The Security Jam


Nota di Flavio Gori



Dalle 12 del 4 alle 20 del 9 febbraio scorso si è svolto un interessante brainstorming via web organizzato dalla Comunità Europea, la NATO, i Governi di Francia, Svezia, Stati Uniti e alcune dei maggiori Think tank mondiali a cui sono stato invitato a partecipare. Il programma è stato chiamato The Security Jam.


Si è trattato di un incontro fra 3500 persone di 124 nazioni dedicato ad alcune delle maggiori problematiche internazionali: terrorismo, cambiamento climatico, Afghanistan, scorte d'acqua, energia, economia, paesi emergenti, BRIC ecc


Il tutto si è svolto con una serie di tavole rotonde ad ognuna delle quali ogni invitato si poteva accomodare e dire la sua interloquendo con politici di vari governi e stati, professori universitari, ufficiali di varie armi, giornalisti e ricercatori di scienza della politica internazionali. 


I tavoli a cui mi sono virtualmente seduto sono stati quelli su acqua e Afghanistan dove ho postato una ventina di interventi con una serie di risposte e contro risposte con vari altri partecipanti.

Nella pratica, le discussioni erano introdotte da un VIP (politici, alti ufficiali, ricercatori universitari ecc) che illustrava una delle priorità sul tappeto, lo stato dei fatti, le proposte già avanzate e invitava non solo a commentare tutto questo ma soprattutto a fornire nuove proposte e alternative in uno spirito di massima apertura e informalità. La richiesta fondamentale era di fornire non solo idee ma anche le soluzioni pratiche alle idee proposte. non solo il cosa ma anche il come.


Trattandosi di un convegno internazionale via web è chiaro che gli orari di discussione erano sulle 24 ore al giorno, in un concatenarsi continuo a mio parere estremamente interessante e stimolante perché permetteva di mettere sullo stesso piano e nello stesso momento esperienze culturali, professionali e umane diversissime. 


Dalla fine del brainstorm, tutte le nostre proposte, le nostre analisi, sono al vaglio degli esperti delle organizzazioni organizzatrici e quelle che saranno ritenute le più valide, entreranno a far parte delle proposte che la comunità internazionale (ONU e NATO in primis) metterà in discussione nel corso del 2010, nei vari settori operativi.

I lavori sono iniziati con un generale NATO che ha inviato la sua nota da un'aereo in volo a 35.000 piedi e si sono conclusi con un intervento da parte di un ricercatore inglese dalla base antartica del suo paese. Un'esperienza molto interessante e formativa che mi auguro di ripetere al più presto.