In Italia, come all'estero, si sente sempre più spesso parlare del Palio di Siena. Non sono pochi i non senesi che lo seguono con interesse ma non saprei dire quanti fra questi comprendono cosa significhi il Palio in sè, nè cosa sia per i senesi.
Altri spettatori lo seguono con distacco, magari chiedendosi cosa mai abbia questa "gara", per giustificare certe esibizioni di particolare affetto da parte dei senesi.

Credo sia difficile entrare nelle profonde motivazioni senesi, per il semplice motivo che se una persona vive il Palio o Siena per il solo periodo dell'evento, sarà problematico penetrarvi dentro e comprendere realmente quello che il Palio rappresenta per i senesi.
Per questo motivo ho accettato con piacere la testimonianza che Claudio Angotti ha proposto per cercare di meglio capire non solo la "gara", ma tutto il clima che circonda il Palio. Non per un giorno o un anno, ma compagno per la vita.

Al termine dell'appassionato ed appassionante racconto, l'Autore ha pensato, giustamente, di aggiungere un Glossario che spiega il significato di buona parte dei termini più tipici fra quelli usati in questa antica tradizione senese, grazie al quale potremo meglio apprezzare le cronache o i nostri soggiorni senesi.

Da parte mia vorrei dare il benvenuto ne LoScrittoio.it e ringraziare Claudio Angotti per l'attenzione con cui segue le vicende senesi e per l'appassionata e vivida scrittura con cui ha cercato di trasferire anche a noi la passione sua e dei suoi concittadini per questo autentico patrimonio della tradizione senese.

La prossima volta che seguiremo la carriera senese, avremo senza dubbio maggiori possibilità di capire non solo quello che si sta svolgendo davanti ai nostri occhi, ma anche tutto ciò che sta dietro e intorno ad esso. Non mi sembra poco.

Buona lettura.

LoScrittoio.it

 

 

 

Nato nell'epoca in cui si andava a letto dopo Carosello, tra i miei passatempi preferiti c'era quello di giocare con i modellini di auto (noi dicevamo giocare a "macchinine") passione che mi è rimasta addosso tanto che oggi sono un appassionato di auto d'epoca (e di auto in generale) e proprio le auto mi hanno permesso di conoscere Flavio e di conseguenza "Lo Scrittoio".
Amante della natura, infaticabile cercatore di funghi, pescatore con scarsissimi successi, sono anche uno sportivo ora più da poltrona che di movimento.
Contradaiolo dell'Istrice, sono estremamente legato alla mia città e a tutto ciò che ruota intorno ad essa.
Ringrazio Flavio (e spero che non si debba pentire della scelta fatta) che mi ha concesso l'opportunità di scrivere ne " Lo scrittoio " anche se non tratto di argomenti scientifici o matematici.
Spero che le mie parole risultino interessanti anche a coloro che avranno la pazienza e la bontà di leggerle.

Grazie.


Claudio Angotti

 

 


Il Palio per i Senesi.


 

Autore: Claudio Angotti

Spesso, per non dire sempre, quando conosco qualcuno e scambiati i soliti convenevoli , dico che sono di Siena, la domanda automatica che mi viene posta è "di quale contrada ?" .
Questo mi fa riflettere perché mi rendo conto che il Palio di Siena, suo malgrado, è diventato un evento tanto famoso da rimanere nelle mente di molti più di tante altre bellezze architettoniche, pittoriche o naturalistiche di cui Siena dispone.
Ma la stessa riflessione mi porta anche a chiedermi "ma cosa avrà capito costui del Palio?? " rispondendomi in automatico e senza indugio "nulla"; e tutto questo non per supponenza e tanto meno per superbia, ma perché un evento come il Palio di Siena, senza conoscerne i perché o i per come, appare solo e soltanto come un episodio di isteria collettiva che si rinnova due volte all'anno (e in certe occasioni particolari tre).

Ecco, vincendo la mia naturale ritrosia a parlare di argomenti palieschi con coloro che non sono di Siena, mi piacerebbe non tanto spiegare le regole scritte o non scritte ma cos'è il Palio per un senese.
Diciamo subito che un senese contradaiolo (faccio questa distinzione in quanto oggi più che ieri accade che ci siano anche quelli non interessati) lo è a vita e avrà questa malattia che lo accompagnerà dalla nascita fino alla morte.
Una volta, quando la città era tutta raccolta all'interno della cinta muraria, l'appartenenza a questa o a quella contrada era decisa dal luogo di nascita; infatti il territorio del centro storico di Siena è suddiviso in 17 contrade (e questo fin dal 1729) e quindi il luogo di nascita attestava l'appartenenza della contrada.
Con l'inizio dell'espansione extra moenia della città (oltre al fatto che l'usanza di far nascere i bambini in casa è ormai solo un ricordo) questa regola è via via diventata inapplicabile e quindi, normalmente, il cittino (citto sta per ragazzo, citta per ragazza e cittino per bambino) diventa contradaiolo della contrada del padre o della madre...


L'affermazione che la contrada ed il Palio accompagneranno il senese per tutto l'arco della sua vita non è soltanto frutto di un'idea romantica, ma piuttosto è corroborata da tutta una serie di fatti
Per esempio a Siena oltre al battesimo religioso c'è anche quello "contradaiolo" che è praticamente l' ufficializzazione dell'appartenenza alla propria contrada per il resto dei suoi giorni.
Tra noi "cittini" ovviamente il gioco che va' per la maggiore è quello di fare il Palioio, come tanti altri, ho passato intere estati a correre dietro ad un amico tenendolo per la maglietta (scimmiottando io il fantino e lui il cavallo) , oppure facendo delle estenuanti giornate di paliate con i barberi (biglie di legno colorate con i colori delle contrade)non solo.la follia è talmente tanta che anche da più grandicelli (non specifico l'età per vergogna) ci siamo "deliziati" con corse più sofisticate nella veste con giubbetti ricamati a mano copie quasi perfette degli originali, zucchini (degli specie di caschi protettivi utilizzati dai fantini solo e soltanto per il Palio) dipinti e nerbi (frustini fatti nella realtà con nerbi di bue) fatti con frasche di albero, ma mossi dal solito entusiasmo fanciullesco.
Poi si cresce e l'età per il Palio corso sotto casa passa (ma la testa sarebbe sempre pronta) ed arrivano altri momenti particolari della vita come il matrimonio ed anche qui, ovviamente, non può mancare il riferimento a questa "malattia" ed ecco che difficilmente mancano i paggi (ragazzi vestiti con i costumi medioevali) con le bandiere delle rispettive contrade degli sposi.


Ed ancora...se entrate in qualsiasi ufficio, pubblico o privato che sia, difficile che manchi qualche segno che dichiari l'appartenenza a questa o quella contrada da parte di chi vi lavora ...foto, disegni, oggettistica la più svariata tutto è incentrato sulla contrada di appartenenza.il giorno dopo il Palio nessuno si meraviglia se manca il collega della contrada vittoriosa....c'è un tacito accordo per cui sei automaticamente in ferie anche se non richiesto preventivamente.
Ovviamente non mancano telefonini che hanno per suoneria l'inno della contrada, computer con sfondi "palieschi", perfino gli indirizzi mail sono incentrati sul nome della propria contrada (ed io sono uno di questi malati).
Ed infine, anche quando il nostro percorso terreno giunge alla fine, il Palio è sempre presente con la bandiera a lutto esposta presso la sede di contrada e con il paggio che rende omaggio al contradaiolo scomparso rimanendo al suo fianco con la bandiera (sempre a lutto) durante la cerimonia funebre.
Questa premessa può esser utile per capire che tutto ciò che uno può vedere durante i giorni del Palio non è e che la "somma" di sensazioni, emozioni, speranze, preoccupazioni coltivate da noi senesi per un anno intero.


Quindi chi continua a sostenere che il Palio è solo un fenomeno di costume, di folklore o un "acchiappa" turismo, dovrebbe avere l'umiltà e la pazienza di vivere nell'ombra di un senese per un po' di tempo senza nulla chiedere e nulla pretendere..osservando così semplicemente.
Allora in tanti capirebbero perché per la gioia di una vittoria o per il dolore di una sconfitta uomini o donne di ogni età (e quando dico ogni età intendo dai 10 e i 100 anni) e di ogni estrazione sociale si ritrovino abbracciati a piangere calde lacrime...
Allora forse sarebbe più chiaro il perché il Palio è resistito nei secoli sempre uguale a se stesso come un fossile (bellissimo per altro) vivente, e, come solo la guerra ne abbia interrotto il suo cammino ( ripreso per altro appena possibile).
Io, che da anni mio "malgrado" non vivo più a Siena, mi sono reso conto in maniera tangibile cosa vuol dire "Palio" mi spiego meglio.come già detto la contrada accompagna noi senesi durante tutto l'anno nei discorsi, nelle discussioni nei momenti di ritrovo ma è ovvio che il culmine di tutto ciò venga toccato nelle 96 ore di palio a Luglio ed Agosto.
Ecco, in quei giorni, in quelle ore a Siena si respira un aria strana, elettrica, densa di Palio, che porta tutti ad avere un'eccitazione addosso che difficilmente è spiegabile e sicuramente non è trasmettibile se non viene dal cuore.


Ovunque si vada, che sia il centro o la periferia, tutto parla di Palio con le bandiere esposte ai balconi dei palazzi, con le persone con i fazzoletti di contrada al collo, con la città in festa.
Ecco io che da anni faccio la spola tra Siena (dove lavoro) e Firenze (dove sono andato a vivere) quei giorni sono ancor più particolari poiché quando torno a casa mi sembra di atterrare su Marte infatti passo dal vivere immerso in questa aria magica ed inebriante a viaggiare nella consuetudine quotidiana..è come se passassi da un luogo con una natura lussureggiante al pieno deserto.e come se su Siena fosse racchiusa in una bolla magica che tutto rende speciale ma, una volta varcati i confini, tutto diventa grigio e piatto.
Ecco è il freddo che sento nel cuore in quei giorni quando mi allontano dal "tufo" che mi fa capire quanto sia radicato il sentimento per il Palio, quanto sia una passione forte, vera sincera.
A Siena il 15 di Agosto non è il ferragosto inteso come dal resto d'Italia.no è la giornata che precede il Palio dell'Assunta da passare rigorosamente in città (se facessero una casistica di quale città non costiera annovera più cittadini il 15 di agosto , Siena sarebbe certo quella con la percentuale più alta) e la sera tutti alla cena della Prova Generale e comunque tutti in centro a passeggiare sul tufo già il tufo un altro momento particolarmente sentito è quello di quando viene steso il tufo in Piazza... ecco quello è il segnale che tutti aspettavano.tra poco è Palio... e praticamente l'estate inizia con il tufo steso a fine Giugno per il Palio del 2 Luglio e conclude quando viene tolto dopo il Palio del 16 Agosto.queste sono le date che regolano il bioritmo contradaiolo.a Giugno ci si sveglia dopo un lungo letargo invernale fatto di chiacchiere e congetture e dal 17 Agosto ci si riaddormenta dopo esser stati travolti dalle emozioni...

E se la fortuna ci ha baciati per uno dei due Palii l'inverno sarà certamente meno peso ma se invece di baciarci ci ha voltato le spalle allora tutto sarà ancor più duro da vivere.


Già la fortunai vecchi dicevano che per vincere il palio bisogna avere tre cose:
fortuna fortuna fortuna (ovviamente veniva usato un altro termine più colorito)... ecco se si pensa che la fortuna è l'elemento centrale per vincere un palio si capisce come mai ci siano contrade che abbiano aspettato anche quaranta anni prima di veder vincere la proprio contrada o come mai trovi delle persone anziane che hanno potuto esultare per la vittoria due volte nella loro vitaun'emozione così forte è bella vissuta solo due volte nell'arco di una vita..è veramente disarmante dover puntare tanto ( se non tutto alla fine) sulla fortuna..puoi avere soldi, puoi avere il miglior fantino, puoi avere il miglior cavallo ma se la fortuna ti volta le spalle non vinci. e quindi bisogna sperare che la fortuna si ricordi di noi e non ci faccia soffrire.sì proprio soffrire...


Mi rendo conto che la parola sofferenza dovrebbe essere usata per ben altre cose, ma vi assicuro che la sofferenza che proviamo per il Palio è indicibile io personalmente ho un rapporto di amore odio in quanto nei giorni di Palio amo vivere le sensazioni che questa passione mi da ma allo stesso tempo odio l'esser contradaiolo, l'esser di Siena e non di un'altra qualsiasi città in quanto la tensione, la paura, il pathos è talmente forte che alla fine ti fa soffrire.rieccola questa parola di cui abuso ma è la verità.e la sofferenza aumenta a dismisura in caso di non vittoria o, peggio ancora, di vittoria della contrada nemica..ecco se accade questa secondo evento allora oltre alla sofferenza arriva lo sconforto, la tragedia.e già perché noi senesi siamo fatti male... è importantissimo vincere ma lo è altrettanto (e forse anche di più) non far vincere la nemica...


Quindi ricapitolando noi senesi siamo una razza strana... viviamo un anno in attesa di otto giorni che ci danno emozioni fortissime ma allo stesso tempo sofferenze indicibili tanto da maledire l'esser nati in questa città, gioiamo per le vittorie ma forse ancor di più per le sconfitte della nemica ... in caso di vittoria andiamo a ringraziare la Madonna (a cui sono dedicati entrambi i Palii) sciamando in chiesa con bandiere e tamburi facendo un frastuono incredibile e non certo in religioso silenzio come il luogo inviterebbe a fare.
Non solo prima del Palio ci portiamo anche il cavallo (insieme al fantino) in chiesa per la benedizione, pregando che l'animale la faccia durante la funzione religiosa perché porta bene, siamo capaci di essere dei gentilissimi padroni di casa con gli ospiti ma quando siamo in Piazza ed i cavalli sono sul tufo ci trasformiamo e non tolleriamo neanche che ci venga rivolta una sillaba. Poi dopo, a giochi fatti, se ha vinto la nostra contrada offriamo da bere a tutti e senza nessun limite. Riusciamo ad imporre il silenzio totale a tutta la piazza al momento della lettura dell'ordine di entrata al canape (fateci caso non vola una mosca) quando fino ad un minuto prima non ci si sentiva nulla tanto era il frastuono.


Dopo aver fatto questo breve riepilogo penso veramente che il mio pur nobile proposito iniziale (spiegare cos'è il Palio per un senese) sia impossibile da raggiungere.siamo veramente troppo complessi per poter far capire agli altri cos'è il Palio per noi malati di questa stupenda malattia.

 


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Qui di seguito mi sembra giusto integrare quanto da me scritto con un breve e semplice glossario che possa rendere più comprensibile il linguaggio "paliesco" per chi avrà la voglia e la pazienza di seguire questa " lucida follia " che si ripete ormai da secoli a Siena.

Alfiere: è colui che esegue l'evoluzioni con la bandiera.

Bandierino: è una piccola bandiera di metallo dei colori del Comune (bianco ­ nero) che viene sorretta da un'asta (sempre di metallo) che delimita le due curve dell'anello di Piazza e l'arrivo alla mossa.
Il Palio viene vinto chi varca per primo il bandierino.

Barbero: usato per indicare il cavallo e, come da me scritto, anche una biglia di legno colorata con i colori delle contrade ( ovviamente vengono vendute confezioni di 17 barberi quante sono in tutto le contrade) con cui i cittini giocano al Palio.

Barbaresco: è colui (o colei) che si prende cura del cavallo dal momento in cui viene assegnato alla contrada fino alla restituzione dello stesso al proprietario.

Batterie: corse con cui vengono scelti i 10 cavalli che verranno assegnati tramite estrazione a sorte alle contrade. Si svolgono la mattina del 29 Giugno e del 13 Agosto e sono il primo atto della tratta.

Bombolone: così viene indicato un cavallo favorito e quindi la contrada che lo ha in sorte gioisce festosa.

Brenna: ecco invece il termine per un cavallo scarso a cui si attribuiscono poche ( per non dire nulle) possibilità di vittoria

Cappotto: si dice " fare cappotto " quando una contrada riesce a vincere entrambi i Palii di quell'anno.

Canape: fune di grosso spessore che viene tesa una davanti ai cavalli e l'altra dietro per delineare lo spazio dove i cavalli devono stare prima della partenza.

Capitano: è colui che comanda e decide per la contrada nei giorni di Palio ( quindi fantino a cui affidare le speranze di vittoria, strategia, partiti, ecc.). In questo suo delicato compito viene affiancato da fidati collaboratori chiamati mangini.

Carriera: la corsa

Cencio: è il termine con cui viene chiamato il drappo dipinto che andrà alla contrada vittoriosa.
Negli ultimi anni è diventata consuetudine che per il Palio di Luglio sia un artista senese a
dipingerlo mentre quello di Agosto viene commissionato ad un artista straniero (e per straniero intendo non senese). Tra i tanti artisti ha dipinto un Palio anche Guttuso.

Comparsa: l'insieme delle persone che con i vestiti medioevali delle proprie contrade prendono parte alla passeggiata storica

Entrone: è il cortile del Palazzo Pubblico dove i cavalli vengono preparati e sostano prima dell'ingresso in Piazza.

Giubbetto: è la casacca che indossa il fantino sia per le prove che per il Palio e riporta, oltre ai colori della contrada di appartenenza, lo stemma della stessa.

Masgalano: è il premio (di solito una scultura) che viene dato alla contrada che più delle altre si è distinta sia per bravura dei suoi alfieri e tamburini, sia per il portamento e la disciplina della comparsa durante la passeggiata storica.

Montare a pelo: significa cavalcare il cavallo senza sella.

Monturati: coloro che si vestono con i costumi medioevali per partecipare alla passaggiata storica

Mortaletto: è la macchina in cui viene fatto esplodere un petardo che ha diversi utilizzi che sintetizzo in maniera cronologica:
Avverte le contrade quando è il momento di portare i cavalli nell'entrone per disputare le prove.
Avverte che si inizia la pulizia dell'anello di tufo con conseguente e graduale chiusura degli ingressi alla Piazza.
Segnala l'uscita dei cavalli dall'entrone per la disputa della prova o del Palio.
Segnala un'eventuale mossa falsa.
Segnala con tre scoppi consecutivi la fine della Carriera.

Mossa: è il momento della partenza ed è sicuramente la fase più cruciale di tutto il Palio; il tutto avviene tra i due canapi precedentemente "tirati" tra i quali i fantini allineano i propri cavalli secondo un ordine prestabilito da un'estrazione a sorte.

Mossiere: è il giudice unico ed insindacabile della regolarità della mossa. Se non ritiene che l'allineamento sia giusto o comunque che ci sia qualcosa di irregolare annulla la partenza (ed in questo caso si dice che è stata data " mossa falsa ") previa lo scoppio del mortaletto.Il mossiere prende posto su una specie di palchetto rialzato (chiamato verrocchio) da cui domina lo spazio tra i due canapi in cui si posizioneranno i cavalli. E lui che chiama le contrade una alla volta per l'allineamento ed è lui che al momento della partenza aziona con un pedale (per far capire tipo i pedali che usiamo tutti i giorni per guidare la nostra auto) un meccanismo che sgancia il canape anteriore dando l'inizio alla carriera.

 

Nerbo: è il frustino con cui vengono dotati i fantini al momento dell'uscita dall'entrone la sera del Palio e con cui possono sollecitare il cavallo ma possono usare anche per ostacolare le altre contrade. E' fatto con il nerbo di bue e viene prodotto in maniera completamente artigianale.

Nonna: sta ad indicare la contrada che da più tempo delle altre non vince il Palio. Attualmente è la contrada della Civetta che non vince dal 1979.

Partiti: sono gli accordi che le varie contrade prendono per cercare favori specialmente alla mossa.

Passeggiata storica: Esibizione della fierezza e della storia senese attraverso un passaggio di figuranti di Contrada e no prima della Carriera.

Priore: è colui che amministra la contrada durante il corso dell'anno.

Prove: sono, come dice la parola stessa, delle prove che vengono fatte sia per abituare il cavallo all'anello di tufo ed alla mossa sia al fantino per prendere confidenza con l'animale. In tutto vengono corse sei prove durante i quattro giorni di Palio e solo le ultime due prendono una denominazione particolare, mentre le altre quattro vengono indicate con prima,seconda,terza e quarta prova.Le ultime due si chiamano Prova Generale che viene corsa la sera precedente al Palio (quindi 1 Luglio e 15 Agosto) mentre la Provaccia viene corsa la mattina del giorno del Palio.

Purga: si usa questo termine per la contrada (ed ovviamente per i contradaioli della stessa) che non vince quando favorita o quando vince la contrada nemica. Anche l'esser arrivati secondi fa scattare la " purga ".

Rincorsa: è la contrada (la decima) che durante la mossa non entra tra i canapi ma parte da dietro in movimento e da il via alla mossa.

Spennacchiera: oggetto fatto di stoffa con i colori della Contrada che viene posto sulla fronte del cavallo

Sunto: è il campanone della Torre del Mangia cha accompagna, con il suo rintocco, tutta la durata della passeggiata storica

Tratta: si svolge il primo giorno di Palio (29 Giugno e 13 Agosto) e serve prima a scegliere i dieci cavalli che prenderanno parte al Palio e poi a sorteggiare gli stessi alle varie contrade.

Verrocchio: è una specie di palchetto rialzato dove prende posizione il mossiere e dove c'è il meccanismo che serve ad abbassare il canape.

Zucchino: è il copricapo (una specie di caschetto) che i fantini indossano per correre il Palio. Durante le prove indossano un cappello di stoffa.