Autori: Patrick L. Barry e Tony Phillips (Science@NASA)
Tre dei più potenti uragani del 2005 erano accompagnati
da fulmini misteriosi.
Il suono dei tuoni e dei fulmini generalmente significa una cosa:
un temporale si sta avvicinando. Curiosamente i più potenti
uragani non presentano fulmini, se non in maniera estremamente
rara. Piove e tira un fortissimo vento, ma non si vedono fulmini.
Durante i più forti uragani che abbiamo avuto nel corso
del 2005, Rita, Katrina ed Emily si sono in realtà avuti
moltissimi fulmini e tuoni. Una sorpresa anche per i ricercatori
che adesso vorrebbero saperne il motivo.
Richard Blakeslee del Global Hydrology and Climate Center (GHCC)
di Huntsville in Alabama, è uno degli scienziati che hanno
esplorato l'uragano Emily usando l'aereo della NASA detto ER-2,
una versione scientifica del famoso aereo spia U2.
Volando al disopra degli uragani la squadra di Blakeslee ha notato
frequenti fulmini nella sorta di muro cilindrico composto da nubi
che circinda l'occhio dell'uragano. Racconta lo scienziato che
erano visibili sia fulmini da nube a nube, che da nube al terreno,
nella misura di alcune unità per minuto.
Generalmente non osserviamo fulmini in quella regione, prosegue Blakeslee, per cui avendone notati più di uno, la domanda ovvia era di cercare di scoprirne le cause, in quanto qualcosa di non usuale stava accadendo.
In effetti, i campi elettrici al di sopra di Emily furono fra i più forti mai registrati dai sensori dell'aereo che pure è dedicato a queste misure per ogni uragano. Sono stati osservatio e registrati campi elettrici della forza di 8 KiloVolts per metro, dice Blakslee e si tratta di quantità di energia enormi anche se comparate con quanto in precedenza misurato nel corso di altri uragani.
I voli sopra Emily erano parte di una campagna di raccolta dati sulla base di 30 giorni, nel corso del mese di Luglio 2005, organizzata e sponsorizzata dalla NASA per migliorare la conoscenza degli scienziati verso gli uragani: Blakeslee ed i suoi colleghi provenienti da Enti di Ricerca quali NOAA ed una decina di Università, hanno viaggiato fino in Costa Rica (America Centrale) per la campagna di ricerca che è stata battezzata: Tropical Cloud Systems and Processes. Partendo dall'aeroporto internazikonale di San Josè, la capitale del Costa Rica, essi volavano con ER2 verso i Caraibi e l'oceano Pacifico orientale, combinando poi i dati da loro registrati con quanto ottenuto dai satelliti e dalle sonde a Terra.
Gli uragani Rita e Katrina non erano parte della loro campagna di studio. I fulmini in quegli uraganisono stati rilevati per mezzo di sensori a grande distanza posti sulla superficie terrestre e pertanto sappiamo meno riguardo ai loro campi elettrici.
Ciò nonostante è possibile notare alcune similitudini:
1) tutti gli uragani erano molto potenti: Emily di categoria 4,
Rita e Katrina di categoria 5;
2) tutti e tre erano sopra il mare quando i fulmini furono rilevati;
in ogni caso i fulmini furono localizzati intorno all'occhio del
ciclone.
Cosa può significare tutto questo? La risposta potrebbe
dare agli scienziati qualcosa di nuovo, ovvero meglio capire come
lavorano gli uragani nel loro interno.
Dice Blakeslee che in effetti la ragione per cui la maggior parte
degli uraganinon presenta fulmini è capita: dipende dal
fatto che non presentano venti verticali. All'interno delle nuvole
temporalesche, i venti verticali causano collisioni fra cristalli
di ghiaccio e gocce d'acqua (le cosiddette Idrometeore).
Questa sorta di contatto e sfregamento, fa si che le particelle
d'acqua diventano cariche. Un po' lo stesso effetto che si ha
quando prendiamo un calzino e lo sfreghiamo più volte con
un tappeto di lana. Per ragioni non ancora del tutto comprese,
la carica elettrica positiva si accumula su particelle più
piccole, mentre la carica negativa preferisce accomodarsi su particelle
più grandi. I venti e la forza di gravità separano
le idrometeore caricate, producendo un campo elettrico fortissimo
all'interno dell'uragano. Questa è la fonte dei fulmini.
I venti orizzontali caratterizzano gli uragani, mentre sono pochi
quelli verticali. Questo ribollire verticale porta alla formazione
di fulmini che normalmente non avviene.
I fulmini sono stati osservati negli uragani anche nel passato.
Durante una campagna di studio del 1998 chiamata CAMEX - 3, gli
scienziati rilevarono fulmini nell'occhio del ciclone Georges
mentre si trovava nei pressi dell'isola caraibica di Hispaniola.
Il fulmine fu probabilmente dovuto all'impatto del corpo principale
dell'uragano contro le montagne dell'isola, andando a creare quella
che viene definita "la forza orografica", ovvero una
formazione d'aria forzata a salire.
Come conferma Blakeslee, gli uragani sono soiliti produrre fulmini
quando si approssimano al contatto con la terra, ma nei casi suddetti
nel corso del 2005, non hanno incontrato montagne durante la creazione
di fulmini, ma solo acqua.
Secondo Blakeslee la sola potenza degli uragani Emily, Rita e
Katrina, non è sufficiente a spiegare l'insorgere di simili
fulmini, per il semplice fatto che altri uragani altrettanto forti
non hanno dato origine agli stessi fenomeni e quindi la spiegazione
dev'essere diversa. Forse meno semplice.
E' ancora presto per dire con certezza qual è la causa
di simili avvenimenti. Gli scienziati avranno bisogno di diversi
mesi per raccogliere ed analizzare tutti i dati ottenuti durante
la campagna di acquisizione svolta durante il 2005. Dice Blakeslee
"Impareremo molte cose nuove sugli uragani"