HESSDALEN 2001:
VLF Radio Report ed
alcune proposte per le prossime Missioni.
Riassunto.
Si propone un approccio che si serve dello spettro radio
al di sotto dei 12 kHz, nella ricerca sui fenomeni luminosi riportati
nella valle norvegese di Hessdalen. In particolare si rivaluta
il ruolo del rumore elettromagnetico di sottofondo, che si ipotizza
essere in grado di darci importanti informazioni su eventuali
fenomeni di bassa e bassissima potenza che potrebbero intermodularsi
col rumore di fondo locale in banda VLF/ELF. Oltre alle motivazioni
teoriche si riportano esempi di analisi al calcolatore dai quali
si evincono perturbazioni nel rumore elettromagnetico, sul tipo
di quelle ipotizzate per via teorica, sia in termini geometrici
che di ampiezza.
Sono certamente necessarie ulteriori ricerche ed analisi allo
scopo di validare o meno la nostra ipotesi che, al momento, risulta
essere un originale approccio al problema.
Autore:Flavio Gori (N.R.R.)
Traduzione effettuata da CIPH e Flavio Gori dell'articolo EMBLA2001:VLF Report, pubblicato su LoScrittoio.it e su http://www.itacomm.net/ nel mese di Dicembre 2001.
In questo report, daremo alcune informazioni di base
circa il lavoro svolto nella valle di Hessdalen, Norvegia, nell'agosto
2001.
E' importante innanzitutto sottolineare che stavamo cercando di
svolgere una ricerca nel campo delle onde radio VLF nella zona.
Il fatto più importante da capire era quale tipo di emissione
naturale VLF potesse essere definita come situazione standard
per poter capire come e quando qualcosa poteva riuscire ad influenzare
in qualche modo l'ambiente EM locale, in particolare quando le
luci del Fenomeno Hessdalen
apparivano.
Questo lavoro si è svolto utilizzando tre diversi ricevitori
VLF: ELFO, con 2 antenne quadre, di due metri di braccio ciascuna,
(1) il modello WR3
con antenna a stilo di 60 cm ed un ricevitore VLF Inspire
che è stato installato nella stazione Blue Box,
connesso a 50 metri di dipolo. Sia WR3 che Inspire, sono semplici
amplificatori del campo audio a banda larga, capaci di ricevere
da 12 kHz fino a 300Hz, verso in basso, senza particolari elementi
filtranti.
Le prime due notti, al Vista Point- Aspaskjolen (2),
è stato usato WR3, dato che ELFO non era ancora operativo.
Nella prima sessione di registrazione, abbiamo avuto l'esperienza
di una particolarissima "battaglia di Whistler".
Raramente in una sola notte, è stato possibile registrare
così tanti Whistlers. Questo probabilmente era dovuto
ai forti temporali della nottata molto piovosa, e condizioni di
tempo simile erano probabilmente presenti nel punto coniugato
magneticamente nell'emisfero sud. Queste due condizioni meteo,
avvenute nello stesso tempo, unite alla elevata latitudine magnetica
dei siti, avevano probabilmente contribuito a creare i molti Whistlers
e Hop Whistlers (3) di cui abbiamo avuto esperienza.
La seconda seduta si svolse in una notte dalle caratteristiche
elettriche in atmosfera più usuali, dato che il tempo era
assai migliorato con una ridotta attività elettrica in
atmosfera.
In entrambe le notti non sono stati segnalati Fenomeni Luminosi
di Hessdalen, almeno nella nostra zona di controllo, così
che non ci è stato dato di capire se le luci potevano creare
qualche connessione o attività nelleVLF.
Nelle sessioni di registrazione delle notti successive, condotte
con l' ing. Andrea Cremonini del CNR/IRA di Medicina abbiamo usato
il sistema ELFO, per raccogliere dati VLF, dalla Blue Box,
il contenitore metallico dove sono ubicati radio e strumenti ottici.
Le antenne usate erano le due a quadro , fissate sul terreno
in modo da coprire un angolo di 203°, la prima e di 140°,
la seconda. Durante queste sessioni, sono stati usati due computer
portatili per immagazzinare direttamente i dati digitali. Uno
era un GEO PC Pentium 3/700 mHz (Cremonini) che usava un software
Spectrogram
(oltre al software di ELFO), mentre l'altro era un Apple Power Book 3400/180 mHz
(mio) con software SoundEdit per creare e analizzare come
spettrogramma i file audio registrati. Dato che SoundEdit
non è in grado di mostrare uno spettrogramma (tempo vs.
frequenza) in tempo reale talvolta ci siamo serviti di MacTheScope
(quest'ultimo anche come Analizzatore di Spettro, ovvero frequenza
su. ampiezza).
Durante le sessioni di registrazione di ELFO, è
stato registrato un elevato numero di segnali digitali manmade
sconosciuti. Molti di loro non avevano niente in comune con
quelli registrati durante la Missione EMBLA2000.
Sfortunatamente nella maggior parte dei casi i manmade occupano
una frequenza di banda compresa tra 2.5 e 8 kHz, ed a volte anche
10 kHz. Così le emissioni presumibilmente molto deboli
che noi stavamo cercando, sono risultate quasi invisibili, se
presenti.
Dato che il ricevitore ELFO ha un filtro che taglia via tutto
quanto al di sotto di 1 kHz, la gamma di frequenze che possiamo
analizzare con una buona forma sono comprese tra 1 e 2.5 kHz e,
a volte, tra 8 e 12 kHz. Le gamme più basse sembrano essere
quelle più interessanti per il nostro studio ma stiamo
analizzando il tutto al nostro meglio, per poter osservare qualsiasi
traccia che possa essere correlata ai Fenomeni di Hessdalen.
Spesso la nostra prima impressione si è modificata durante
le sessioni di registrazione e, dopo molte settimane spese ad
analizzare questi file, siamo giunti alla conclusione che non
abbiamo bisogno di analizzare nei più piccoli dettagli
le emissioni manmade o quelle naturali conosciute. E' nostra
convinzione che, allo scopo di riservare le nostre attenzioni
solo a emissioni sconosciute, dobbiamo cassare dai nostri file
tutte quelle emissioni conosciute (sia manmade che naturali) e
concetrarsi sulle parti rimanenti, quelle in cui figurano emissioni
non già catalogate.
Come dicevamo in un precedente articolo sull'attività di ricerca in VLF/ELF (Hessdalen is a Norwegian Valley su http://www.loscrittoio.it/Pages/FG-0901.html) sarebbe necessario creare un software che serva da filtro ed elimini all'ingresso i segnali conosciuti, lasciandoci spazio libero su quanto dobbiamo ancora capire.
Questo solo allo scopo di monitorare lo standard naturale
di rumore bianco, che dobbiamo vedere come un tappeto dove "qualcosa"
ci cammina sopra.
Questa è la situazione che dobbiamo raggiungere nella valle
di Hessdalen nella gamma radio delle VLF/ULF.
Dobbiamo arrivare ad osservare come il fenomeno che stiamo studiando,
riesce ad influenzare l'ambiente EM locale, la qual cosa può
essere appena percettibile e non così facile da riconoscere.
E' nostra opinione che queste piccole increspature nel rumore
elettromagnetico di fondo, possono essere molto importanti per
capire il Fenomeno Hessdalen.
Durante i nostri utilissimi incontri di Gruppo alla Scuola
dove vivevamo, l'ing. Bjorne Gitle Hauge (4) mi parlò
di una interessante Ipotesi del dr. Massimo Teodorani (5):
le luci, come globi di energia entro-contenuta (Self-Contained
Energy Bags), potrebbero essere presenti anche se non visibili.
Queste potrebbero diventare visibili allorquando "qualcosa"
succede. Molte ipotesi possono essere sviluppate per cercare di
capire cos'è il particolare fenomeno che "innesca"
questi globi, anche se al momento non è sicuramente chiaro
il modo in cui avviene l' "innesco".
Ipotesi
Vorrei porre l'attenzione, comunque, su questa ipotesi di Teodorani
:
Self-Contained Energy Bags, possono essere attorno a noi
anche se non visibili (5), come situazione
non anormale nella bassa atmosfera.
Questa idea intrigante mi sta accompagnando da allora. E queste
sono le linee di studio che mi sento di proporre.
Se tali globi (SCEB) sono attorno a me ,si comportano come
quando sono visibili, hanno un movimento di tipo casuale. Casuali
sono la loro velocità, i colori, l'altezza. Ed infine,
così come accade quando sono visibili, può darsi
vi sia più di uno SCEB in movimento, oppure che ciascuno
SCEB contenga all'interno più SCEB (più piccoli)
che ruotano all'interno, intorno ad un centro mini gravitazionale
(5).
Se così è e tutte le condizioni appena dette sussistono,
possiamo considerare che un tale SCEB possa influenzare localmente
le condizioni EM standard, si suppone ad una intensità
molto bassa ed anche più bassa dopo che lo SCEB diventa
luce visibile, rilasciando la sua energia nell'atmosfera. E' necessario
sottolineare che la composizione interna dello SCEB, è
molto importante per poterli individuare (o meno) nelle VLF, o
in qualsiasi altro radio-range.
A questo proposito, le ricerche nell'ottico,nell' infrarosso e
negli altri aspetti fisici, ci daranno un aiuto decisivo.
Nel tentativo di meglio visualizzare il concetto di rilevabilità dello SCEB che proponiamo, vorremmo proporre l'esempio che segue: pensiamo alla superficie calma del mare (il campo EM locale senza una particolare emissione in banda, ma tutta una serie di rumori che vanno a formare il tappeto/superficie cui si accenna); quando un pesce passa vicino alla nostra posizione, possiamo non vederlo (la SCEB, nel nostro esempio) ma possiamo vedere la perturbazione sulla superficie dell'acqua creata dal pesce stesso che passa. Questo è il modo in cui ci aspettiamo di trovarlo: gli SCEB sono invisibili ai nostri occhi ma il loro passaggio può creare perturbazioni nel campo EM locale e ciò è quanto cerchiamo di individuare.
Se lo SCEB può essere rilevato in VLF, potremmo osservare,
nello spettrogramma emissioni geometriche non nitide, dalle
caratteristiche Doppler (quando lo SCEB si avvicina o si
allontana dalla posizione dell'antenna), a vortice (quando
lo SCEB ruota nelle immediate vicinanze dell'antenna, se dovesse
ruotare per qualche attimo in più in posizione ferma rispetto
alla nostra antenna, potrebbe apparire come un elemento rotondeggiante).
Figure geometriche non nitide, si diceva, come se il rumore di
sottofondo dovesse riunirsi attorno a punti particolari dello
spettrogramma., creando segnali non nitidi nel tratto, appunto
perché di debolissima ampiezza, rispetto al rumore elettromagnetico
di sottofondo.
Come se l'ambiente EM stesse ospitando il volo di uno SCEB e questo
suo movimento fosse rilevabile come una perturbazione del locale
campo EM VLF (si ipotizza una distanza dalle antenne ricettive
molto breve, intorno a un metro), supposto che lo SCEB non stia
creando un segnale VLF "reale" tipo quello prodotto
dalle comunicazioni digitali cui si accennava sopra. Dovremmo
insomma osservare lo SCEB intermodularsi con la condizione
di rumore naturale standard in modo da creare figure/perturbazioni
geometriche, increspature nel rumore elettromagnetico di fondo
appena percettibili.
Se questa ipotesi è giusta, dovremmo poter osservare
questa situazione EM VLF lungo tutta la durata del giorno, anche
non in presenza di luci visibili, in modo da verificare che tali
emissioni indefinite sono realmente nello spettrogramma. Se questa
ipotesi è corretta, dovremmo osservare un cambio immediato
nella condizione EM quando lo SCEB si innesca e si rende visibile.
Osservare allo spettrogramma un cambiamento nella banda radio
in esame potrebbe farci fare un ulteriore passo avanti.
La situazione VLF potrebbe modificarsi così:
quando lo SCEB sta per rompersi, nello spettrogramma appare un
segnale blast-like (a raffica), come una esplosione EM
lungo la gamma delle VLF ed oltre (sia verso il basso che verso
l'alto dello spettro radio) . Non appena questo è avvenuto
noi dovremmo osservare il rumore EM di sottofondo rapidamente
al suo stato precedente la rottura dello SCEB: qualcosa come un
sismogramma durante un terremoto. Essendo a questo punto, un'
emissione nell'ottico, è come se una mini esplosione potesse
configurarsi nella gamma delle UHF, così come nella gamma
delle VLF, almeno nella fase iniziale. Ecco perché sarebbe
utile installare in parallelo una stazione di monitoraggio UHF,
così come nell'infrarosso, essendo una emissione calda.
Specialmente nella ricerca dello SCEB, riteniamo possa essere
molto importante misurare le emissioni infrarosse in una sessione
coordinata con la gamma radio VLF/ULF.
Nella gamma radio VLF, come fase successiva, dopo una tale emissione
blast-like, non dovremmo osservare alcuna perturbazione
da quel punto in poi, essendo la SCEB aperta, con alcuna energia
all'interno da rilevare. Allo stesso tempo dovremmo ancora osservare
altre SCEB muoversi attorno: sono queste SCEB influenzati in qualche
modo dai fenomeni blast-like ?
Possiamo al momento fare altre supposizioni: quando le luci si
spengono, scomparendo otticamente, tornano ad uno stato simile
alle SCEB? Possono essere nuovamente rilevate nelle VLF? Dove
va a finire l'energia che lo compone, si disperde in atmosfera,
ma come?
Per osservare queste emissioni non nitide (ma anche l'evento
blast-like), la Stazione VLF dovrebbe essere posta il più
vicino possibile al fenomeno. Antenne estremamente performanti
e un software specifico sarebbero utili a farci rilevare
questi segnali, probabilmente molto deboli. In questo modo la
nostra conoscenza potrebbe fare un reale salto di qualità.
Allo scopo di meglio rilevare le SCEB, propongo di installare
due antenne dipolo a telaio, formate da 5 cavi ciascuna, nel luogo
dove statisticamente vi è il maggior numero di apparizioni
di luci/SCEB, ad una distanza di un metro l'una dall'altra, per
poter collidere con le luci/SCEB e capire se la materia può
creare diverse situazioni sulla seconda antenna dopo che ha impattato
sul primo dipolo.
Ogni cavo dipolo deve essere collegato ad uno strumento, in
modo che quando una luce/SCEB ne colpisce uno, l'altro può
dirci della differenza ampiezza/forma, capace di informarci su
che tipo di dati stanno giungendo dalle SCEB. Inoltre se le luci/SCEB
raggiungono un altro cavo a breve distanza (un metro), possiamo
capire cosa può essere cambiato, nella sua energia, dal
primo contatto al secondo e misurarlo con i nostri strumenti.
Inoltre, una profonda ricerca dovrebbe essere fatta nel campo
del software. E' nostra opinione, che per capire se l'ipotesi
SCEB è corretta (o solo capire come le luci agiscono),
abbiamo bisogno di un filtro software capace di capire
il rumore EM di fondo, filtrandolo da ogni altra perturbazione
che sopraggiunga, anche nelle estensioni più basse del
campo EM, andando più in basso della soglia rumore elettromagnetico.
A questo punto le altre emissioni naturali e manmade conosciute
non sono importanti e dobbiamo coordinare il nostro lavoro
sul rumore di base alla scoperta delle increspature. Sarà
estremamente importante capire la giusta finestra temporale nel
nostro spettrogramma in modo da mostrare il modo migliore per
valutare queste deboli increspature. In una troppo compatta finestra-temporale
dello spettro, le increspature resteranno compresse in tutti gli
altri rumori ed emissioni, restando invisibili. D'altra parte
con una finestra-tempo troppo larga, lo spettro dilaterà
troppo le increspature, rimanendo nuovamente non visibili..
Analisi
Il tempo speso sopra gli spettrogrammi a scopo di analisi, ci
ha portato a trovare quella che riteniamo sia la giusta finestra
temporale per mostrare tali increspature. Dobbiamo ripetere che
tali increspature sono estremamente deboli e dobbiamo analizzare
lo spettrogramma con molta attenzione per rilevarli, almeno con
gli strumenti di cui disponiamo oggi.
Abbiamo allegato alcuni spettrogrammi VLF registrati nella valle
di Hessdalen nei quali possiamo effettivamente osservare perturbazioni
nel campo radio VLF. Come potete vedere, sono riportate immagini,
aderenti al modello che abbiamo ipotizzato.
Ci auguriamo possiate osservare attentamente questi spettri in
modo da capire ciò che intendiamo.
Guardando ed analizzando questi file registrati, possiamo
vedere Doppler
in avvicinamento
oppure in allontanamento.
A volte come una singola onda, altre volte come eventi
multipli come se più
di una SCEB stesse muovendosi
attorno alle nostre antenne.
Naturalmente non siamo nella condizione di poter affermare con
certezza che queste perturbazioni sono create da SCEB, piuttosto
che avere altre origini, ma ci pare si tratti di un interessante
punto di partenza per verificare se ciò che abbiamo supposto
come una possibilità teorica era effettivamente osservata,
proprio in tutte le condizioni ipotizzate.
Più osservazioni, più sessioni di registrazione
sono da avviare, per poter confermare o meno l' ipotesi che, comunque,
può essere un importante risultato di EMBLA2001: per questa
via abbiamo un reale sentiero VLF (ma anche ELF) da seguire. Dopo
il tempo necessitato ad analizzare i dati in entrata, potremo
stabilire se questa via è un'ipotesi che si autosostanzia
o meno.In quel momento avremo dati reali da proporre.
Il tipo di perturbazioni VLF/ELF che abbiamo presentato, al momento
in cui stiamo scrivendo e per ciò che è a nostra
conoscenza, non è stato riportato in precedenza nella letteratura
scientifica.
SCEB (come sacche di energia entro-contenuta e dunque non
visibile) potrebbero essere, a questo punto, un Evento Atmosferico
nella geofisica terrestre non così inusuale e non confinato
solamente nella valle di Hessdalen. Ma, in quel luogo (forse in
altre regioni del mondo) le SCEB potrebbero trovare un particolare
ambiente che le porta ad innescarsi per diventare luce visibile
ai nostri occhi, rilasciando un'energia forse ancora non ben conosciuta.
Un tale ambiente potrebbe essere formato da un mix di condizioni
capaci di "rompere" la SCEB: particelle spaziali, particelle
atmosferiche, oppure una composizione geologica della Terra (in
Hessdalen ci sono miniere di rame e corsi d'acqua superficiali
e sotterranei, come anche potrebbe dare un contributo l'attività
umana nella zona e le sue conseguenze sul terreno e in
atmosfera.
Non solo la presente attività ma anche una passata potrebbe
aver creato le condizioni per successive "rotture" di
SCEB. Ma abbiamo un altro aspetto da considerare: potrebbe esistere
un'anomalia gravimetrica capace di contribuire in qualche modo
alla "rottura" delle SCEB? Sono state fatte misurazioni
nel campo gravimetrico nella valle o in altre zone nel mondo dove
fenomeni simili avvengono? Dovremmo lavorare in questa direzione,
con dati raccolti via satellite direttamente sui siti, così
come da terra, chiedendo magari dati relativi all'area atlantica
meridionale, zona con forti anomalie gravimetriche. I satelliti
potrebbero fornire dati importanti. Potrebbe anche essere utile
parlare col personale d'equipaggio delle navi che usualmente incrociano
in quelle acque: potremmo ottenerne informazioni importanti.
Per poter capire se differenti condizioni atmosferiche possono
dare differenti risultati circa le SCEB, confermiamo che, come
proposto nella Scuola ad Hessdalen, potrebbe essere utile avere
una stazione ricevente VLF montata su un pallone aerostatico,
posto a circa 400/500 metri dal suolo, capace di raccogliere dati
da sopra la stazione a terra, controllando le differenti medie
di contenuto di elettroni per metro/quadro con la stazione a terra.
Probabilmente potremmo installare due stazioni portatili da porre
in valle nei siti dove, statisticamente, le luci sono state registrate
più spesso. Io credo che una stazione ricevente VLF in
più potrebbe essere posta in un'altra valle vicina (diciamo
a 5 km da Hessdalen), in modo da confrontare le due condizioni
VLF, nello stesso tempo.
Dovremmo vedere le stesse emissioni non nitide , sia nella
stazione di Hessdalen che nell'altra stazione ricevente dell'altra
valle, mentre il supposto cambio nello spettrogramma (il "blast-like")
può mostrarsi solo nello spettrogramma registrato nel luogo
dove le SCEB sono aperte, solamente dove le condizioni di rumore
standard sono state modificate. Dovremmo anche raggiungere un
accordo per utilizzare i dati satellitari, presi direttamente
sulla verticale di Hessdalen, nuovamente a scopi comparativi.
i dati TEC (Total Electron Content) [Contenuto Totale di Elettroni]
ottenuti dal GPS satellitare, potrebbero fornire anch'essi informazioni
interessanti. Tutti questi tipi di dati potrebbero essere trasmessi
dalla valle via Internet, in modo da dare alla Comunità
dei Ricercatori coinvolti nel Progetto dati importanti e in
tempo reale da analizzare.
Questo porterà la ricerca sul campo un passo avanti, dandoci
la possibilità di crescere in ogni campo (ottico, radio,
infrarosso) allo stesso modo, senza il bisogno di essere sul posto
di persona, ogni giorno, ma solo per scopi manutentivi della strumentazione,
così come per update scientifici, o contatti con la comunità
locale.
In conclusione, ciò che veramente si trae dalla valle di Hessdalen è che le nostre conoscenze riguardo la nostra atmosfera e i suoi collegamenti con le particelle dello spazio non sono complete. Quando questo avverrà anche il Fenomeno Hessdalen sarà compreso o, se preferite, il Fenomeno Hessdalen potrà darci importanti indizi per capire queste connessioni. In ogni caso ci pare che in questa bellissima valle norvegese ci sia ancora molto da capire e si tratta di questioni di assoluta rilevanza scientifica.
Riferimenti
1) A. Cremonini: Ricevitore VLF a correlazione per monitoraggio
di fenomeni elettromagnetici in atmosfera Università
degli Studi di Bologna, Anno Accademico 1999/2000; Tesi di Laurea
in Ingegneria Elettronica;
2) E. Strand: Project Hessdalen;
3) R. Helliwell: Whistlers and Related Phenomena, Stanford
University Press 1965;
4) B.G. Hauge: Project EMBLA, Proceeding
of the "International Conference on Engineering Education";
6-10 August Oslo, Norway;
5) M. Teodorani; Erling Strand; Bjorn Gitle Hauge: The EMBLA
2001 Optical Mission; http://www.itacomm.net/ph
Ringraziamenti
Ci sono alcune persone che voglio ringraziare profondamente. Sono
le persone che hanno avuto la pazienza di ascoltarmi amichevolmente,
darmi preziosi suggerimenti, assistenza tecnica ed anche le possibilità
finanziarie per essere nella meravigliosa valle di Hessdalen.
I loro nomi sono:
Massimo Teodorani per il suo aiuto nel permettermi di essere
nel Progetto EMBLA e la sua grande assistenza scientifica durante
tutto il tempo passato in valle, nonchè durante l'analisi
dei dati;
Renzo Cabassi e il ICPH/CIPH
(Italian Commitee for Projetc Hessdalen o Comitato Italiano
per il Progetto Hessdalen), per la loro amicizia, il supporto
finanziario ed assistenza in generale che mi ha permesso di essere
in Hessdalen;
Erling Strand,
responsabile del Hessdalen
Project, per tutte le informazioni che mi ha dato
durante i giorni in valle e durante l'analisi dei dati. Inoltre
mi ha dato l'uso di un'auto, così come il posto dove vivere
in Hessdalen con la mia famiglia;
Andrea Cremonini, Bjorn
Gitle Hauge, Simona Righini per le loro importanti
conversazioni scientifiche nella scuola ed il loro aiuto, come
quello di tutti gli altri partecipanti alla Missione, con la mia
piccola e dolce Marina;
Stelio Montebugnoli
e Jader Monari del CNR-IRA-Medicina,
Bologna, per il loro aiuto scientifico
Dennis Gallagher di NASA
Marshall Space Flight Center per i suoi suggerimenti
scientifici;
William Taylor e William Pine di NASA-INSPIRE
Project, Goddard Space Flight Center per la loro
assistenza scientifica durante l'analisi dei dati;
Ron Koczor Direttore della Rivista in rete Science@NASA, per la sua amicizia ed i consigli dati amichevolmente;
Luigi Ciraolo, Luciano Cianchi e Paolo Moretti, del CNR-IROE-Firenze e
Cesare Tagliabue,
I5TGC; per il loro supporto scientifico, dopo il mio periodo ad
Hessdalen;
Mike Mideke vero Pioniere della Ricerca nel campo dei segnali radio Naturali, per i suoi consigli tecnici e scientifici;
Stanislav Klimov, I.K.I. Istituto Russo per la Ricerca Spaziale, per i suoi consigli scientifici;
Peder Skogaas per la sua amicizia ed il suo impegno
nel coordinare il nostro lavoro con gli abitanti, un elemento
importante per coordinare le prossime missioni in valle;
Jonathan Tisdall giornalista del quotidiano AFTENPOSTEN per il suo aiuto a trovare notizie della valle e della Norvegia;
Caroline Korsvoll giornalista del settimanale DAGBLADET,
per il suo simpatico articolo sul nostro lavoro in valle;
Ellin Brattas con suo marito Birger e Bjiorne
Lillevold con la moglie Hallfrid, residenti ad Hessdalen,
per averci dato molte informazioni circa le luci e come gli abitanti
della valle hanno convissuto col fenemeno anche nei tempi passati
Un ringraziamento a tutti i norvegesi incontrati durante
la nostra permanenza in valle per il loro supporto.
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