Nell'ambito della conquista di un nuovo paradigma teso al raggiungimento
di una nuova prospettiva con cui guardare alla scienza, è
necessario dare sempre maggiore importanza all'approccio con cui
gli studiosi si rapportano alla ricerca. Lo studioso che cerchi
di affrancarsi dal modus operandi attuale e dunque di uscire dal
metodo o anche solo dalla prospettiva con cui viene approcciata
la ricerca, sa bene che potrebbe andare incontro a opposizioni,
più o meno velate indipendentemente dalla qualità
della sua proposta, difficile da prevedere in prima battuta.
C'è il rischio di mettere a repentaglio la propria carriera,
di vedere il lavoro guardato con sospetto dalla comunità
dei ricercatori. E' probabile che lo stesso studioso avrà
dei sensi di colpa quando vedrà che il tempo passa senza
poter presentare risultati subito utilizzabili economicamente.
Eppure tutti sappiamo che, tentando di trovare nuove strade, è
quantomai possibile incontrare difficoltà, in quanto saremo
alla ricerca di nuovi strumenti con cui sondare risultati apparentemente
già scontati, se non una nuova e diversa realtà.
Credo che siamo tutti d'accordo nel vedere come non pochi scienziati, in ogni epoca, hanno ceduto alla tentazione di ritenere che ormai quasi tutto fosse già stato scoperto, quasi tutto capito e pertanto mal si sopporta chiunque tenti di dimostrare che invece non è così, seppure spesso ci siamo poi trovati davanti ad una nuova prospettiva di ricerca in grado di dilaniare le precedenti certezze, grazie al lavoro, la testardaggine ed anche alla fantasia di qualche studioso che non voleva fermarsi a quanto apparentemente accertato. Nel corso del 1900 abbiamo avuto occasione di verificare questi fatti in almeno due grandi occasioni, con la Teoria della Relatività e la Meccanica dei Quanti. In altri casi non siamo stati così fortunati da capire quello che ci veniva proposto e forse abbiamo rifiutato lavori importanti senza averli ben valutati.
Le problematiche sopra accennate si sono già verificate ampiamente nel corso della storia scientifica, ma oggi sembrano ancora più presenti in un mondo sempre più alla ricerca di risultati immediatamente utilizzabili dalle infrastrutture economico-tecnologiche o in linea con queste.
Negli ultimi anni la possibilità di organizzarsi a livello
mondiale da parte di alcune importanti strutture economiche, ha
enfatizzato i problemi, introducendo ulteriori incertezze in tutti
quei ricercatori che avrebbero voluto proporre qualcosa di diverso
in assoluto, o anche una diversa impostazione e prospettiva di
studio/lavoro nei confronti dell'esistente. Attualmente il ricercatore,
lo scienziato che opera all'interno di strutture pubbliche o private
di un certo livello è spesso dedicato ad operare sulla
falsariga di quanto già in essere, o deciso in altra sede:
una sorta di impiegato della ricerca. Ogni tentativo diverso deve
essere considerato, da parte del proponente, come una difficoltà
che egli stesso introduce nella propria attività e pertanto
non sempre se ne accollerà la responsabilità.
Studiare quei settori ancora non chiaramente spiegati, pur presenti
ed in certi casi testimoniati, per quanto affascinanti ed in potenza
forieri di novità scientifiche e soddisfazioni personali
di alto livello, può paradossalmente essere controproducente
e viene pertanto lasciato da parte, oppure studiato nei ritagli
di tempo. Si capisce che, con questo tipo di approccio,
difficilmente arriveremo a testare qualcosa di valido in tempi
brevi e ritarderemo di un tempo indefinibile il raggiungimento
di scoperte che potrebbero migliorare la qualità dell'ambiente
e della nostra vita in termini importanti.
Con questo stato di cose, l'avanzamento scientifico langue. Il nostro Paese in particolare soffre di una sempre maggiore dipendenza verso altre Nazioni certamente più impegnate nella ricerca, ma così facendo restiamo sempre più ancorati all' attività che altri impostano e ci impongono, senza possibilità di valutare alternative che ci potrebbero offrire interessanti opportunità. Siamo insomma nel bel mezzo di un circolo vizioso che non ci offre possibilità se non quella di andare al traino di altri, anche se questi vanno in una direzione che ci penalizza sempre di più. Un paradosso.
Dobbiamo allora cercare di trovare una soluzione diversa, far
germogliare un movimento d'opinione in vari strati sociali teso
a far si che questa richiesta sia condivisa da molti e non solo
da un'elite. Un'occasione potrebbe essere quella di far riflettere
tutte quelle persone che non si occupano professionalmente di
scienza, quanto invece sia necessario per la loro vita e per il
futuro dei loro figli e nipoti interessarsi almeno a livello elementare
di scienza, della tecnologia e di quanto sia opportuno sapere
qualcosa di concreto nel momento in cui siamo chiamati ad esprimere
un giudizio su certe scelte di base, come nel caso dell'energia
nucleare, oppure sugli OGM, l'inquinamento elettromagnetico o
quanto connesso con la ricerca medica fondamentale e le sue implicazioni
etiche.
L'obiettivo deve essere quello di inquadrare dal punto di vista
biologico, chimico e fisico le varie problematiche e fornire le
principali informazioni necessarie ad affrontare certe scelte
in modo razionale e concreto.
Naturalmente ci sono molti altri campi di studio in cui è
necessario avere delle informazioni precise e non parlare solo
per motivi di schieramento economico o politico. Ad esempio potremmo
discutere del tipo di carburante e del motore che dovrebbero usare
le nostre automobili, o sul come creare energia per case e industrie.
Qui la scienza può fare molto e, naturalmente, gli scienziati
potrebbero dire la loro, ma certo non come facevano quei ricercatori
che fino a pochi anni orsono pubblicavano articoli per sostenere
che fumare non faceva poi così male. In seguito siamo venuti
a sapere che i loro lavori erano finanziati da un noto fabbricante
di sigarette. Lo stesso sembra accadere oggi, in certi casi, sul
tema del Riscaldamento Globale del Pianeta e le sue conseguenze.
Gli interessi in gioco sono molti, variegati ed assai importanti.
Eppure dobbiamo tentare di uscire da questa sorta di gabbia che
tende a bloccarci intorno a posizioni precostituite e dobbiamo
uscirne presto se vogliamo lasciare ai nostri figli un mondo vivibile
oltre che un dignitoso ricordo di quanto ha fatto la nostra generazione.
Ritengo che non dobbiamo attendere una concessione da parte di
qualcuno, dobbiamo trovare noi stessi il modo d'uscire da questa
impasse e dobbiamo farlo coinvolgendo attivamente nel problema
quante più persone possibile.
Dobbiamo dunque parlarne con dati di fatto oggettivi, scrivere,
informare in modo chiaro e trasparente affinchè la gente
non sia scoraggiata da termini complessi. Evidenziare, se necessario,
quelle frasi con cui altri riescono a far si che semplici ipotesi
tutte da verificare vengano interpretate come verità accertate.
Specie se ripetute continuamente da vari organi di
stampa.
In questa fase i giornalisti ed i mezzi di comunicazione hanno
un'importanza elevata. Vivendo in un mondo in cui siamo spesso
bombardati da media che apparentemente non hanno a cuore l'evoluzione
obiettiva e critica dei fruitori, non si deve pensare che sia
un compito facile ma visto che riguarda milioni e milioni di persone
in tutto il mondo, Italia compresa, abbiamo il diritto/dovere
di provare, utilizzando strumenti alla portata di tanti.
I primi riferimenti, in parallelo alla rete Internet, sono
radio, tv e giornali locali che possono aiutare per dare
voce a questi argomenti anche presso settori non ancora collegati
a Internet. Tanti livelli locali permettono di coprire un ampio
bacino.
Più complessa sarà la collaborazione con
i grandi mezzi di comunicazione che coprono aree più vaste
dei precedenti, ma qui la rete Internet può essere di grande
aiuto essendo accessibile a tante persone in quasi tutto il mondo
ed a basso costo. Open Network for a New Science - EgoCreanet
la sta usando sempre di più e sempre meglio col contributo
ed il tempo di tante persone e tante ancora ne serviranno per
migliorare continuamente la proposta.
Dobbiamo insomma fare in modo che questa richiesta di informazione scientifica per una presa di coscienza generale ed a vasto raggio venga direttamente dai cittadini, dagli elettori, dai contribuenti che dimostreranno così la loro volontà di riprendersi la centralità nelle scelte della vita sociale ed economica. Sono loro, quindi siamo tutti noi le persone da coinvolgere.
Questa richiesta qualora strutturata efficacemente permetterà
ai ricercatori interessati di portare avanti il proprio studio,
la propria ricerca, sondando tutte quelle prospettive che finora
sono dovute restare in un cassetto per non essere emarginati dalla
comunità economica, scientifica e politica di tutto il
mondo e sotto molte bandiere.
Compito fondamentale dei ricercatori e dei giornalisti, sarà
quello di mettere a fuoco gli aspetti più qualificanti
del progetto per un nuovo approccio alla scienza in modo da far
convergere l'interesse di quante più persone possibile,
affinché il lavoro sia compreso, supportato e non travisato
da tutti coloro che lo avranno reso possibile, i cittadini, creando
una sorta di circolo virtuoso, in cui nessuno può fare
a meno del sostegno dell'altro, pena il crollo di tutto.
Una forma di pari dignità generale.
Ritengo che il primo passo da fare sia quello di dettagliare
le basi adatte per capire quelle che sono le problematiche di
cui vogliamo interessarci, quelle che si ritengono le fondamenta
del progetto nel suo insieme e che interessano la vita di ognuno
di noi, in modo che tutti i potenziali sostenitori siano a conoscenza
del fatto che nonostante i problemi appena accennati, un nuova
scienza è possibile grazie alla buona volontà di
tanti ed agli strumenti di condivisione adesso disponibili e che
sarà utile per l'evoluzione di un nuovo ambiente, di un
nuovo modo di vivere, di un mondo nuovo.
Spero anche per la condivisione di una nuova coscienza etica generale,
per la quale non è mai troppo tardi, ma neanche troppo
presto.