IDIOMI NEL MONDO
Secondo di due articoli dedicati alla Lingua Italiana.
(Il precedente "Il Metabolismo Linguistico", a cui questo si riconduce, è stato pubblicato nel mese di Gennaio 2001).
LA LINGUA ITALIANA e L'ACCADEMIA DELLA CRUSCA a FIRENZE.
Autore: Flavio Gori
Nella Firenze medioevale, città di grande spirito culturale
ed imprenditoriale, venne a crearsi un vivace interesse in relazione
alla lingua italiana ed alla sua evoluzione, con tutta una serie
di convegni, dispute e studi, grazie ai quali la nostra lingua
conobbe un periodo di grande risveglio. Senza voler fare paragoni
con l'attuale situazione fiorentina, ci sembra interessante constatare
come un gruppo di letterati fiorentini, sul finire del 1500, formò
un circolo dedicato allo studio sulla lingua italiana con delle
basi così solide da giungere fino ai nostri tempi.
Alcuni anni orsono, sul finire degli anni '80, fra le antiche
Accademie di studio italiane soggette a crisi di carattere economico,
tipiche nei Paesi che scarsa attenzione pongono alla propria Cultura
ed alle proprie radici culturali, avevamo da annoverare anche
l'Accademia della Crusca, prestigioso centro di studio della lingua
italiana in Firenze. Probabilmente la crisi era figlia diretta
dello stato generale della lingua italiana (cui si accennava nell'articolo
"Il Metabolismo Linguistico" pubblicato lo scorso
mese su LoScrittoio.it), come anche di una situazione più
generale di cui soffre il nostro Paese. Improvvisamente e quando
ormai si stavano perdendo le ultime residue speranze (a tanto
era giunta questa crisi), avvenne l'insperato: dalle colonne de
"Il Giornale" l'allora Direttore ed anima Indro Montanelli
lanciò un appello per una sottoscrizione nazionale che
potesse ridare vita e speranza all'Accademia di cui quasi non
si sentiva più parlare, come se ormai a nessuno importasse
granchè della sua esistenza e nessuno la ritenesse necessaria
allo sviluppo futuro dell'idioma e della società italiana.
Anche, e forse soprattutto, le giovani generazioni parevano essere
disinteressate allo studio della lingua italiana e taluni sembravano
considerarla un soggetto insensibile ad ogni cambiamento, come
se la lingua fosse nata così come ora la conosciamo e non
avesse subìto, nel corso dei secoli, alcuna modifica. O
che non ne potesse subìre in futuro. Un soggetto imbalsamato.
Era come se lo studio della nostra lingua fosse considerato in
maniera diversa rispetto allo studio della storia dell'arte, ad
esempio, ed allo stesso tempo era come se a nessuno importasse
granchè dello stato di conservazione dei reperti della
nostra storia dell'arte (in parte è effettivamente così,
ma questo è un altro discorso), visto che la nostra lingua
è indubbiamente una componente fondamentale della nostra
storia e della storia della nostra cultura.
D'altro canto non è del tutto corretto addossare solo alle
più giovani generazioni tale "dimenticanza",
visto che, probabilmente, l'influsso del mondo adulto (familiare
e scolastico) nei loro confronti non è stato quello che
era lecito attendersi ma che forse neanche una buona parte degli
adulti, sono in grado di offrire. L'esempio della programmazione
televisiva insegna.
La speranza è che un interesse verso certi ambienti linguistici arrivi sia da parte dei più giovani che della popolazione adulta, essendo ben lungi dal pensiero del sottoscritto frasi tipo "meglio tardi che mai", dato che non credo esista il tardi o il presto, ma solo il tempo giusto (che ognuno di noi misura a suo modo) per interessarsi di un qualsiasi argomento; e nella misurazione rientrano una svariata serie di concetti, tutti concorrenti alla formazione della molla che stimola una persona ad interessarsi di un certo tema.
Come saltuariamente capita in Italia, l'appello a favore della
Crusca ebbe un inaspettato successo. Da ogni parte dello Stivale
e da ogni ambito sociale ed economico, giunsero manifestazioni
morali e contributi finanziari, in misura sicuramente superiore
ad ogni più rosea aspettativa, tanto che l'Accademia della
Crusca prese a pubblicare un semestrale, "La Crusca per voi",
curato dal centro di grammatica dell'Accademia, dove, oltre a
saggi sulla lingua italiana e risposte alle richieste dei lettori,
non è raro incontrare studi relativi a letteratura varia:
dalla storia della scienza a Leopardi. Per inciso dirò
che questo foglio viene inviato gratuitamente a tutti coloro che
hanno preso parte alla sottoscrizione ed a tutti quelli che ne
dovessero fare semplice richiesta. Si è quindi potuto usufruire
di un mezzo che permette il contatto diretto fra i ricercatori
della Crusca ed il "pubblico" dei lettori, degli appassionati
interessati allo studio della nostra lingua ed anche ad un colloquio
con gli Accademici, seppure su base semestrale.
Dunque non era vero, come invece pareva scontato, che in Italia
nessuno è ormai più interessato allo sviluppo della
nostra lingua e della nostra grammatica. Grazie a Montanelli ed
a coloro che hanno risposto al suo appello abbiamo fatto una piacevole
scoperta, oltre ad aver ridato speranza alla "Crusca"
ed a tutti gli amanti dell'italiano scritto e parlato.
Ma come giudicare uno Stato che paradossalmente non si preoccupa
di lasciar morire istituzioni di questo livello e che, di pari
passo ed in via ufficiale, dichiara di aver perfettamente capito
l'importanza culturale, sociale (ed economica) delle nostre radici?
++++ FINE PRIMA PARTE++++
La seconda parte sarà pubblicata nel mese di Marzo 2001.