Con il mese di agosto 2004, abbiamo il piacere di dare il nostro più caloroso benvenuto ad un nuovo amico de LoScrittoio.it, Alessandro Basso, medico italiano che svolge la sua attività negli Stati Uniti da vari anni. Abbiamo avuto occasione di parlare con lui per poco tempo, ma i suoi molteplici interessi ed il suo approccio ai problemi (non solo di carattere medico), ci è sembrato coerente con quello degli altri collaboratori della nostra Rivista. Gli interessi che ci accomunano sono molti e, a nostro parere, importanti ed allora è stato quasi automatico provare a costruire una collaborazione fra le due sponde dell'Atlantico.

Maggiori informazioni il Dr Basso le propone nella sua autopresentazione che troverete nel Chi Siamo dal menù che vedete qui a sinistra.

Il primo articolo di Alessandro Basso, che potrete leggere di seguito a questa breve presentazione, è dedicato alle forme dell'antiamericanismo di cui abbiamo ultimamente un certo sentore ed è assai interessante avere una riflessione da parte di una persona che vive e lavora in America da molti anni ma che è europeo e, in particolare, italiano di nascita, unendo quindi nella stessa persona aspetti culturali non univoci e per certi aspetti abbastanza diversi.
Nell'augurare a tutti una buona lettura diamo nuovamente il benvenuto ad Alessandro Basso augurandoci di ricevere presto suoi ulteriori contributi altrettanto interessanti e coinvolgenti.

 

LoScrittoio.it

 

 

 

 

 

 

 

RIFLESSIONI SUL COSIDDETTO ANTIAMERICANISMO

Autore : Alessandro Basso

 

In questi ultimi 3-4 anni si é sentito parlare molto di antiamericanismo sia a causa dei gravi atti terroristici diretti verso gli USA, sia perché la guerra in Iraq ed altre controverse decisioni del Presidente George W. Bush hanno generato reazioni sfavorevoli intorno al mondo. Ció ha suscitato lo sdegno dei difensori degli Stati Uniti,che immancabilmente finiscono per dire che tale atteggiamento é scandaloso,perché gli americani hanno dopotutto liberato il modo dal fascismo e nazismo ed lo hanno difeso dal comunismo provocandone il suo collasso e che perció essere a loro opposti é un pó come tradire i propri genitori. Ma che cos'é questo antiamericanismo di cui tanto si parla? Per cercare di capirlo penso che possa aiutare distinguere il sentimento antiamericano nei paesi islamici , quello dei partiti di estrema sinistra ed infine la critica del presente governo e di certi eccessi del capitalismo, che é condivisa da un rilevante numero di cittadini americani .
L'antiamericanismo piú temibile é quello degli estremisti islamici.Questo ha delle basi che possono essere capite,anche se gli atti terroristici ad esso dovuti non possono essere giustificati,perché diretti verso persone innocenti (*). L'America ha preso il posto delle odiate potenze europee (particolarmente l'Inghilterra) nella mente di questi popoli. Queste potenze nei secoli scorsi ingannarono e sfruttarono il mondo arabo per ottenere benefici utili solo a loro stesse e per di piú crearono nazioni artificiali,che sono state la cause di tanti conflitti. Questi popoli,non dissimilmente da quelli del resto del mondo,non vogliono che stranieri controllino il loro destino e dirigano i loro affari.
Purtroppo la politica estera americana é stata diretta principalmente a mantenere intatti le fonti del petrolio e per questo,nonostante la molto pubblicizzata asserzione che gli USA proteggono la democrazia nel mondo, ha favorito governi autocratici come quello dello Shah di Persia,dell'Arabia Saudita,del Kuwait , dell'Egitto e dell'Iraq ( fino al 1990 ) ed ha,fino ai primi del 2000, persino intrapreso con i Talibani trattative per la costruzione di un oleodotto nell'Afganistan. Tali Governi che hanno sempre fatto gli interessi dei governanti e non dei governati, i quali li odiano e con loro odiano i protettori americani . A questo si deve aggiungere l'appoggio incondizionato di Israele,che ora,grazie all'aiuto americano, possiede il piú moderno e potente esercito nel medio oriente ed ha una forza nucleare,mentre lo Stato Palestinese é sempre inesistente. In piú c'é la chiara percezione che le decisioni di politica estera americana sono prese tenendo presente solo gli interessi degli USA e non le conseguenze ( talvolta disastrose ) per la popolazione araba. Infine esiste un'opinione sfavorevole della strapotenza militare di questo Paese in quanto gli conferisce il potere di fare quello che vuole.

(*) A questo proposito tuttavia non si puó fare a meno di notare che i Paesi occidentali hanno commesso atti che ora chiameremmo di terrorismo come il bombardamento di Dresda , quelli di Londra , Hyroshima e Nagasaky tanto per ricordare solo qualcuno tra i i piú clamorosi atti bellici, che hanno causato milioni di morti tra la popolazione civile.


Bisogna notare tuttavia che tali Popoli , nonostante queste critiche , apprezzano le opportunitá offerte dal sistema americano che é pronto ad accogliere nuovi venuti quando hanno qualcosa da offrire, la qualitá dell'istruzione superiore nelle Universitá private ed il dinamismo della societá americana . Tale apprezzamento é testimoniato non solo dal numero di studenti che vengono in America dal Medio Oriente,ma anche da circa 2 milioni di mussulmani di origine araba, che secondo i dati ufficiali del Governo, vivono negli Stati Uniti raggiungendo in certe cittá, come Dearburn nel Michigan, la concentrazione del 30%.
L'antiamericanismo dell'estrema sinistra é diverso. Questo a me sembra il corollario dell'ideologia comunista,che é anticapitalista e non puó amare il sistema americano che é capitalista per eccellenza. Anche in questo caso peró le idee antiamericane sono state aggravate dalla politica estera degli USA che hanno protetto corrotti governi autocratici di estrema destra nel sud Vietnam, Cile ed altri paesi del Sud America in nome della difesa contro il comunismo.Tutto questo senza rendersi conto che il comunismo di questi Paesi era dettato dalle enormi ingiustizie sociali , che sono state esacerbate da tali forme di governo .
Esiste infine la critica di certi atteggiamenti del Governo americano che é comune in Europa , ma é anche sentita da molti americani. Uno di questi é il professarsi difensore della giustizia sociale quando negli USA particolarmente in questi ultimi anni numerosi individui vivono in condizioni economiche precarie perché disoccupati o ,se lavorano , le loro paghe non sono sufficienti a coprire le spese specialmente quelle di assistenza medica ( che é completamente affidata all'iniziativa privata) ed inoltre non hanno piú la certezza di un posto di lavoro né quella di una pensione; tutto questo quando il personale dirigente riceve paghe che possono raggiungere vari milioni di dollari annui. Sono interessanti a questo proposito i dati del 2002 forniti dall'Ufficio del Censimento americano, secondo i quali le famiglie piú ricche, che rappresentano il 20% della popolazione, ricevono il 50 % del reddito nazionale, mentre quelle piú povere, che costituiscono il 25% degli americani, godono solo del 3.5% di tale reddito.
Ad accentuare la percezione di ipocrisia c'é poi il fatto che il governo americano si dice protettore della libertá di commercio,ma questo é libero quando il prodotto americano é venduto all'estero, mentre diventa protezionista quando la competizione estera danneggia il prodotto americano , come dimostrato dalle dispute commerciali riguardanti le banane (1996-1999), l'acciaio ( 2002-2003) e quella , tutt'ora in corso, concernente i medicinali (*) . Infine ha l'apparenza di essere menzognera la critica da parte del governo americano verso i Paesi che non garantiscono i diritti dei loro cittadini, perché gli USA hanno protetto certi regimi totalitari ,come quelli giá menzionati.

(*)Nel 1996 il governo americano,spinto dalle richieste della Compagnia Chiquita ( che insieme a Dole e Monsanto controlla i 2/3 del commercio delle banane ) sporse querela contro gli stati europei presso la World Trade Organization,perché l'Unione Europea,che aveva un patto commerciale con il gruppo ACP (paesi dell'Africa,Caraibi e Pacifico), che dava ai produttori di banane di questi Paesi un accesso preferenziale al mercato europeo. Dato che l'UE non rispose nel modo richiesto dagli americani , gli USA,nel 1999, imposero tariffe doganali sui prodotti importati dall'Europa. Con la scadenza del trattato tra UE e ACP nel 2000,la disputa ebbe fine.
Nel Marzo 2002 il presidente Bush ordinó l'imposizione di tariffe doganali ( fino al 30%) sull'importazione dell'acciaio per proteggere le acciaierie americane. Tale tariffa sarebbe dovuta rimanere in vigore fino all'Aprile del 2005. Tuttavia nel Novembre 2003 la WTO decretó che tali tariffe erano in violazione dei regolamenti ed autorizzó un'azione retaliatoria da parte dell'Europa ,Asia ed America latina. L'UE richiese circa 2,2 miliardi di dollari in compenso. In Dicembre 2003 il governo americano rimosse le tariffe doganali.
Al momento attuale si sta sviluppando una disputa riguardante i medicinali .Questi sono carissimi negli USA sia perché costano molto all'origine,sia perché le Farmacie,secondo dati riportati dal "Wall Street Journal", possono fare profitti fino al 2000%; come conseguenza molti pazienti comprano medicine specialmente dal vicino Canada , dove i prezzi sono molto piú bassi.Le compagnie farmaceutiche americane hanno controbattuto spargendo false voci che i medicinali venduti da farmacie non americane non sono degni di affidamento e boicottando le farmacie canadesi con la restrizione della fornitura di medicinali . Per rincarare la dose, l'acquisto di farmaci da paesi stranieri da parte di privati é attualmente proibito ai cittadini americani.


A questo si aggiunge un risentimento contro la globalizzazione che é un problema sentito particolarmente al di fuori degli Stati Uniti . Tale questione é veramente complessa e merita una discussione a parte, che lascierei a chi é piú competente in questo campo; in questa sede accenneró solo al fatto che la globalizzazione,particolarmente quella relativa ai prodotti agricoli, puó in certi casi distruggere economie locali in quanto piccole imprese non riescono a competere con i prezzi imposti dalle grandi multinazionali e puó rendere i Paesi affetti dipendenti sull'importazione di generi di prima necessitá .
La presente amministrazione americana ha poi preso delle decisioni che hanno suscitato reazioni negative sia negli Stati Uniti che all'Estero. Infatti l'attuale governo ha manifestato un disdegno per le Leggi e le Istituzioni internazionali,come dimostrano la mancata ratifica del Protocollo di Kioto,la decisione di non partecipare all'accordo diretto a vietare l'uso di mine terrestri e la rottura del trattato ABM, motivata dal desiderio di creare il molto discutibile scudo antimissili. Per di piú ha indebolito l'autoritá della Nazioni Unite e del Tribunale Internazionale (che non ha giurisdizione sui cittadini americani) ed ha frammentato la Nato inimicando la Francia e la Germania ,perché avevano osato di rifiutare la partecipazione nella guerra contro l'Iraq. Anche nel campo interno sono stati creati grandi problemi , infatti con l'attivazione del cosiddetto "Patriot Act" i diritti e la libertá dei cittadini sono stati limitati,per cui la stessa Costituzione sembra in pericolo; a questo si aggiunge il fatto che la maggioranza dei proventi generati dalle tasse (85% secondo "True Majority", un'organizzazione di cittadini attivisti) sono usati per la Difesa, a spese dell'Istruzione , dell'Assistenza Medico-Sociale e della ricerca di fonti di energia alternativa , che sarebbe essenziale per ridurre la dipendenza dai Paesi produttori di petrolio, cosa questa particolarmente importante per gli Stati Uniti
in quanto essi consumano il 45% del fabbisogno mondiale della benzina (dati riportati dal "Sole 24 ore" del 4 Agosto 2004).
In questi ultimi tempi la critica del Governo ha raggiunto negli USA un alto livello sia per le ragioni citate,sia perché molti cittadini americani si sentono traditi da un Presidente eletto in circostanze non chiare,che ha usato false informazioni per giustificare la guerra in Iraq ,intrapresa senza un programma per il dopoguerra in questo paese . Essi poi sono stanchi del palese favoritismo verso le classi piú abbienti e le grandi Compagnie ,che hanno acquistato questo previlegio con notevoli contributi pecuniari al Partito Repubblicano. Sono anche preoccupati dallo spaventoso debito pubblico accumolato dal Governo nei 3 anni seguenti il periodo di eccedenza del bilancio creata sotto il Presidente Clinton, dall'aumento della disoccupazione ( secondo i dati riportati da Leigh Strope 2,6 milioni di posti di lavoro sono stati perduti negli ultimi 3 anni ; nello stesso tempo circa un milione di posti é stato ricuperato, ma questi hanno paghe piú basse e non offrono assicurazione per le malattie ) dalla diminuzione dei servizi , dalla scadente qualitá delle scuole pubbliche , dalla mancanza di un'assicurazione sanitaria a livello nazionale ( solo le persone con tessera di povertá e gli anziani al disopra dei 65 anni godono di tale assicurazione ,tutti gli altri devono usare Enti privati , il cui costo é altissimo) e dal prezzo spropositato dei farmaci. Sono infine disgustati dagli scandali nelle prigioni di Guantanamo,Iraq e Afganistan, che testimoniano un degrado morale nell'Esercito,che era prima sconosciuto.
Gli scritti contro il Presidente W. Bush sono numerosi e sembra che quasi ogni giorno ne appaia uno nuovo ; contrariamente a quanto é avvenuto nel passato quando quasi invariabilmente la critica di un Presidente era fatta da scrittori appartenenti al partito dell'opposizione, un certo numero di libri contro questo Presidente é stato scritto da membri del partito repubblicano alcuni dei quali in posizioni preminenti a livello governativo;citeró come esempio il libro di Richard Clarke ,ex capo delle operazioni antiterrorismo ("Against All Enemies : Inside America's war on Terror"),quello di Paul O'Neill,ex Ministro del Tesoro ("The Price of Loyalty:George W.Bush,the White House and the Education of Paul o'Neill"), quello di Kevin Phillips, ex strategista del Partito Repubblicano ("American Dinasty:Aristocracy,Fortune and the Politics of Deceit in the House of Bush") e quello di John W. Dean , ex avvocato della Casa Bianca al tempo di Nixon ("Worse than Watergate:The Secret Presidency of George W.Bush"). Tra i libri non scritti da personalitá politiche, notevole é quello del premiato giornalista investigativo Craig Unger ("House of Bush,House of Saud: The Secret Relationship Between the World's Two Most Powerful Dynasties") e sono interessanti altre opere in chiave piú leggera, come il libro del critico politico satirico Al Franken (" Lies and The Lying Liars who Tell them") o quello del regista cinematografico e critico politico Michael Moore ("Dude,where's my Country?" ) che ha anche diretto un documentario che sta avendo grande successo negli Stati Uniti ed intorno al mondo chiamato "Fahrenheit 911".
Se da un lato molti cittadini americani sono stanchi di questa situazione,molti altri sono favorevoli alla politica " forte " di George W.Bush e lo rispettano ,perché dopo tutto il Paese é in guerra ed il Presidente rappresenta il Comandante Supremo; come conseguenza si sono create due fazioni fra il popolo americano che, se la circostanze non cambiano, potrebbero portare ad una rottura di questa nazione simile a quella che avvenne al tempo della guerra in Vietnam .

Le correnti di critica dell'America che ho menzionato molte volte si mescolano fra di loro per creare un sentimento che é assai comune nel mondo,ma é esasperato nel Medio Oriente ,che piú ha sofferto nel periodo coloniale. Questo sentimento é diretto contro la politica estera degli USA e su certi eccessi del capitalismo,ma non verso il cittadino americano, che é in genere considerato onesto e generoso. Non é nemmeno contrario al sistema interno americano ( ad eccezione della pena di morte,che paradossalmente é stata mantenuta negli USA, unico Paese nel mondo sviluppato) che,essendo aperto, lascia agli individui possibilitá di sviluppo difficili in altri sistemi.
Non credo infine che nessuno contesti l'importanza dell'aiuto americano che fú determinante nella lotta contro il nazismo ed i fascismo ( per quanto non deve essere dimenticato il contributo degli eserciti francesi,inglesi e russo e dei partigiani di vari Paesi). Tutti infine riconoscono l'importanza della Costituzione americana che sancisce le libertá individuali e limita i possibili eccessi dei governanti attraverso l'equilibrio e l'indipendenza dei poteri e particolarmente l'indipendenza della magistratura dal Governo stesso, tale Costituzione infatti rappresenta "la perla" del sistema politico americano , rendendolo quasi unico al mondo.