interesse e quindi di propagare nella stessa maniera l'energia elettronica che si combina con quella elettrica creando una risultante energetica che, in parte si dirige verso lo spazio esterno ed in parte si esplica nel territorio circostante originando i brillamenti di cui abbiamo avuto esperienza.

Possono forse interagire con altre forze e quindi creare un contributo al Fenomeno luminoso di Hessdalen? E' presto per dirlo, ma il fatto che anche in questo caso la densità elettronica e le sue piogge verso Terra giocano un ruolo rilevante, potrebbe darci indicazioni interessanti e da verificare ulteriormente.
Sono quindi necessari ulteriori mezzi finanziari per permettere l'installazione di strumenti atti a rilevare i dati di interesse, grazie ai quali potremo avere quanto ci serve per arrivare a rilevare l'energia che innesca il Fenomeno luminoso di Hessdalen e potremo quindi capire se tale energia potrà essere un giorno disponibile anche per usi connessi con l'attività umana, a costi molto probabilmente paragonabili ad una frazione di quanto oggi paghiamo.

 

Le correnti elettroniche che precipitando verso i poli magnetici subiscono influenze di ordine gravitazionale, magnetico e generate dall'IMF, possono subire uno sgretolamento tale da far si che si formino discontinui grappoli di elettroni, a loro volta precipitanti verso terra ma in aree diverse rispetto al flusso principale. Nel loro spiraleggiare verso terra possono andare ad interessare aree diverse rispetto al flusso principale, lontane anche diversi km da quest'ultimo. Per questi flussi laterali e discontinui, diventano spesso inutilizzabili le misurazioni basate su flares, LEP o altro fenomeno principale.

Questi flussi laterali o periferici, a grappolo, vanno a incanalarsi intorno al meridiano magnetico locale ma, spiraleggiandovi intorno, possono raggiungere aree abbastanza distanti dal flusso principale in precipitazione andando a modificare densità, temperatura e velocità elettronica nell'area in maniera transiente e difficilmente prevedibile, inducendo fenomeni luminosi in aree diverse dal flusso principale, laddove possono incontrare composizioni chimico-fisiche locali adatte.

Non vanno dimenticate le possibili concause derivate da forti immissioni di energia in radio frequenza da istituti dedicati allo studio geofisico, specie se posizionati in zone polari (come nel caso di Trømso).

I flussi a grappolo sono soggetti ad essere a loro volta re-incanalati nei condotti propagativi tipici del Whistler e pertanto possono andare ad interessare la zona coniugata magneticamente nell'emisfero opposto rispetto a quello in cui si sono presentati, influenzando quindi la zona polare opposta. Da questo si evince che una pioggia elettronica particolarmente copiosa (originata da flare, LEP o altra causa) con i suoi flussi periferici, che si dovessero avere nella regione antartica, potrebbero influenzare proporzionalmente la regione artica, inducendo i vari fenomeni diretti ed indiretti a questo connessi, come se le precipitazioni elettroniche in esame si fossero in origine presentate nell'emisfero nord e viceversa.

Un ulteriore interessante fenomeno viene innescato da flare solari o da equivalente evento elettronico e X ray. Una volta che arriva nei pressi della Terra il flare distorce fortemente il campo magnetico terrestre schiacciandolo intorno al meridiano magnetico ed inducendo grandi correnti di ioni ed elettroni nella ionosfera. Queste correnti ed il campo elettrico associato e variabile nel tempo inducono rilevanti correnti elettriche verso terra.
Una volta raggiunta la superficie terrestre, queste correnti possono accoppiarsi ai lunghi cavi orizzontali delle linee elettriche che si comportano come un'antenna ricevente ed anche propagante verso tutte le aree da queste servite, facendo si che queste energie transitorie ed inaspettate giungano nelle nostre case.

Le stazioni produttrici energia elettrica ed i campi energetici associati, stimolati dall'energia dei flares, innescano flussi energetici in grado di svilupparsi verso l'alto fino ad un migliaio di km rispetto alla superficie terrestre, fluttuando su queste altezze anche nel giro di pochi secondi. Le interazioni fra l'energia proveniente dai flares e le stazioni a terra possono raggiungere cariche molto alte tanto che talvolta i sistemi di sicurezza degli impianti scollegano automaticamente i circuiti dando origine a interruzioni di energia elettrica.
I flussi energetici che si propagano lungo le linee elettriche terrestri, come quelli che si dirigono verso l'alta atmosfera potrebbero concorrere, quando trovano le necessarie condizioni locali, alla creazione dei fenomeni ottici in bassa atmosfera sul tipo di quelli riportati ad Hessdalen, Norvegia, in modo particolare questi eventi possono aversi in coincidenza di ulteriori piogge elettroniche di adeguata intensità che si trova a impattare le precedenti linee energetiche in transito a livello della superfice terrestre come anche dei flussi verticali. Da questi impatti, e dai fenomeni elettronici precedentemente proposti (Gori 2002-2003) si avranno alcuni dei più singolari eventi tipici del fenomeno Hessdalen, in fatto di velocità, direzionalità, colorazioni e relative variazioni.

Le linee elettriche correndo attraverso linee lunghe diversi chilometri, trasportano nelle aree coperte energia e campi elettrici. Quando dalla stazione vengono emessi anche i flussi di ioni ed elettroni di cui si parla, questi vengono propagati per mezzo delle stesse linee elettriche e quindi raggiungono varie aree limitrofe, si incrociano con altre linee che a loro volta propagano i fenomeni energetici in altre zone creando incroci che potrebbero a loro volta influenzare la direzione dei fenomeni ottici eventualmente originati, facendo si che simili fenomeni ottici vengano resi possibili anche a distanze di vari km rispetto alle stazioni originatrici.

In altre parole, i fenomeni di carattere ottico innescabili da queste concatenazioni, - precipitazioni elettroniche ed i vari canali con cui si dirigono verso Terra (Gori ­ 2002/2003 vari articoli in questa Rivista) ­ grandi emissioni di radio frequenza (idem) - stazioni di produzione elettrica ­ linee elettriche - possono subire alterazioni direzionali influenzabili, oltre che da fenomeni elettronici come in precedenza riportato (Gori ­ 2002/2003, vari articoli in questa Rivista), anche dalle linee elettriche che prendono origine dalle stazioni di produzione energetica e le relative variazioni di direzione, qualora quest'ultime trasportino il fenomeno elettrico e magnetico suesposto e che questo sia sufficientemente energetico da contribuire ad innescare fenomeni di carattere luminoso sul tipo di Hessdalen.

Nei pressi della valle norvegese esistono in effetti 2 centrali di produzione elettrica, Glåmos e Tydalen, rispettivamente 25 km sud-est e 45 km nord-est dalla valle in questione. L'effetto combinato di queste 2 stazioni/antenna e delle rispettive linee elettriche propagate via cavo nella regione, potrebbe sviluppare la necessaria potenza per avere un ruolo non secondario nell'innesco dei fenomeni di Hessdalen naturalmente quando le caratteristiche ionosferiche ed atmosferiche (LEP, densità elettronica in precipitazione per cause diverse) lo consentono.

Inoltre ed altrettanto importante è segnalare che tali stazioni di produzione di energia elettrica ed i campi energetici creati e trasportati tramite le linee elettriche, possono avere un ruolo decisivo per un ulteriore fenomeno più volte riportato in valle: l'alta elettrificazione riscontrata nella bassa atmosfera di Hessdalen, specie (ma non solo) in coincidenza di importanti flare solari.
Da un controllo sulle registrazioni dei satelliti GOES in orbita terrestre in coincidenza delle testimonianze fenomenologiche e temporali riportate da Hessdalen, si evince che per la creazione dell'alta elettrificazione a livello del suolo, siano sufficienti C ed M flares, mentre il flusso elettronico registrato dagli stessi GOES è fra 10.5-10.6. Non si può tuttavia escludere che sia presente una componente locale d'innesco di possibile carattere geologico, tuttora da evidenziare adeguatamente.


Spettri X Rays ed Electron - GOES Satellite NOOA/SEC Boulder, Colorado:

26290701.gif

E-26290701.gif

23260701.gif

25280701.gif

 

02050802.gif

 

Nel successivo esempio si nota come il flusso elettronici è alto durante i 3 giorni in esame e superiore alla media, che continuerà nei giorni in cui il fenomeno è stato riportato dal gruppo in valle nel 2003:

21240903.gif

27300903.gif

 

Il flusso elettronico è probabilmente superiore rispetto alla media del periodo, mentre il livello dei Raggi X pari a C ed M, parrebbe sufficiente ad innescare il fenomeno, anche se la quantità elettronica in arrivo potrebbe aver avuto un ruolo.

 

Classificazione Solar Flare:

B < 10-6 MeV

C 10-6 < = I < 10-5 conseguenze poco avvertite

M 10-5 < = I < 10-4 causano brevi blackout nelle regioni polari, piccole tempeste radio.

X > = 10-4 i più forti in grado di bloccare le comunicazioni e di creare tempeste radio.