Previsioni Meteorologiche ed Elettromagnetiche

 

Autore: Cristiano Fidani

Eventi naturali eccezionali sono stati registrati nelle cronache di ogni epoca. I documenti sulla scomparsa di Atlantide, sul diluvio universale, sui catastrofici terremoti ed eruzioni vulcaniche che hanno ripetutamente colpito l'Umanità sono giunti fino a noi da tempi tanto più lontani quanto maggiore è stata l'imponenza del fenomeno.

E' forse a causa del mito che avvolge questi accadimenti, che oggi non si parla di essi se non per la loro spettacolarità, dimenticando che pur debbono aver avuto uno o più motivi scatenanti. Anche quando ci si trova a vivere la violenza di una catastrofe eccezionale, come il terremoto di Sumatra del 26 dicembre 2004 o le conseguenze della ripetuta manifestazione di uragani dello scorso anno, non ci si chiede quali possano essere le loro cause perché la scienza fermamente sostiene che sia il caso a produrli e non abbia senso porsi altre domande. Inoltre, il comportamento irresponsabile dell'Uomo è ritenuto la causa degli eccessi atmosferici su scala globale (sempre attraverso le leggi del caso), in una visone che presenta forti similarità con quella che in epoche lontane venne escogitata per il terremoto: punizione di Dio ... e della natura. Pur riconoscendo il disordine delle attività umane e le sue conseguenze sulla qualità della vita, dai cultori della scienza moderna si attendono delle idee più precise e profonde.

Raffaele Bendandi (1893-1979) è stato uno dei pochi a dare un vero contributo all'interpretazione dei fenomeni meteorologici eccezionali e delle tempeste elettromagnetiche. I suoi studi hanno coperto molti altri campi: dalle cause del terremoto alle eruzioni vulcaniche, dagli spostamenti del polo agli scoppi di grisù, dalle macchie solari alle stelle variabili. Sebbene ancora poco conosciuto nell'ambiente scientifico, a causa dell'isolamento che ingiustamente si riserva a chi ha da proporre idee completamente nuove, il lavoro di Bendandi ha attraversato decenni di storia conservando la sua originalità e in parte essendo confermato dagli studi più recenti.

Dal 1950 a poco prima della sua morte, Bendandi pubblicò un nuovo genere di previsione dedicata ai fenomeni solari e planetari, in particolare riguardanti la Terra. Partendo dal fatto che questi eventi coinvolgevano l'intero sistema solare e potevano verificarsi in ogni altro sistema planetario, Bendandi pensò di chiamarli CRISI COSMICHE. Gli effetti della CRISI COSMICA perdurano otto giorni sul nostro pianeta. Su "IL GLOBO" di Domenica 30 marzo 1958 Bendandi scrisse: <<... I primi ad essere influenzati sono gli elementi atmosferici: pioggie torrenziali, tifoni ed eccessi meteorologici di ogni specie contrassegnano l'inizio di una crisi cosmica. In seguito intervengono gli influssi fisiologici: sono le giornate di "umor nero", di ansietà, giornate di scarso rendimento, dovute agli alti e bassi della psiche umana che fino ad oggi erano ritenuti casuali, mentre recenti studi dimostrano seguire esattamente il ciclo della oscillazione cosmica.
Con poco ritardo su queste manifestazioni, avvengono gli scoppi di grisù nelle miniere, mentre gli esplosivi entrano in uno stato di particolare sensibilità che ne rende pericoloso il maneggio. Contemporaneamente, o quasi si registra la fase magnetica: una raffica possente sconvolgitrice di tutti gli elementi investe il nostro pianeta: gli aghi delle bussole sembrano impazzire, le radio trasmissioni su onda corta sono rese impossibili, come accadde al dirigibile Italia che, caduto sui ghiacci polari il 7 luglio 1928, rimase completamente isolato dal mondo a causa di una tempesta magnetica che ne aveva posto gli strumenti radio fuori servizio, mentre le meravigliose luci aurorali illuminavano il cielo boreale.
Si spiegano così tanti disastri ferroviari e aerei, perché le apparecchiature, influenzate, non hanno fornito quei precisi elementi che era giusto attendersi. Che poi l'origine cosmica, in molti di questi casi, non sia da escludere, lo prova il fatto che certe sciagure specialmente aeree avvengono contemporaneamente nelle zone più disparate della Terra. Questa simultaneità in punti così distanti fra di loro fa seriamente pensare. Gli ultimi giorni della crisi sono tipici per un netto rincrudire della criminalità dovuta ad una influenza cosmica sulle cellule cerebrali dei soggetti deboli, tarati e quindi predisposti, che in quei giorni divengono estremamente pericolosi. Mentre tutto ciò si registra sulla Terra, grosse macchie e violentissime esplosioni si osservano sul Sole, ad attestare l'indissolubile legame che unisce l'astro del giorno ai pianeti suoi figli. ...>>.

Secondo Bendandi, gli eccessi meteorologici sono i primi a manifestarsi perché strettamente legati all'arrivo delle radiazioni ultravioletta e X, che impiegano pochi minuti per raggiungere la Terra. Queste radiazioni produrrebbero una forte ionizzazione degli strati superiori dell'atmosfera e gli ioni prodotti costituiscono i centri di condensazione per il vapore acqueo. Quindi nei giorni della crisi si raggiungono elevati valori di condensazione e l'atmosfera si sovraccarica di energia preparandosi a liberarla; l'energia rilasciata si concentra in alcune aree della superficie terrestre a causa della forte non-linearità del sistema atmosferico, con conseguenze anche devastanti che comprendono uragani, alluvioni e tempeste con periodi prolungati di caldo e freddo.

Alle previsioni meteorologiche su scala regionale che vengono giornalmente diramate, ma che spesso non riescono a valutare la vera entità del fenomeno con conseguenze a volte molto tristi, Bendandi ha proposto di affiancare un nuovo genere di previsioni su scala globale che vanno interpretate come una possibile presenza di una grande energia nell'atmosfera potenzialmente capace di scaricarsi in alcune regioni del globo. E' in questo ancora nuovissimo campo che Raffaele Bendandi ha dato il suo contributo attraverso la previsione dell'attività solare, portata avanti mensilmente in trent'anni di pubblicazioni sui maggiori quotidiani italiani.

L'incremento di attività solare è accompagnato anche da una forte emissione di particelle cariche che costituiscono il vento solare e in alcuni periodi sembrano essere espulse con maggiore intensità attraverso delle zone particolarmente attive sulla superficie dell'astro. Tali particelle, possedendo una massa non nulla, attraversano lo spazio interplanetario a velocità molto inferiori a quella della luce, raggiungendo il nostro pianeta fra le venti e le trenta ore dopo l'arrivo delle radiazioni ultravioletta e X. E' con lo stesso ritardo che si manifestano le tempeste magnetiche, le aurore polari e molte altri fenomeni elettromagnetici, esprimendo in modo evidente il legame con l'astro del giorno.

Le particelle cariche, imprigionate dal campo magnetico terrestre nella magnetosfera, formano correnti di inimmaginabile intensità su scala planetaria. Una conseguente interferenza con il campo magnetico terrestre si manifesta con sensibili variazioni della sua intensità e direzione. Tali variazioni avvengono su uno spettro molto ampio ma con maggiore intensità sulle frequenze basse o bassissime. Come riportato dallo stesso Bendandi, alcune tempeste sono state così intense da impedire la comunicazione telegrafica (vedi ad esempio http://science.nasa.gov/headlines/y2003/23oct_superstorm.htm), le radio-comunicazioni (vedi http://www.cnn.com/2003/TECH/space/10/24/solar.forecast/index.html) anche via satellite (vedi http://www.cbc.ca/stories/2003/10/23/sun_spots031023) e perfino la trasmissione di energia elettrica (come avvenne ad esempio il 24 marzo 1940, quando gli impianti di 22 compagnie produttrici di elettricità degli Stati Uniti d'America rimasero inerti a causa del gradiente di potenziale di 6 Volt/Km prodotto dalla tempesta, che fece scattare i relais di sicurezza).

La radiazione ultravioletta ionizzante che scinde gli elettroni dagli atomi a 90-100 Km di altezza, oltre ad influenzare la circolazione dell'alta atmosfera produce uno strato dielettrico assorbente per le onde corte così da creare una continua evanescenza sulla ricezione delle onde radio, che sui 15 metri raggiunge spesso la paralisi. La presenza di tante cariche libere modifica pure il potenziale fra l'atmosfera e la superficie terrestre con un valore di campo elettrico che risulta spesso estremamente variabile in questi giorni. Se la vita della cellula risulta strettamente legata ad un equilibrio elettrico, è naturale che la presenza di questi campi deve influenzarne l'attività. In condizioni normali, sotto l'azione di lente variazioni del campo elettrico la cellula riesce a mantenere l'equilibrio; tuttavia, quando le variazioni diventano più intense e repentine la cellula non riesce più ad adattarsi con un conseguente malessere di tutto l'organismo. E' in questo modo che Bendandi rileggeva l'influenza dell'astro sulla psiche umana.

Infatti, le variazioni di questi campi elettrici di origine naturale avvengono a frequenze molto basse (ELF e VLF) e, attraverso svariati esperimenti (vedi ad esempio Frequency and power windowing in tissue interactions with weak electromagnetic fields, Proc. IEEE 68, January 1980), si è riscontrato che sembrano essere proprio queste frequenze ad interagire maggiormente con l'organismo umano e a provocare vari disturbi.
Oggi queste variazioni sono state registrate anche in occasione del passaggio di semplici perturbazioni (temporali o semplici nuvole) sopra gli strumenti; la loro entità è caratterizzata da ampiezza e durata limitate e solo occasionalmente molto intense. Mentre nelle CRISI COSMICHE le registrazioni si fanno più marcate e le anomalie diventano pericolose perfino per gli strumenti elettronici di navigazione.