Studi elettromagnetici associati ai terremoti in Italia

Autore: Cristiano Fidani -
email: c.fidani@virgilio.it

I fenomeni luminosi furono probabilmente i primi fenomeni elettromagnetici osservati con i terremoti sin dalla preistoria, attraverso fulmini o strani fuochi, luci aurorali e a forma di sfere. Negli ultimi quarant'anni questi fenomeni sono anche stati fotografati; tuttavia, la scienza di queste e altre manifestazioni è ancora controversa. I primi approcci alla loro comprensione furono legati ai fenomeni elettrici che avvenivano in atmosfera e si svilupparono fortemente in Italia.

Due furono le principali cause che suscitarono queste ricerche in Italia: la prima è che il nostro territorio nel XVIII secolo fu ripetutamente colpito da devastanti terremoti con numerose opportunità di osservare questi strani accadimenti; la seconda fu che in Italia lavorarono fra i più importanti scienziati del tempo dei fenomeni elettrici. Inoltre, la grande sofferenza delle nostre popolazioni diede un forte impulso a questi studi.

Per quanto riguarda i terremoti possiamo iniziare col ricordare quello della Basilicata del 5 giugno 1688 che provocò 20.000 morti. Terremoti distruttivi e maremoti colpirono la Sicilia l'11 gennaio 1693 provocarono 93.000 morti e ancora altre scosse colpirono la città di Avellino l'8 settembre 1694. Il 1703 fu l'anno di L'Aquila e Norcia il 14 di gennaio con la morte del 22% della popolazione e il 3 novembre 1706 di nuovo in Abruzzo sulla Majella. La Sicilia fu colpita ancora il primo settembre 1726 e il 12 maggio 1730 di nuovo Norcia; il 29 marzo 1732 ancora Avellino. Il 24 aprile 1741 il sisma colpì Fabriano, nel gennaio 1742 molte scosse furono sentite in Toscana e il 20 febbraio 1743 nuovamente un violento terremoto fu registrato in Sicilia, Calabria e Puglia. Il 26 luglio 1751 Gualdo e Nocera Umbra risentirono di un forte terremoto e il 3 giugno 1781 Cagli nelle Marche. Un violentissimo terremoto e maremoto devastò la Calabria il 4 febbraio 1783 seguito da un lungo periodo di repliche che causarono 60.000 morti. Il 25 dicembre 1786 fu la volta di Rimini e il 28 luglio 1799 quella di Camerino. All'inizio del XIX secolo, il 26 luglio 1805, un forte terremoto colpì il Molise.

Gli studiosi di questi fenomeni in Italia avevano già una lunga tradizione, partendo dalle idee rinascimetali che si appoggiavano sulla sperimentazione introdotta dall'approccio galileiano. Un primo resoconto di fenomeni luminosi verificatisi a Ferrara nel 1570 fu compilato da un anonimo. Padre Nicola Longobardo (Caltagirone 1597 ­ Pechino 1655) scrisse una raccolta di fenomeni precursori che può essere considerato il seme della scienza moderna dei precursori in Cina. Nello stesso periodo Padre Francesco Maria Grimaldi (Bologna 1618 - 1661) ha portato avanti studi sperimentali di ottica che gli permisero di trarre le prime conclusioni sulla natura ondulatoria della luce, dei colori e della diffrazione. Padre Giovan Batista Beccaria (1716 - 1781) fu conosciuto in tutta Europa per i suoi insegnamenti sull'elettricismo del XVIII secolo e in particolare in Italia dove le sue teorie furono usate per interpretare il terremoto e i fenomeni ad esso legati. Padre Andrea Bina (Milano 1724 - 1792) a Perugia scrisse un trattato nel 1751 in cui interpretava il terremoto di Gualdo e Nocera come dovuto ad una scarica sotterranea mentre l'Arciprete Giuseppe Vannucci (1750 - 1819) interpretò il terremoto di Rimini come dovuto all'impatto di una scarica elettrica fra le nuvole e il terreno. Nello stesso periodo Giovanni Vivenzio (174? - 1817) collezionò una luga serie di osservazioni di fenomeni concomitanti il terremoto della Calabria e Massimo Moreschini compose un documento sulla mancanza di equilibrio del fluido elettrico e la sua influenza sui pazienti in occasione del terremoto di Camerino. Lo stesso Alessandro Volta si interessò degli strani fuochi osservati con i terremoti e vi ipotizzò un innesco elettrico.

Nel XIX secolo molti italiani contribuirono a questo genere di osservazioni, possiamo ricordare Michele Stefano de Rossi (Roma 1834 -1898), Padre Alessandro Serpieri (San Giovanni in Marignano 1823 ­ Fiersole 1885), Torquato Taramelli (Bergamo 1845 ­ Pavia 1922) e Giuseppe Mercalli (Milano 1850 ­ Napoli 1914); fu Serpieri a creare la prima rete di rilevamento sismico basata su segnali elettrici indotti nelle linee telegrafiche nel 1873.

La tremenda catastrofe di Messina del 28 dicembre 1908 diede nuovo impulso a questi studi e nel 1909 numerose invenzioni ebbero l'obiettivo di rilevare i segnali elettrici e magnetici associati ai terremoti. U. Mondello osservò anomalie di potenziale elettrico nel sottosuolo, Padre Raffaello Stiattesi (18?? ­ 1932) effettuò diversi esperimenti per rivelare emissioni elettromagnetiche e avvertire la popolazione di imminenti terremoti, Padre A. Maccioni ideò uno strumento per captare segnali radio legati al terremoto attraverso una versione modificata del Coherer di Marconi mentre lo stesso inventore del Coherer, Temistocle Calzecchi Onesti (Lapedona 1853 ­ Fermo 1922), lo aveva già usato per costruire un primo avvisatore sismico nel 1887. Altro preavvisatore sismico elettromeccanico fu quello realizzato da Giuseppe Ceramicola (Pergola 1879 ­Ancona 1951). L'ingegnere A. Prati rese il dispositivo di Maccioni per uso commerciale mentre E. Ungania ha supportato l'uso di un tale dispositivo in Italia per la previsione dei terremoti. Contemporaneamente Padre Ignazio Galli (Velletri 1841 ­ Roma 1940) compose la prima raccolta e classificazione dei fenomeni luminosi dei terremoti mentre Padre Guido Alfani munì il suo osservatorio sismico con un ricevitore marconi per la sincronizzazione dei suoi strumenti e attraverso il quale poté forse osservare disturbi radio prima degli eventi sismici.

Raffaele Bendandi (Faenza 1893 ­1979) ha raccolto parte dei frutti di questi studi proponendo un nuovo ordine per la loro interpretazione, non più tante cause differenti ognuna delle quali andava a spiegare il singolo fenomeno ma una causa comune, anche con i fenomeni sismici, che doveva essere ricercata in una sollecitazione che coinvolgeva l'intero globo terrestre e doveva concentrare la sua energia in poche sfortunate regioni. Tuttavia, nello stesso periodo in Italia nacque anche un movimento che si oppose duramente a tutti coloro che tentarono la previsione; gli allarmi di Stiattesi furono presto proibiti e anche le previsioni di Bendandi. Da quel periodo fino ad oggi tale ricerca è stata fortemente criticata e non finanziata in Italia, anche se studi seri e approfonditi di quei fenomeni e degli apparati allora escogitati per rilevarli non sono stati condotti fino ad ora.

Qual è il motivo di questo movimento contrario allo studio della previsione dei terremoti?